La malattia che infetta questo bellissimo paese
Penso al ragazzo accoltellato a Lecco davanti alla madre, al musicista sparato a Napoli per un motorino parcheggiato male, al bimbo ucciso in auto a Roma da quattro youtuber. Al giovane infilzato con una fiocina nelle Marche.
Penso al barbone Frederick massacrato di botte e penso anche alla povera capretta ammazzata a calci per gioco ad Anagni, all’orsa Amarena presa a fucilate in Abruzzo. Uomini e animali uniti da un unico destino di violenza gratuita.
E per finire penso ai vandali che rovinano le opere d’arte, alle baby gang che occupano strade e piazze.
Per anni, in nome di un approccio sociologico e di una carità pelosa, abbiamo sopportato il degrado, la piccola criminalità, la caduta dei valori civili. Ed oggi il quadro che ci troviamo davanti è diventato scuro come la notte. Non passa giorno senza un atto di assurda violenza
Una violenza che in moltissimi casi si alimenta nei social e in talune trasmissioni Tv.
Leggevo che ormai i giovani criminali campani parlano e si vestono come i personaggi di una famosa serie televisiva. La finzione si è sovrapposta alla realtà e non il contrario.
Senza alcuna mediazione culturale, senza filtri questi meccanismi diventano luoghi dove tutto è permesso, dove tutto è un gioco, anche la vita delle persone, anche la loro dignità.
Un fiume senza argini che quando deborda diventa cruda realtà e il sangue è sangue vero e le vite non sono sostituibili: si spezzano e non ritornano più.
Tutto ciò certifica il fallimento di una cultura che per anni si è abbeverata alla fonte di una malintesa tolleranza, un approccio basato sul giustificazionismo sociale ed economico.
Oggi si impone un cambio di marcia, PERCHÉ SE È GIUSTO ESSERE RADICALI NELLA DIFESA DEI DIRITTI SOCIALI E CIVILI AL TEMPO STESSO OCCORRE ESSERE CONVINTI CHE «NON C’È VERA LIBERTÀ SE NON È GARANTITA LA SICUREZZA DEL VIVERE QUOTIDIANO».
E questo vale anche da noi, tutti a parlare di sicurezza ma poi quando arrivano le ondate di furti, i vandalismi, le prepotenze di quattro scagnozzi siamo impreparati e alziamo le braccia in segno di resa. Questo non deve avvenire!
I tanti Caivano che infettano questo paese si “bonificano”, per usare un’espressione di moda, con una buona dose di giustizia sociale, istruzione ma anche e soprattutto con la mano inflessibile della legge e la certezza della pena.
Foto Ansa