Scanzi e il vaccino, tutto archiviato: “Ora è il tempo delle vie legali”
Non solo Andrea Scanzi si è visto riabilitare dall’ordinanza, ma anche per il dott. Evaristo Giglio, direttore del distretto sanitario di Arezzo, il Giudice Giulia Soldini non ravvisa ipotesi di abuso d’ufficio o omissione di atti d’ufficio. Insomma, una vittoria su tutti i fronti, anche se nel frattempo, nei commenti social a caldo, Scanzi lamenta di aver vissuto un incubo e di essere pronto alla “vendetta”.
“Neanche al mio peggior nemico auguro l’incubo che ho vissuto io tra marzo e maggio 2021. Una tempesta di merda sul nulla. Mi pareva di essere di colpo dentro un incubo kafkiano. La cloaca dei social, i politici peggiori, i giornalisti più infami, gli amici finti… Un inferno a cielo aperto, sul nulla, i cui effetti possono conoscerli solo la mia compagna, i miei genitori, i miei amici più stretti e il sottoscritto”.
E’ il primo commento di Andrea Scanzi alla sentenza che sancisce che nella sua condotta non si ravvisano gli estremi della truffa e neanche dell’appropriazione indebita. Poi la “rockstar dei giornalisti italiani” passa all’attacco:
“Ho sedici lauree ad honorem in vendetta. Da oggi verrà il tempo delle vie legali. Sarà meraviglioso (per me). I nomi li ho tutti ben chiari. Grazie a tutti quelli che ci sono sempre stati. Quanto agli altri: non vorrei essere al loro posto. Ho compreso di chi fidarmi e di chi no, anche ad Arezzo. Farò una lista infinita di querele”.
La ricostruzione dei vari passaggi della vicenda su “Il Fatto Quotidiano”, di cui Scanzi è una delle firme: Il giudice per le indagini preliminari di Arezzo, Giulia Soldini, ha archiviato il fascicolo a modello 45 – quindi senza indagati e senza ipotesi di reato – relativo al caso della vaccinazione a cui si sottopose il giornalista Andrea Scanzi nel marzo del 2021 suscitando una polemica social. Il magistrato ricostruisce i fatti osservando che Scanzi aveva contattato il medico di base il 26 febbraio “per sapere se la campagna vaccinale fosse stata aperta anche alla categoria dei giornalisti e rappresentando che, senza prendere il posto di altri, egli si sarebbe volentieri vaccinato. La richiesta avanzata si fondava sulla preoccupazione dei continui viaggi, dovuti al proprio lavoro, ed al fatto di avere genitori “fragili””. Circostanza poi verificata dai carabinieri che hanno eseguito gli accertamenti. Il 4 marzo 2021 Andrea Scanzi veniva sottoposto a vaccinazione. Nei giorni precedenti il generale Francesco Figliuolo aveva invitato a vaccinare chiunque per non sprecare neanche una dose”.
“A questa ricostruzione la procura, che aveva chiesto l’archiviazione, accolta dal gip si è arrivati analizzando i messaggi scambiati su whatsapp e acquisiti al fascicolo e intercorsi tra giornalista, il medico di base e il direttore sanitario. Da questi messaggi il giudice osserva come emerga “chiaramente come il giornalista non volesse ‘rubare il posto ad altri’ e come fosse consapevole che ‘non mi risulta che i giornalisti siano ritenuti a rischio, anche se io viaggio molto”.
Proprio al direttore sanitario, che poi lo aveva contattato per indicargli dove andare, Scanzi aveva scritto “è giuste che io aspetti, ma speriamo che un posto si liberi”.
Per il gip già “questi elementi sarebbero sufficienti ad escludere l’elemento soggettivo del reato…” ma non solo Scanzi “non ha mai dichiarato (o scritto) di rientrare nelle categorie dei ‘caregiver’”. Scanzi aveva, infatti, “precisato che le condizioni di salute dei genitori non erano ottimali e lo preoccupava il fatto di dover viaggiare molto per lavoro, cosi aumentando le possibilità di contagio. Non dichiarava neppure di essere convivente con loro“. Quindi non ha mentito sulle condizioni di fragilità dei genitori come accertato dalle indagini. “Alla luce di quatto riscontrato è evidente che debba trovare accoglimento la richiesta del pm poiché, dagli atti, non risulta consumata alcuna fattispecie delittuosa”, la conclusione del gip.