Mengo, Ranieri, cena bianca in Piazza Grande. Caldo: ecco le zone più fresche di Arezzo
Sono stati meritatamente positivi i giudizi sul Mengo Festival. Tanta gente, tanta musica e una parte del centro di Arezzo, spesso dimenticata, che torna ad essere affollata dai cittadini. Qualcuno si è lamentato (come sempre) per il disturbo al grido di “Se vuol dormire!”, ma a questi andrebbe detto che una città di centomila abitanti e relative esigenze anche ricreative, non può avere né la quiete e né gli orari del Garbasso pre/tribunale, quando alle 8 e mezzo di sera passava il carretto con il bricco del caffè d’orzo e poi (a tirar de lungo) alle nove se volevi te davano le gocce per dormire, te vuotavano la caraffa dell’urina e andavi a letto. Anche Massimo Ranieri, che in settimana ha tenuto anche lui un concerto al Prato, ha dedicato due sue canzoni ad Arezzo che sono attualissime per la città. Una era “Se bruciasse la città (con questo caldo), e l’altra era “Erba di casa mia” (per via di molte erbacce cittadine ormai arrivate alle case). Ma a chi nella città di Guido Monaco si lamenta della musica (qualunque sia) anche il grande Massimo Ranieri invece di “Rose Rosse” avrebbe dedicato “pisciacani gialli”, o al limite parecchia camomilla per riposare.
È stata la settimana, anche per Arezzo, dell’impatto col gran caldo africano e si sono cercati ovunque dei rimedi. La gente cercava luoghi dove tirava un po’ d’aria, ma poi invece che tirarci l’aria ci tirava i moccoli. Chiunque incominciava a soffiare come dopo 40 minuti a ascoltare la suocera. Gli esperti meteo, i medici, il Comune, le forze dell’ordine, il dopolavoro Ferroviario, la Banda dello Zivago di Indicatore, la bocciofila del lancio della rulla di Toppole e anche il figliolo del poro schifoso continuano a raccomandarsi di bere molto e mangiare frutta. Ma con quel che costano acqua e frutta, la gente si scalda ancora di più. Il caldo è talmente percepito che aumenta qualsiasi altro tipo di percezione. C’è chi appoggiando la testa su una gallina, sente se c’ha l’uovo senza stare a tastare. E in giro si cominciano a vedere persone che, causa eccesso di aria condizionata, hanno il collo diritto come quello del pappagallo dove pisciare e la schiena piegata come a cercare i ragaggioli. C’è anche chi sdrammatizza dicendo che la mattina dopo potrebbe fare la guazza o brinare, o se non sdolca, anche due fiocchi di neve! Per i primi giorni della prossima settimana la situazione potrebbe addirittura peggiorare e si raccomanda di stare all’ombra, evitando quindi gli alberi davanti all’ipercoop e piazza della Stazione che, secondo esperti botanici e luminari endocrinologi, faranno ombra quando il cazzo mette l’unghia. Sempre davanti alla Stazione, comunque, i monoliti in pietra serena che qualcuno chiama panchine, a 40 gradi a tutto sole potranno essere utili per un ottimo servizio di barbecue per rocchi o costolicci. Si sta addirittura pensando a modifiche degli orari di lavoro, quindi, ad esempio, anche a Campo di Marte lo spaccio potrebbe cominciare in ore più fresche… tanto poi al fresco non ce li fa stare nessuno.
Analizzando le temperature, si scopre che la zona più “fresca” del territorio aretino è quella tra Palazzo del Pero, Molin Nuovo e Le Ville e quindi sono nati subito alcuni hashtag di promozione per queste zone. Eccone alcuni:
“Se il caldo ti sta sul cazzo… non fare il pazzo…corri al Palazzo”. Oppure “un po’ di fresco ”’ndo lo trovo? Di sicuro al Molin Nuovo!” E anche: “Se sei da strizzare sai dove andare. O vai alle Ville o sei un imbecille… e poi te ne restano mille (che non c’entra niente ma faceva rima).
Nella splendida cornice di Piazza Grande e con l’organizzazione di Confcommercio, si è svolta in settimana ad Arezzo la tradizionale “Cena bianca”, con oltre 700 commensali rigorosamente vestiti di bianco, per un convivio e colpo d’occhio veramente unico. A dire il vero ad Arezzo la cena in bianco è sempre stata un’altra cosa. La cena in bianco si faceva da malaticci o dopo un ricco pranzo tipo da cerimonia.
Infatti la cena in bianco prevedeva riso (appunto in bianco al burro, o semolino, barbina o grandinina senza olio, farinata e in estrema aggiunta gallina lessa senza salsa. A seguire, se avevi mangiato parecchio nel pranzo di cerimonia, ci poteva essere la “notte bianca”, nel senso che non chiudevi occhio per “arcacare” tutto il pranzo. Durante la serata della cena, in Piazza Grande è stato installato un “pavimento” in erba che rimarrà fino a fine settimana. Poi verrà tolto, nel timore che l’erba alzi come in altre zone cittadine. Tra gli ospiti della serata della Cena bianca 2023, anche il Presidente della Regione Eu/genio Giani, che invece che bianco, diventa rosso (dalla vergogna e non politicamente… ci mancherebbe!) tutte le volte che gli rammentano che l’ospedale di Arezzo è carente di personale da tempo. Speriamo sia il momento che provveda, magari con un assegno… in bianco!
In questi giorni Arezzo sta ospitando il Congresso dei Testimoni di Geova.
Per chi non lo è, speriamo di non cadere nella tentazione, peccatrice e di vendetta, di andare a suonargli il campanello durante l’ora di pranzo o di pennichella. Ma siamo sicuri che non succederà e che si porterà pazienza, che tra l’altro è anche il tema del Congresso. Da apprezzare anche chi ha scelto Arezzo come luogo dove parlarne, di pazienza. Anche perché terra dove di pazienza, c’è n’è sempre stata poca, forse perché ci piace più chiamarla “pacenzia” (che da più idea della pace), o forse perché se in tutto il mondo la pazienza ha un limite, a Arezzo c’ha proprio i dissuasori!
E per finire l’oroscopo: se in amore vi sentite in calore non illudetevi; con quest’afa si va in calore anche a sbadigliare!