Il pianerottolo di casa come prima culla – Foto
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Recita così il biglietto d’accompagnamento a un regalino che i soccorritori della Misericordia di Arezzo protagonisti di questo episodio hanno firmato e personalmente consegnato l’altro ieri mattina a una mamma molto grata, soprattutto a loro per averla assistita – insieme al personale sanitario dell’ASL 118 – durante un parto che definire “movimentato” è forse ancora poco.
Parte della ricostruzione dei fatti ce la fornisce proprio l’operatrice più giovane in ambulanza, Giulia Carboni, volontaria, avvicinatasi alla Misericordia dopo aver assistito presso la sua scuola – il liceo Scientifico, durante il IV anno – a una delle sedute di divulgazione e orientamento al volontariato socio-sanitario-assistenziale promosse dalla Misericordia di Arezzo. Giulia, che oggi frequenta il V anno dello Scientifico, ha nel frattempo conseguito la qualifica di soccorritore livello base e iniziato a giugno scorso a fare esperienze di uscite sui mezzi di soccorso.
Certo non dimenticherà facilmente questo primo “codice rosso” in cui si è trovata coinvolta in prima persona come aggregata all’equipaggio! Catapultata in pochissimi minuti nella concitazione di un evento raro ma in fondo tutt’altro che inverosimile, Giulia ha fatto comunque egregiamente la sua parte, dando sostegno psicologico alla mamma in questione…tenendole la mano stretta nella sua.
«Rapidità d’intervento, professionalità sul da farsi ma anche umanità sono infatti i tre parametri che raccomando sempre di esercitare», sottolinea il Governatore della Misericordia di Arezzo prof. Pier Luigi Rossi.
Sono Tommaso Bonanni, autista-soccorritore dell’equipaggio, e Evelin Rossi, volontaria e primo soccorritore – nonché sua moglie – che completano il racconto: «…attivati dalla centrale operativa del 118 siamo arrivati sul posto, seguiti a ruota dall’automedica ASL, trovandoci di fronte una situazione già evidentemente al limite. La mamma aveva contrazioni ormai molto frequenti. È stato stabilito di portarla comunque in ospedale, come protocollo prevede proprio a motivo dell’imminenza del parto, perché in ambiente protetto è più facile affrontare con successo qualsiasi eventuale complicazione. Ma il piccolo non ha concesso altro tempo e, proprio mentre stavamo sospingendo la carrozzina con sopra la mamma verso l’ascensore – l’episodio è accaduto al 5° piano di un condominio – ha deciso di venire alla luce! Così ci siamo trovati a dover ultimare il parto letteralmente sul pianerottolo di casa…a terra! Del nascituro ormai si distingueva nettamente la testa già fuoriuscita. Il babbo cercava di aiutarci in tutti i modi. Il medico, una dottoressa, ha fatto il resto, accogliendo l’ultima spinta, che le ha depositato sulle mani il piccolo…finalmente in grado di emettere il primo vagito!»
«Un mare di emozioni per tutti. Intensissime! E inimmaginabili, a non essercisi ritrovati di persona…», dicono quasi all’unisono tutti e tre i nostri protagonisti, visibilmente ancora elettrizzati nel riparlare dell’evento. «Anche se nei nostri interventi siamo abituati ad aspettarci le cose peggiori – sottolinea Evelin – poter assistere talvolta a eventi così positivi è molto, molto bello!»
«Tra l’altro – aggiunge Tommaso – mi sono ritrovato io stesso il piccolo tra le mani per un momento, il tempo che la dottoressa eseguisse il “clampaggio” (= interruzione del cordone ombelicale con due pinze speciali in dotazione-n.d.r.)»
«Il taglio del cordone ombelicale è stato poi effettuato in ospedale dal personale di Ostetricia e Ginecologia, con la mamma ancora sopra la nostra barella – osserva non senza un pizzico d’orgoglio Tommaso – ed è difficile distogliere il pensiero dal fatto che, essendo considerato convenzionalmente come l’atto di nascita effettiva, quel momento sia accaduto proprio sulla barella della nostra “Mike 110”!»
Tutti i protagonisti della Misericordia di Arezzo non si lasciano sfuggire l’occasione per raccomandare fin da ora alla famiglia del neonato di frequentare appena possibile uno degli ormai celebri corsi di “sicurezza nell’infanzia e disostruzione delle vie aeree in età pediatrica” che la Misericordia di Arezzo tiene periodicamente, sia in collaborazione con ASL sia autonomamente. Nonché il prossimo corso per soccorritore di base, previsto già in ottobre (Informazioni ottenibili anche scrivendo a formazione@misericordiaarezzo.it ).
Come a ricordare che “la Misericordia di Arezzo c’è!”, sempre e comunque, per esercitare quella continua azione di vicinanza alle persone, in ogni fase della loro vita.
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