Ricorso Procura, Macrì: “Fiducioso, la Corte d’Appello avrà modo di condividere argomentazioni di assoluzione”
Arezzo 24 ha raccolto la prima reazione di Francesco Macrì alla notizia del ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Arezzo alla sentenza, pronunciata al Tribunale di Arezzo lo scorso 28 febbraio e le cui motivazioni furono rese note lo scorso 25 maggio.
“Atto proceduralmente legittimo della procura aretina – dichiara Francesco Macrì – nonostante il collegio dei tre giudici che hanno condotto il processo per mesi, mi abbia assolto con la formula più ampia e con motivazioni depositate che non lasciano spazio a dubbi o zone d’ombra. La Corte d’Appello avrà modo di verificare le carte, le solite, e confido che condividerà le argomentazioni con le quali il Tribunale di Arezzo mi ha assolto perché il fatto non sussiste e non costituisce reato.
Verranno nuovamente riproposti i solidissimi argomenti già avallati dalla magistratura aretina”.
Conviene precisare che non sono emersi nuovi elementi di indagine. Sarebbe impossibile dal punto di vista processuale. L’appello avverso la sentenza è stato predisposto e depositato col fine di rivalutare gli elementi già esaminati in primo grado. La Procura della Repubblica di Arezzo ha impugnato la sentenza del processo Coingas Estra relativamente al filone delle assoluzioni dall’accusa di peculato. Tra gli assolti dal capo d’imputazione di peculato, il 28 febbraio 2023 e ora nuovamente chiamati in causa, il commercialista Marco Cocci, per il quale il pm Roberto Rossi (nel frattempo nominato dal Csm Procuratore Generale della Corte d’Appello di Ancona) aveva chiesto 4 anni e l’avvocato Pier Ettore Olivetti Rason, 4 anni e sei mesi la richiesta, 3 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici la condanna. Oltre a loro, viene richiamato in causa per concorso in peculato il presidente di Estra Francesco Macrì, assolto, com’è noto, da ogni capo d’imputazione.