Giornate Fai d’autunno, ad Arezzo protagonisti i Musei d’impresa

Dopo l’edizione della scorsa primavera, che aveva visto protagonisti il museo aziendale della Unoaerre, il FAB LAB Alterini e il Palazzo Lombardi di Suga, il 15 e 16 ottobre prossimi il FAI ha organizzato le visite guidate a tre importantissimi musei aziendali della nostra provincia: Aboca Museum di Sansepolcro, Museo Busatti di Anghiari e Museo dell’Arte della Lana e del Ferro battuto di Stia.
Sabato e domenica i visitatori saranno accompagnati dagli studenti del Liceo Città di Piero di Sansepolcro e dell’IISS “Galileo Galilei” di Poppi, per scoprire i tre importanti poli museali che sono riusciti a coniugare valore aziendale e interesse storico-culturale.
L’iniziativa, che vede anche la collaborazione della Camera di Commercio è stata presentata nelle sede aretina dell’Ente camerale alla presenza del Presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi, del Segretario generale Marco Randellini e di Luigina Lomi Capria, Capo delegazione FAI Arezzo.
Presenti anche i rappresentanti di alcuni dei musei aziendali provinciali coinvolti nel progetto: Pierfrancesco Panella per ABOCA Museum, Giovanni Sassolini per Museo Busatti, Maria Gemma Bendoni per il Museo dell’arte della lana e del ferro battuto, Giuliano Centrodi per il Museo Unoaerre e Mariangela Alterini per il FAB LAB Alterini.
In rappresentanza del sistema scolastico provinciale, che sta attivamente collaborando con FAI e Camera di Commercio per il progetto di valorizzazione dei musei aziendali, hanno portato il loro saluto la Dirigente scolastica del Liceo classico “F.Petrarca” di Arezzo Mariella Ristori, la Dirigente del Liceo “Città di Piero” di Sansepolcro Daniela Frullani e il Prof. Carlo Squillantini dell’IISS “Galileo Galilei” di Poppi. Roberto Curtolo, dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, impossibilitato a partecipare ha voluto comunque confermare, attraverso una nota, il supporto e la collaborazione dell’Ufficio Regionale al progetto.
Per partecipare alle giornate è necessario prenotare la visita attraverso l’apposito sito internet del FAI www.giornatefai.it . Le visite si terranno sabato 15 pomeriggio e domenica 16 mattina e pomeriggio: per gli orari in dettaglio si invita a visitare il sito del FAI www.giornatefai.it.
Ecco una breve presentazione dei tre musei coinvolti:
MUSEO DELLE ERBE – ABOCA MUSEUM, Sansepolcro (AR)
In un prestigioso palazzo rinascimentale, Aboca racchiude i segreti delle piante medicinali e racconta la sua realtà aziendale attraverso due percorsi complementari: uno storico fatto di antichi cimeli, l’altro interattivo e multimediale.
Il percorso storico, Erbe e salute nei secoli, espone collezioni di antichi cimeli dal pregiato valore storico, scientifico e artistico: mortai, ceramiche da farmacia, purissime vetrerie, preziosi erbari e sorprendenti attrezzature da spezieria. La suggestiva ricostruzione dei laboratori di lavorazione affascina il visitatore e lo accompagna in un emozionante viaggio nei secoli attraverso le evoluzioni tecniche, le scoperte scientifiche e le innovative strumentazioni di precisione, con curiosità, aneddoti e con l’inebriante profumo delle piante officinali.
Di seguito, grazie ad Aboca Experience, Aboca si racconta con un percorso interattivo alla scoperta del lavoro di ogni giorno: dall’agricoltura biologica alla ricerca scientifica delle più moderne biotecnologie, dagli stabilimenti di produzione fino alle pubblicazioni della casa editrice.
Le visite, curate dagli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Città di Piero di Sansepolcro, guideranno gli iscritti prima attraverso il percorso storico Erbe e salute nei secoli e poi in interattivo Aboca Experience.
MUSEO BUSATTI, Anghiari (AR)
Busatti, azienda familiare che ha attraversato i secoli, attraverso la memoria storica del proprio Museo ribadisce il ruolo cruciale che il sapere artigiano ha avuto nello sviluppo del suo territorio.
È la fine del Settecento quando, a seguito dell’invasione francese, le truppe napoleoniche istallano ad Anghiari una produzione di divise per la Grande Armée: è l’origine del sodalizio indissolubile tra la famiglia Busatti e i tessuti, grazie all’intuizione di Giovan Battista Busatti di introdurre nelle cantine del Palazzo Morgalanti la lavorazione della lana al fine di consegnare coperte, uniformi e indumenti ai soldati napoleonici.
Il Palazzo, ancora oggi sede dell’azienda, era stato acquistato pochi anni prima per ospitare una bottega dove vendere un po’ di tutto, alimentari, filati, pane. Nel 1815 i Busatti si trasformano, con avvallo granducale da commercianti a artigiani filatori, iscritti dal 1820 nell’Atlante Generale del Granducato di Toscana quale fabbrica di filati grossolani. Nel 1842 Mario Busatti introduce otto telai di legno più un’orditura e mette al lavoro una decina di tessitrici: è la data ufficiale d’inizio della tessitura Busatti.
Durante le Giornate d’Autunno, gli studenti Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Città di Piero di Sansepolcro accompagneranno i visitatori in un percorso che ripercorre tre secoli di storia: non solo le cantine ma tutti i 5 piani del palazzo sono diventati la sede di una produzione tessile ancora oggi sinonimo di artigianalità e qualità.
MUSEO DELL’ARTE DELLA LANA E DEL FERRO BATTUTO, Stia (AR)
Gioiello di archeologia industriale, il vecchio complesso del Lanificio di Stia ha fatto la storia dell’economia del Casentino. Voluto dalla Fondazione Luigi Lombard, ultimi proprietari del lanificio, il Museo è suggestivamente immerso nei colori cangianti dei boschi casentinesi e ripercorre tutte le fasi di lavorazione artigianale e industriale della lana e del celeberrimo panno casentinese, di cui ospita gli storici imponenti macchinari.
Il Lanificio fu il primo stabilimento in Toscana ad impiegare macchinari importati dall’estero e alla fine del primo conflitto mondiale contava ben 500 operai, 136 telai e produceva oltre 700.000 metri di stoffa, tanto da diventare, dalla fine dell’Ottocento sotto la direzione della famiglia Lombard, il lanificio fornitore ufficiale della Reale Casa Savoia.
Con queste macchine veniva prodotto il celeberrimo panno casentinese, il cui tipico colore arancio “becco d’oca” pare sia dovuto a un errore nel cambio delle tinture da quelle naturali a quelle chimiche. Grandi estimatori del panno casentinese furono il barone Bettino Ricasoli, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Gabriele d’Annunzio che, durante la sua permanenza in Casentino, si fece preparare un taglio nel suo colore preferito, il Blue Avio. E chi non conosce il famoso cappotto disegnato da Givenchy e indossato da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany?
Durante le Giornate d’Autunno, gli studenti dell’IISS “Galileo Galilei” di Poppi accompagneranno i visitatori in un percorso espositivo che include anche una novità: nell’ottica della creazione di un polo culturale unico nel suo genere, il Lanificio di Stia è stato arricchito dalla presenza del neonato Museo del Ferro Battuto, frutto dei progetti creativi di centinaia di artisti internazionali che da più di 40 anni animano la Biennale Europea d’Arte Fabbrile di Stia.