Politica di cartapesta, personaggi di cartapesta
La politica da quel momento ha smesso di essere arte del governare e è diventata un’opera buffa, perché la costruzione del consenso non passa da un giudizio sulle cose fatte ma trova alimento nel teatrino quotidiano sostenuto da social e Tv.
La politica, senz’arte né parte, vive di fondali di cartapesta e di uomini e donne di cartapesta, chiusi in un bozzolo sulle cui pareti rimbalzano i problemi della gente.
Fateci caso, non esiste più la politica del fare (nel bene e nel male) esiste la politica dell’annuncio, fatta di inaugurazioni fasulle, doppie cerimonie, opere incompiute, soldi spesi senza idee e senza programmazione, “tanto paga l’Europa”, dimenticando che quei denari qualcuno li dovrà rimettere.
In questo contesto Il PNRR più che un’opportunità è una dannazione. Denari che con una pianificazione seria potevano essere linfa vitale per le imprese e per i territori vengono dispersi a cianfo in cantieri che oggi danno lustro a chi spende ma che domani peseranno sulle generazioni future.
Non bisogna andare troppo lontano per averne qualche esempio, basta affacciarsi dalla finestra: opere avviate in assenza di programmazione, lavori che viaggiano a rilento, progetti senza né capo né coda. Il tutto corroborato da annunci, manifesti, pubblicità, tutte parole destinate ad essere portate via dal vento.