L’Arezzo lontano dalla resa

Mariotti conferma, come previsto, l’undici vincente con il Rieti con le sole eccezioni di Campaner al posto dell’infortunato Lazzerini e di Frosali in luogo di Biondi (maggiore fisico e maggiore affidabilità per l’ex Poggibonsi). Davanti un Foligno giovane che prova a metterla sulla corsa, ma che ben presto finisce irretito dalla manovra amaranto dettata da Pisanu e resa frizzante dalla verve di Marchi. In avanti brilla il solito Calderini che scherza con i ragazzini umbri ogni volta che riceve palla. E’ ancora lui, come una settimana fa, ad indirizzare la partita, prima cercando Persano in area (e l’avversario lo anticipa con le mani causando il rigore), poi finalizzando alla grande una bella ripartenza sull’asse Persano-Marchi. Da lì in avanti l’Arezzo l’ha gestita con indiscutibile superiorità e quando Persano l’ha chiusa (con la gentile complicità del portiere di casa) poteva anche finire in goleada. Ora, se è vero che questo Foligno era solo lontano parente della formazione che ci aveva fatto dannare all’andata, altrettanto vero è che forse per la prima volta dall’inizio della stagione l’Arezzo ha messo in campo autorità nel dettare il gioco, grinta su ogni pallone, lucidità nell’impostazione. La squadra gioca ora serena, ma consapevole della propria forza, una consapevolezza che non c’era fino ad un mese fa. Non mancano gli errori (siamo in serie D, non bisogna scordarcelo) ma ora di gente con le mani sui fianchi in giro per il campo non se ne vede e se uno perde un pallone si danna l’anima per andare a contrastare l’avversario. Bandite certe leziosità che potevano abbagliare ma anche far perdere il tempo della giocata, ora si bada al sodo e siccome la qualità c’è anche al netto delle partenze, il risultato si vede. Pensare che avevamo un metronomo volitivo e generoso, non appariscente ma concreto come Pisanu (voluto da mister Mariotti, al pari di Colombo, scelte cui va dato merito e che vanno a sconto di quella, certamente meno felice, di Mastino) e ci siamo sorbiti il passo lento di Aliperta, in sofferenza ogni volta che veniva pressato, fa nascere rimpianti che continuano ad essere legati alla gestione delle questioni di mercato e di allestimento della rosa. Questioni tutte che permangono irrisolte fino a prova contraria. Adesso invece è giusto dare a Mariotti i meriti che ha nell’aver trovato rapidamente la quadra una volta tornato al timone della squadra senza rinnegare il suo credo (immediato il ritorno al 4-3-1-2), di avere saputo schermare il gruppo nelle settimane più calde della polemica, di aver saputo trasmettere la sua voglia di far bene a chi va in campo. Come finirà la stagione non si sa, ora poi che arriveranno le partite toste, contro le avversarie difficili, ci sarà da valutare come si comporterà questa squadra “da battaglia” contro chi può offrire più consistenza di quella di Rieti o Foligno, ma quel che pare certo è che proveremo a vender cara la pelle e per il cuore amaranto intristito da certe squallide rese, è già un bel passo avanti.

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