Un convegno sulla Giustizia Riparativa nell’ambito di Acli Life Festival
AREZZO – Un convegno per approfondire le opportunità della Giustizia Riparativa come strumento di reinserimento e pacificazione. L’iniziativa è promossa dalle Acli di Arezzo che, insieme alla sezione di Arezzo dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, hanno organizzato per le 17.30 di giovedì 1 giugno un’occasione di informazione e approfondimento su un delicato tema giuridico con la presenza della dottoressa Chiara Valori, giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Milano. Questa giornata, inserita nel calendario della rassegna Acli Life Festival, sarà ospitata dalla Sala Rosa del Comune di Arezzo e sarà a partecipazione libera per l’intera cittadinanza.
La volontà è di dar vita a un confronto per far luce sulle più recenti frontiere dell’approccio della Giustizia Riparativa che fa riferimento alla risoluzione dei reati attraverso la partecipazione attiva della vittima, dell’autore dello stesso reato e della società, con l’aiuto di una terza persona. Questo strumento implica la progettazione di azioni positive con un forte spessore etico e di interventi di reinserimento che vanno oltre all’idea di risarcimento e di compensazione del danno, per gettare le basi per un futuro agire responsabile. L’argomento sarà trattato dalla dottoressa Chiara Valori, esperta sul tema con lezioni tenute anche in ambito universitario. L’evento sarà ulteriormente arricchito dalle parole del dottor Riccardo Scandurra (direttore amministrativo dell’Area Esecuzione Penale del Tribunale di Pistoia) e dell’avvocato Amedeo Stoppa (presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati di Arezzo), prevedendo anche la presenza dell’UIEPE – Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna di Firenze. «La rassegna Acli Life Festival – commenta Luigi Scatizzi, presidente delle Acli, – sta riunendo relatori di spessore nazionale per approfondire varie tematiche di stretta attualità: dopo previdenza e geopolitica, ora sarà la volta della Giustizia Riparativa che configura una nuova frontiera come strumento per pacificazione, costruzione di nuove relazioni e reinserimento sociale».