In un’estate pazza, parole di saggezza

In altri tempi, con parole roboanti, si confuse la rivolta sociale con lo spaccare teste a colpi di chiave inglese e al giorno d’oggi c’è chi continua a usare le parole come un’arma impropria.
Giornali, che un tempo avremmo definito moderati, adoperano un gergo da battaglia per raccontare il confronto apertosi in vista delle elezioni: quello l’ha DISINTEGRATO, quell’altro l’ha ASFALTATO, Tizio ha DEMOLITO Caio, Pinco ha DISTRUTTO Pallino.
Sembra di assistere a un incontro di kickboxing. Parole violente, spernacchiate, tirate come sassate. E dopo ci si lamenta se non esistono più elettori consapevoli ma tifosi?
Una roba indecente che per osmosi si è trasferita anche dalle nostre parti, dove la politica e il senso dell’amministrazione si perdono in contumelie, in scenette da avanspettacolo dove primeggiano somari parlanti che danzano sulle punte.
La cosa nei più accorti dovrebbe destare qualche preoccupazione, giacché la politica non è un gioco. Anche se i protagonisti sono scarsi, le decisioni politiche sono quelle che determinano (volenti o nolenti) la vita di ognuno di noi. E anche se qualcuno decidesse di emigrare in un’isola deserta, oppure di vivere come i dendriti sopra un albero, ebbene, anche in questi casi, la politica lo raggiungerebbe sotto forma di cambiamento climatico.
Per questo ho apprezzato le parole di Crosetto, esponente di Fratelli d’Italia, uno che ritengo assai lontano dal mio modo di pensare, che in una intervista al Corriere della Sera ha ribadito che «per il bene dell’Italia serve un patto con gli avversari».
Una frase che ognuno può leggere come gli pare, io voglio dargli un valore positivo, nel senso che di fronte alla tempesta perfetta, che rischia di travolgere in autunno questo paese: abbattimento della ricchezza del 10%, carovita in crescita, costi energetici in aumento, riduzione della capacità produttive, inasprirsi del conflitto sociale, occorre responsabilità.
Ma avere responsabilità non significa acquiescenza, non significa “non disturbare il manovratore”, la responsabilità si esercita in tanti modi. Indubbiamente con la moderazione del linguaggio ma anche con la radicalità delle proposte. Significa avere un progetto, significa portare avanti le proprie idee anche quando appaiono minoritarie o elementari. Come disse Lev Tolstoj “tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici”. Ecco a sinistra forse dovremmo recuperare la semplicità: meno tecnica e più cuore.

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