Arezzo, una vittoria di carattere
I ragazzini e gli over scesi in campo hanno lottato su ogni pallone con una determinazione encomiabile, hanno sbagliato anche, ma mai si è avuta quella sensazione di scollamento che si era vista a Scandicci, a Trestina ed anche contro il Flaminia. Sul pezzo per novantacinque minuti, dal più giovane al più vecchio, quel Cutolo che questa maglia la sente ormai come una seconda pelle. Certo, l’Unipomezia non è stato un ostacolo terribile, certamente lo era di più quello ambientale (anche qui più nei timori che nella sostanza, (giacché la contestazione è stata più che civile, come di chi si è rassegnato ad una sorte ingrata) ma non era facile scendere in campo ed interpretare la partita nel modo giusto, soprattutto nell’atteggiamento. Invece lo hanno fatto, i ragazzi in amaranto, probabilmente più liberi di testa senza l’obbligo della vittoria, certamente più compatti nell’aiutarsi a vicenda. Bene ha giostrato Pisanu da regista, se l’è cavata Persano a fare a sportellate con la retroguardia laziale, più convinti sono apparsi sia Ruggeri che Campaner anche nel proporsi in avanti. Poi l’esordio col botto di Doriatotto che ha inventato un gran gol per il sigillo del 3-0. Ovviamente tutto questo andrà rivisto alla luce di avversari più probanti, ma qualcosa sembra scattato dentro la testa della squadra e se la vetta appare ormai fuori portata (oltretutto San Donato e Poggibonsi marciano come treni…) la possibilità di giocarsi un girone di ritorno di orgoglio e di lotta che prescinda da quella che sarà la posizione finale pare ora un possibilità più concreta di una settimana fa. Mister Mariotti sta dimostrando qualità di spessore umano che aiuteranno il gruppo dei ragazzini a crescere, Cutolo a lungo accantonato, si è preso sulle spalle l’onere di fare da guida in campo. Da qui si può ripartire, senza illusioni, ma con il rispetto di una tradizione che ha quasi un secolo di vita.
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