“Bullismo al tappeto”, un progetto che promuove la cultura della convivenza
Obiettivo: promuovere una cultura della convivenza in vista di una società inclusiva e sostenibile e un uso consapevole, sicuro e adeguato degli strumenti offerti delle nuove tecnologie.
Il progetto ha visto la realizzazione, attraverso la partecipazione attiva dei ragazzi, di un illustratore, di educatori e psicologi, di un opuscolo che descrive quali sono gli atti e i comportamenti propri dei bulli o cyber-bulli. La pubblicazione è fruibile a tutti grazie a testi di facile comprensione e ai disegni tipici della cosiddetta comunicazione aumentativa, il particolare linguaggio che offre alle persone non verbali o con bisogni complessi la possibilità di comunicare tramite canali che si affiancano o sostituiscono a quello orale. Un decalogo specifico di regole è dedicato alle vittime alle quali vengono proposte modalità comportamentali di replica e reazione. Verrà diffuso nelle scuole a partire dall’Itis Galileo Galilei e dalle scuole di Capolona e Subbiano.
Il vicesindaco Lucia Tanti: “una pubblicazione di civiltà e partecipazione. L’idea che abbiamo è quella di dare vita a una consistente rassegna di vademecum, a una collana di educazione civica, che metta in chiaro quali siano gli atteggiamenti da non fare e come debba comportarsi chi li subisce per rimandarli al mittente. Mi siedo a questo tavolo in veste di vicesindaco e di presidente della neonata Fondazione Arezzo Comunità, costituita non solo per accogliere persone e rispondere ai bisogni ma anche per promuovere diritti, specialmente quelli di chi reclama, dal basso, un legittimo protagonismo. In questi giorni, durante un incontro pubblico, mi sono trovata a riflettere su un aspetto: se il Novecento è stato il secolo dei diritti collettivi, questo potrebbe diventare il millennio dei diritti individuali nell’ambito delle categorie di appartenenza. La regola e la legge vengono prima di tutto ma le stesse, per sostanziarsi, devono essere vissute e tradotte dalle persone in una città educata che si comporta bene 365 giorni all’anno”.
“Il bullismo – ha sottolineato Faustina Bertollo presidente dell’Associazione Crescere – pur presente anche in passato ha conosciuto una preoccupante intensificazione. Consiste in una serie di oppressioni fisiche e psicologiche, prepotenze, umiliazioni, atteggiamenti provocatori, derisione da parte di un individuo o di un gruppo, intenzionalmente e ripetutamente, nei confronti di persone più deboli. Il fenomeno riguarda sia i maschi che le femmine e tende a manifestarsi non solo in ambito scolastico ma anche nel tragitto casa-scuola, alle fermate degli autobus, nei mezzi di trasporto, nei locali e luoghi d’incontro. A seguito della diffusione della comunicazione digitale, si è affermata tra i giovani la variante attuata attraverso l’uso dei social: il cyberbullismo. Pettegolezzi, minacce e offese vengono in tal modo diffuse online o attraverso messaggi, e-mail, fino a post con informazioni, video e foto della vittima. Il problema non è da sottovalutare e le conseguenze possono essere gravi. È importante, dunque, agire tempestivamente cercando di prevenirlo”.
“Tra le conseguenze citate da Bertollo – ha aggiunto Elisa Marcheselli dell’Associazione Era – ricordo che accanto a malessere fisico come mal di testa o di pancia possono emergere insicurezza, incubi, attacchi di ansia, depressione, solitudine e difficoltà relazionali. Si tratta, come è evidente, di risvolti psicologici molto delicati che possono compromettere la stabilità e lo sviluppo di un soggetto”.
Per denunciare fenomeni di questo genere c’è il numero verde anti-bullismo del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca 800669696, la mail bullismo@istruzione.it e il telefono azzurro 19696.