Mago, Mengo, laghetto, area Lebole e l’amore sopra i bagni
Silvan giustamente adora Arezzo e ha detto che si augura di tornare a settembre, per la Giostra del Saracino. Silvan ha anche ammesso che in città ci sono maghi e prestigiatori che riescono a fare numeri e esperimenti che non riescono nemmeno a lui. Infatti Silvan ci ha detto: “Io impiego ore di esercizio per creare l’illusione di far sparire la mia valletta. Voi avete un Sindaco che in quattro e quattr’otto sparisce e non lo ritrova nessuno! In un altro gioco io riesco a far sparire quattro monete dalla mano, voi ad Arezzo avete avuto dirigenti di Banca che in un attimo hanno fatto sparire certificati di deposito e obbligazioni… altro che quattro monete!“. Poi lo stesso Silvan ci ha detto che ad Arezzo ci sono formule e parole magiche particolari che funzionano solo da noi. Anche il suo cavallo di battaglia Sim Sala Bim, ha origini aretine, ed era l’inizio della frase aretina: “s’in sala ‘un ce voi le mosche, caca in terrazza” e la magia era ovviamente che le mosche uscivano subito dalla sala. Anche “Abracadabra” , spiegava ancora Silvan, ha corrispondenti formule aretine che funzionano solo qui: ad esempio con la parola magica ARINTONACA, si possono far sparire macchie o avvallamenti nelle pareti; gridando la formula ARBUTTA possono tornare a fiorire piante che sembravano morte; con la parola magica ARINSOPRELLA si possono mettere oggetti o discorsi uno sopra l’altro; con un incantesimo invocato con la parola ARCATTELI si possono mettere al sicuro i panni stesi, prima di un temporale; con ARMANDELA, si faceva sparire una ciomba dalla macchina; con QUETETE la magia faceva far silenzio a chi la subiva, mentre con ORALARCACHI l’incantesimo permetteva di far tornare fuori oggetti o soldi ad un soggetto che li aveva fatti sparire. Senza contare che anche il famoso “APRITI SESAMO!” usato da Alì Baba, secondo recenti traduzioni, al posto di “apriti” urlava “SPALANCHETE”!
Silvan ha anche detto che le migliori bacchette magiche sono realizzate in legno di sambuco, ma ha ammesso che anche i vinchi e le ruschie arcavate dalle siepi e che da ragazzi parecchi aretini, tramite nonni e genitori, hanno sentito sui stinchi, a suo modo facevano magie anche quelle! Poi Silvan ha confessato che esistono ad Arezzo due cose che nessun prestigiatore, illusionista, mago o veggente riesce a sapere dare una risposta: la prima è quando cominceranno i lavori alla rotonda di Via Fiorentina e la seconda è quando faranno ombra le piante al parcheggio dell’Ipercoop. Anche la magia ha i suoi limiti!
È stata la settimana del Mengo Music Fest al Prato di Arezzo e il tutto era cominciato alla grande con il concerto de La Rappresentate di Lista, con etichetta discografica orgogliosamente aretina. Ed il concerto non ha deluso le attese con un gran pubblico molto coinvolto. Poi però durante la settimana la qualità della musica, seppur sempre ad ingresso libero, si è un po’ abbassata e solo i giovanissimi sembravano gradire. Per gli altri, si è presto passati dalla birra, al latte ai ginocchi. A qualcuno gli è saltata un’otturazione, ad altri gli si è riaperto qualche callo. Ad altri i tatuaggi hanno avviato a parlare dicendo: “Alò ce se cava dai coglioni’, mentre da lontano, la statua di Guido Monaco, che evidentemente avendo per primo usato le note musicali, si sentiva in colpa, ha autorizzato i piccioni a cacargli in capo anche di notte. I giovanissimi hanno però gradito anche queste nuove strane tendenze musicali, al quale va comunque dato atto (sarà un caso?) di aver fatto piovere dopo mesi di astinenza, con pubblico che per coprirsi dall’improvviso nubifragio si è rifugiato alle vicine scale mobili, chiedendosi se tutto quel baturlare facesse parte della scaletta (non mobile) del concerto. La serie dei concerti si è conclusa con Fabri Fibra, e, come la Rappresentante di Lista, ha nesso finalmente d’accordo tutti. Dopo una settimana di concerti a ingresso libero, è stato il primo a pagamento e ci sembra giusto. Chi canta si chiama Fabri Fibra e la fibra si paga… sia quella per Internet, sia quella dei fagiolini dall’occhio.
Dopo molti appelli, finalmente svuotato in settimana il laghetto del Parco Giotto, che in poco tempo era passato da posto dei cigni a posto dei cignali. Ora però la polemica prosegue, in quanto la cifra prevista e stanziata per la sua riqualificazione sarà di 350 mila euro (poi l’assessore ha corretto il tiro, la cifra è 10 mila euro). Qualcuno ha commentato “Al posto dell’acqua ci mettono Il Sassicaia?” Altri invece hanno detto: “Apposta ci avevano buttato il carrello del supermercato, avevano previsto che c’era da fare la spesa”. Invece Flavio Briatore, appena lo ha saputo, ha detto che lui, considerando i prezzi delle sue pizzerie, con 350.000 euro ci riempie la vasca da bagno di casa.
Molto quindi lo stupore, ma va messa in conto una cosa: considerando che verrà riempito con l’acqua pubblica di Nuove Acque, e sapendo quanto costa, quando il laghetto sarà pieno, se non si è arrivati a quella cifra…poco ci manca! Ancora non sappiamo se nel lago verranno poi rimessi cigni o altri animali (qualcuno suggeriva i pesci rossi, visto che ad Arezzo, tenendo conto di semafori e partiti politici dopo 40 secondi il rosso sparisce). Oppure se crearci una pista di pattinaggio sul ghiaccio per l’inverno, ma considerando la spesa prevista per riempirlo d’acqua, per riempirlo di ghiaccio… al solo sentire il preventivo… di ghiaccio rimane il Sindaco. Va comunque riqualificato anche l’intero parco, altrimenti il prossimo anno nel laghetto ci ritroviamo la melma, il pultricchio, il carrello della spesa, i cigni cignalati e tre alligatori (Tarzan ha fatto sapere che un se ne giova).
Annunciato in settimana per la 107^ volta in 20 anni, l’ennesimo futuro per l’area Lebole. Negli ultimi vent’anni, appunto, per quell’area è stato previsto di farci di tutto: da aree commerciali, a centri sviluppo, da ospedali, a grandi magazzini; da smistamento per la Protezione Civile a area abitativa; da zona nuovo stadio a zona scalo ferroviario fino a zona parco pubblico. Forse in ultimo, non ci sarebbe stata male un’area da vendere alla NASA, adatta ai lanci; ma non i lanci di razzi spaziali, ma i lanci di cazzate e parole al vento che sono state lanciate in vent’anni da una Giunta Comunale all’altra. Tutte queste ipotesi hanno avuto lo stesso tempo di realizzazione che prevedevano i saggi del tempo, ovvero “sarà pronto quando il
cazzo mette l’unghia”. Nel frattempo l’area (cartolina di ingresso per chi arriva ad Arezzo dell’autostrada) è particolarmente adatta per chi vuole girare documentari su rovine, sulla foresta amazzonica e su chi vuole prendere il tetano. La nuova soluzione ventilata è l’acquisto da parte di Prada dell’intera area, per rilanciarla definitivamente a livello commerciale e di infrastrutture. Patrizio Bertelli ha già pensato a un mega invaso d’acqua davanti alla struttura, dove metterci in mostra la barca Luna Rossa, come immagine di benvenuto per chi arriva ad Arezzo, con tanto di cartelli di benvenuto a tema, del tipo: “Benvenuti a Arezzo, città di una barca a vela, una barca de gente e una barca de guadrini”. Ovviamente ci sarebbe posto per l’eliporto personale, con altro cartello di avviso: “Occhio, qui gira le pale” mentre nel solito cartello, in una freccia che indica l’ingresso in città verrà scritto: qui invece gira i coglioni”. L’opera sarà bellissima e faraonica, con scritte “Prada” visibili anche dallo Spazio. In un cartello verrà scritto “Tanti saluti a Samantha Cristoforetti” e nell’altro “Qui Prada, satelliti russi fateve da ‘na proda”. Verranno prodotte e vendute scarpe, borse, cinture e occhiali, e i clienti turisti, saranno poi accompagnati con navette in centro… anche se avendo già fatto la spesa da Prada avranno poca voglia di spendere. All’inaugurazione non sappiamo se ci sarà il Sindaco Ghinelli, che a forza di comparire solo in piccole apparizioni, forse all’epoca sarà candidato a Sindaco a Lourdes o Fatima.
A grande richiesta ancora nuove definizioni del cruciverba aretino: può essere da traino, da esplosivo o de sonno (miccia); parte del seno e invito provocatorio (poccia); si reggono, si spengono o si tirano (moccoli); si cerca sotto il sole da mezzogiorno alle 5 (merigge). E per finire l’oroscopo: in amore occhio a far l’amore sopra i tetti dei bagni pubblici (come successo a Castiglion Fiorentino). Se vi succede ad Arezzo, all’ora che i bagni pubblici li avete trovati… vi si ammoscia la voglia e qualcos’altro!