Hospice Arezzo, nasce il Comitato
Inaugurato nel 2018 ad Arezzo, è stato una grande conquista che oggi rischia di andare persa. Definitivamente? Il Dott. Pierdomenico Maurizi, che nella struttura socio-sanitaria residenziale, sfrattata per l’emergenza pandemia, ha lavorato una vita, ha deciso, tra le varie iniziative, di costituire anche un comitato (in calce alla nota le modalità per partecipare). “Un ringraziamento – dice Maurizi – ai politici e soggetti istituzionali che non si sono indispettiti da quanto ha chiesto un semplice cittadino e che, anzi, hanno rilanciato chiedendo certezze e trasparenza: Silvia Russo segretaria Cisl, Marco Casucci consigliere regionale Lega, Marco Donati di Scelgo Arezzo, gruppo consiliare 5 Stelle, Roberto Bardelli gruppo misto, la Fabbrica delle idee e a tutti quelli che ci sostengono da aprile 2020“. Maurizi ci aggiorna tramite le pagine della petizione lanciata online:
“Il penultimo aggiornamento della Petizione “L’Hospice che non c’è più” ha suscitato qualche reazione – a nostro sentire un po’ scomposta – sia da parte della ASL che di alcuni politici locali. Che si siano irritati perché un semplice cittadino ha osato chiedere chiarezza e certezze?
Riguardo al Piano Triennale delle Opere, alti Dirigenti di Aziende Sanitarie toscane ed alti funzionari della Regione Toscana ci hanno insegnato l’esatto contrario di quanto dichiarato dalla ASL nell’ultimo comunicato e cioè che è proprio attraverso tale Piano che si chiedono i finanziamenti. Il Piano deve nascere da un’analisi dei bisogni e da studi di fattibilità, dopo di che vi si elencano quali sono le opere da realizzare, indicandone costi e tempi; il tutto viene poi inviato alla Regione, la quale finanzia (in tutto o in parte) o non finanzia le opere proposte. Per i progetti inseriti nel Piano, la Regione può chiedere finanziamenti al Ministero della Salute (famoso Ex- art. 20).
Si parla quindi dell’art. 20 della Legge 67/1988 che da la possibilità di accedere a finanziamenti erogati dal Ministero della Salute, di concerto con il Ministero delle Finanze, per opere da porre in essere in favore di strutture sanitarie, nuove o preesistenti, in circostanze ben definite dalla legge di cui si parla. Ma che arrivi il finanziamento non è automatico ! E’ possibile che dal Ministero il finanziamento per l’Hospice non arrivi e, del resto, l’allora Ministro della Salute Rosy Bindi lo aveva già finanziato nel biennio 1998-2000.
E comunque il finanziamento per il nuovo Hospice non era stato inserito neanche nell’aggiornamento annuale (gennaio 2021) del vecchio Piano Triennale…
Nel citato Comunicato della ASL si dice tra l’altro “Quindi le conclusioni contenute nel comunicato (di Maurizi) sono errate, faziose e superficiali”.
Non ci è chiaro in base a cosa sia stato usato l’aggettivo fazioso. Inoltre le conclusioni sono state tirate sulla base delle notizie comunicate a mezzo stampa dalla ASL e da alcuni politici aretini da aprile 2021 ad oggi. In effetti non è facile raccapezzarsi nella ridda di cifre, dichiarazioni e promesse, in quanto sono state spesso contraddittorie e anche non veritiere.
Facciamo un solo esempio, ma ce ne sarebbero molti altri. Di volta in volta ci è stato detto che il nuovo hospice sarebbe stato finanziato 1. Con risorse proprie della ASL; 2. Dalla Regione; 3. Dal PNRR; 4. dal Ministero (ex- Art. 20) e una volta si parla i 1.300.000 euro, una volta di più di 3.000.000, un’altra volta di 4.000.000 di euro….
Nel frattempo, le uniche cifre reali sono i 600.000 di euro/anno di affitto di un qualcosa che somiglia ad un hospice che i Cittadini pagano all’Istituto di Agazzi. Secondo le tempistiche che abbiamo letto sulla Stampa, par di capire che, ammesso che il finanziamento arrivi entro il 2022, potremo inaugurare il nuovo Hospice non prima del 2026, il che porta a 3.000.000 di euro che pagheremo per l’affitto di cui sopra. Un cittadino, per arrivare ad accumulare tale cifra mettendo da parte 1.000 al mese, impiegherà 260 anni. E’ giusto? E ’etico? È accettabile? E pensare che, a pandemia finità, potrebbe tornare tutto come prima del marzo 2020, a costo quasi zero e senza spendere i famosi 4.000.000 per il nuovo Hospice !
Ci sono state anche delle tirate di orecchie da parte di qualche politico “…quando non si ha completezza delle informazioni sarebbe bene evitare di spaventare i cittadini”. Le informazioni sono state ricavate – dicevamo – dalle dichiarazioni apparse sulla Stampa e quindi se non sono corrette dovrebbero risentirsi con chi le ha pubblicate incomplete. Del resto, i Cittadini stanno aspettando notizie chiare e complete da 21 mesi…
Ci è stato fatto notare che “La città, tutta, ha detto la sua e alla fine la soluzione si è trovata” e che “oggi mettere in discussione i risultati raggiunti non serve a nessuno”.
Onestamente, noi che chiediamo che ci venga restituito l’hospice al più presto, non abbiamo ancora capito quale sia la soluzione – concreta e non annunciata solo verbalmente – trovata e non abbiamo ben compreso nemmeno quali risultati – concreti, messi per iscritto in un atto ufficiale – siano stati raggiunti. Aspettiamo con interesse da 21 mesi sia la soluzione che i risultati. E’ però vero che i Cittadini sono spaventati:
1. Dal fatto che hanno tolto loro un Servizio – sostituito a caro prezzo da un suo simulacro – e non sanno se e quando potranno riavere un vero hospice;
2. Dalla evidente debolezza della politica nei confronti del continuo e progressivo impoverimento della Sanità aretina (basta controllare gli ultimi Piani Investimento);
3. Dalla mancanza di trasparenza e di informazioni da parte della ASL;
4. Dalla lentezza con cui la ASL affronta le criticità. Non solo l’hospice. Nel maggio 2020 è andato distrutto uno dei 2 angiografi a causa di un incendio doloso. Solo il 4 maggio 2021 abbiamo avuto la notizia – sempre tramite Stampa – che era stato deliberato l’acquisto di un nuovo agiografo. Ci è parso di capire che il nuovo strumento sia arrivato nell’estate scorsa, ma ancora non è in funzione e quindi equivale a non averlo. L’angiografo serve, tra l’altro, a “riparare” le coronarie di chi è colpito da infarto cardiaco. Ne occorrono due, perché se l’unico a disposizione è inagibile, occorre sperare di avere la fortuna di portare il paziente ancora vivo nel centro più vicino (Siena, Firenze, Perugia). I Cittadini sanno che l’hospice “aiuta” a morire, ma sanno anche che l’angiografo aiuta a sopravvivere…
5. Dei milioni di euro che avremmo potuto risparmiare.
Dal nostro osservatorio costituito dalla Petizione e quindi da più di 12.000 firme e più di 38.000 visualizzazioni, dai messaggi e dalle telefonate che ricevo, dalla gente che mi ferma per strada, la Città ha detto la sua è vero, ma ha detto e dice ciò che sommariamente ho decritto poco sopra: paura, indignazione, sfiducia, per i motivi di cui appunto sopra.
Ringraziamo tutti i Cittadini ed i Politici che non si sono irritati per la presunta invasione di campo, ma che, anzi, hanno rilanciato chiedendo trasparenza e certezze.
Chi vuol partecipare al Comitato Hospice, anche solo con commenti, idee, proposte o critiche può scrivere a comitatohospice@libero.it“.