“Mille e una nota”, musica e parole per la cultura di genere al Teatro Vasariano
Teatro e musica unite per diffondere una nuova cultura di genere tra le giovani generazioni. Il progetto “Donne in arte”, promosso dalle Acli di Arezzo con il sostegno dell’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Arezzo, volge alla conclusione con un nuovo ciclo di appuntamenti rivolti agli alunni di scuole superiori e università per stimolare una riflessione sul tema delle violenze e delle discriminazioni contro le donne. L’ultima iniziativa sarà lo spettacolo “Mille e una nota” che verrà presentato alle 10.20 e alle 11.45 di sabato 3 dicembre, al Teatro Vasariano, di fronte a un pubblico formato dagli studenti del Liceo Classico e Musicale “Petrarca”.
L’opera sarà messa in scena dalla voce narrante dell’attrice Silvia Martini accompagnata dal violino della polistrumentista Marna Fumarola che daranno vita a una suggestiva e intima ambientazione che porterà direttamente nelle atmosfere de “Le mille e una notte”, con una serie di fiabe inanellate una dopo l’altra e tenute insieme dal personaggio di Sherazade. Lo spettacolo si svilupperà tra racconti con musica dal vivo che parlano di donne, di asservimento e di libertà che troveranno il loro cuore nell’incontro tra la giovane fanciulla e il terribile Barbablù. Il tutto, con l’obiettivo di diffondere il senso della possibilità di una “rivoluzione femminile” improntata sull’ingegno e sulla bellezza. La visione di “Mille e una nota” sarà anticipata dai saluti e dalla presentazione dei dirigenti delle Acli, del Liceo “Petrarca” e delle Pari Opportunità del Comune di Arezzo che illustreranno la finalità della mattinata. Questo progetto di parole e musiche, già presentato all’Università degli Studi di Siena per la cattedra di Psicologia e Neuropsichiatria Infantile con il coordinamento della professoressa Laura Occhini, sarà poi replicato lunedì 5 dicembre con un’ulteriore rappresentazione nuovamente per le scuole che verrà ospitata dall’aula magna “Miriam Atri” del Liceo Artistico “Piero della Francesca”.