L’Arezzo a Cascina centra la settima gara utile consecutiva
Un bilancio decisamente positivo quello del “Mariotti due”, con il tecnico finalmente in chiara sintonia con la squadra e con la squadra che finalmente segue il suo allenatore. Il campo dà conferma di una quadratura convincente, di un gruppo che si è calato nella realtà della categoria e che può avvalersi di un lusso che nessun altro ha e che si chiama Elio Calderini. Le qualità dell’ex Tiferno non si scoprono certo oggi, ma nelle prime uscite amaranto non era apparso così deciso, così in forma, così determinante come è da qualche settimana. Segnale evidente che il giocatore è sereno e sta bene con sé stesso e con l’ambiente e con un Calderini così, che potrebbe ancora figurare senza fatica anche in Legapro, l’Arezzo ha un’arma importantissima da utilizzare negli ultimi due mesi di campionato. Semmai si potrebbe obiettare che è l’unica davvero incisiva tra quelle a disposizione e dio non voglia che un raffreddore o un cartellino di troppo (il metro di valutazione degli arbitri è spesso incomprensibile) ce lo sottragga. Tolto lui, infatti, la manovra stenta ad essere incisiva, con Persano che lotta sempre ma concretizza poco (si sapeva anche da prima che tornasse che non è una vera prima punta) e il resto della banda che fatica ad inserirsi compiutamente in fase di finalizzazione (con l’eccezione di Marchi). A Cascina gli amaranto hanno dominato il primo tempo a dispetto delle gobbe del campo e del vento ed anche se i due gol sono stati propiziati da due errori colossali del portiere di casa, il vantaggio è stato meritato ed indiscutibile. Nella ripresa si è provato a fare quello che non ci riesce, ovvero gestire il risultato. Stesso copione di Roma contro il Montespaccato: un erroraccio in difesa (non ne siamo mai esenti) e partita inopinatamente riaperta. Per fortuna stavolta il doppio vantaggio ha consentito di chiuderla, portando a casa l’intera posta; risultato importante perché blinda il quarto posto (il Trestina ha pareggiato) e consente di restare sulla scia del Gavorrano. Guardare oltre appare ancora un po’ azzardato, nonostante il doppio scivolone del Poggibonsi, ma la squadra è in salute fisica e mentale e la sosta forse era meglio non ci fosse stata in questo momento. Si ripartirà dal derby con la Sangiovannese, alla quale il cambio di allenatore non ha portato giovamento (sebbene l’avversario fosse il San Donato). All’andata fu la partita che segnò l’inizio della crisi che portò all’esonero di Mariotti, vedremo se stavolta sarà il trampolino di lancio per un finale scintillante.
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