Si scrive “re-internalizzazione” e si legge “perdita di posti di lavoro”
“E’ il primo passo – riferisce FP CGIL Arezzo – di un processo di re-internalizzazione del servizio, che, entro alcuni mesi, verrà reso integralmente pubblico, passando sotto il controllo della Azienda USL Toscana Centro”.
Il 116, 117 e il 112 sono i numeri che dovremo comporre quando sarà necessario avere accesso alle cure mediche non urgenti (la Guardia medica per intendersi) e per attivare il sistema dell’emergenza. Fino ad oggi questo servizio è stato garantito con competenza e professionalità dai lavoratori e dalle lavoratrici dell’Associazione Esculapio e della Croce Rossa, a cui il bando valorizza l’esperienza e le abilità maturate con 13 miseri punti su un totale di 100.
“Non si possono sacrificare sull’altare della re-internalizzazione posti di lavoro!”, afferma Alessandra Ricciarini, Segretaria della FP CGIL di Arezzo. “E’ un’operazione che ci preoccupa poiché non offre alcuna garanzia agli attuali lavoratori che non avranno nessuna certezza di continuare nel loro lavoro, e che vedranno, in ogni caso, allontanarsi il posto di lavoro recandosi ad oltre 80 km dall’attuale sede .”
Le aziende sanitarie della Toscana in questo momento stanno attuando programmi di contenimento della spesa del personale, che dovrà tornare ai numeri del 2004 ridotti dell’1,4%, in ossequio ad una previsione di riduzione del fondo sanitario nazionale voluta dalle attuali politiche di governo. Ciò significa che la USL Toscana Sud Est non sarà in grado di garantire il pieno turn over del personale sanitario e, tuttavia, ritiene cruciale questa re-internalizzazione.
“Si affidano al privato servizi chiave che rappresentano il core delle attività sanitarie, come le cure intermedie”, ricorda Gian Maria Acciai, Segretario Generale della FP CGIL di Arezzo, “chiediamo che si seguano in modo altrettanto convinto processi di re-internalizzazione anche per i servizi sanitari con assunzioni di medici, infermieri, oss, tecnici e amministrativi . Partire dai servizi accessori, per quanto importanti ha il sapore della mera propaganda! Nel territorio aretino sette operatori ed operatrici della Centrale Operativa con ogni probabilità perderanno un posto di lavoro a tempo indeterminato, restando senza lavoro e senza risorse per sé e la propria famiglia se non adeguatamente tutelati”.