Fiera del mestolo, il nuovo ponte, diari scolastici e cattivi odori: la settimana aretina

Chi negava di non esserci stato era smentito dalla fiatella all’aglio e dalla bazza unta dalla porchetta, altri con pezzi di caramellato del croccante nelle labbra, e altri ancora con le molliche dei brigidini addosso.
Chi dice che alla fiera ci son sempre le stesse cose, lo dice ormai da 50 anni e forse è per quello che ci torna sempre. Anche perché, ad esempio, ci si va a vedere sì pappagallini, bengalini  canarini, ma anche qualche passera. Al banco che vendeva i cartelli tipo “suonare il campanello” o “attenti al cane” non era presente il cartello “occhio alle buche”. Pare li abbia comprati tutti il Comune per piazzarli nelle strade. Richiestissimo anche il cartello che invita giustamente la gente a gettare i rifiuti nei bidoni e non per terra. Successone anche per i banchi con l’intimo maschile e femminile, perché coi tanti ladri e delinquenti al giro c’è sempre da cacassi adosso. Estremamente utile anche l'”acappatizzoni” utile per la legna del caminetto, anche se a Arezzo per acappare parecchi tizzoni basta girare un po’ nelle zone del degrado e se ne trovano diversi. Buoni anche gli affari per chi vendeva le mollette da bucato, usate per tappassi il naso nelle zone dei puzzi e ovviamente non poteva mancare anche l’acquisto del tradizionale mestolo, in formato gigante, da usare per le tante zanzare in giro.
E a proposito del problema del puzzo e delle zanzare, sembra ormai emergere chiara una unica soluzione Municipale ai due problemi. Infatti ora al Comune provano a far asfissiare le zanzare dal puzzo, dopo che prima han provato a farle diventare cieche, dato che con le disinfestazioni gli facevano le seghe. Questa tesi delle disinfestazioni che fanno una sega e quindi fanno calare la vista, è confermata anche dal fatto che in molte zone di Arezzo le disinfestazioni non le ha viste nessuno. Le zanzare quindi, ormai cieche e costrette anche a tappassi il naso con le ali per via del puzzo, oltre a non volare più, son destinate a dare qualche capata in giro. Le zanzare quindi hanno le ore contate e finiranno presto i tornei di padel con le racchette da zanzara in diverse case aretine. Ecco il perché e l’utilità del puzzo e delle disinfestazioni.
Inaugurato in settimana il nuovo ponte provvisorio alternativo a Ponte Buriano e realizzato dalla Provincia. Essendo alternativo è ovviamente funzionante a senso unico alternato e non poteva essere altrimenti. Qualche dubbio sull’altezza della struttura dal letto del fiume; vorrà dire che nelle prossime edizioni della spollinata con le barche, se il livello dell’Arno sarà alto, ci vorrà un casco da moto per non battere una capata sul ponte. Presenti al taglio del nastro il Presidente della Provincia Alessandro Polcri, che abbagliato da tanta bellezza si è presentato con occhiali da sole scuri. Presenti anche il Prefetto Maddalena De Luca in completo azzurro in onore dell’acqua dell’Arno (magari) e il Comandante della Municipale Poponcini che ora sul ponte ha tagliato il nastro, ma se la gente non farà a modo ci taglierà qualche patente. Per il Comune di Arezzo era presente il Consigliere Comunale e provinciale Simon Pietro Palazzo. Assente il Sindaco Ghinelli, che ultimamente a livello di ponti preferisce quello di Brooklyn e il Golden Gate. Assente anche la Vice Sindaco Tanti che ha detto che i ponti provvisori non li sopporta neanche se se li dovesse fare dal dentista. Buona e meritata pensione dunque al vecchio Ponte Buriano e ottima l’iniziativa di inaugurare il nuovo ponte prima dell’inizio della scuola, anche se di solito la scuola poi di ponti ne fa sempre parecchi per conto suo.
E a proposito di scuola, è cominciato anche ad Arezzo l’anno scolastico 2023/24. E, strano a dirsi, gli studenti hanno… ballato. Ma non dalla gioia, ci mancherebbe! I balli erano dentro le corriere; o quando prendevano una buca o quando dovevano ballare da una corriera all’altra perché col sistema delle linee autobus con le lettere, oltre ad esserci meno corse, gli studenti, specie quelli provenienti dalle estreme periferie o fuori città, sono spesso costretti a cambi di pullman per raggiungere la scuola. Un vero ballo insomma. E il tutto condito dall’aumento dei prezzi, che se è vero che le linee non  sono più  indicate in numeri ma in lettere, i numeri sono rimasti nei biglietti e abbonamenti, che infatti costano una cifra.
E i prezzi, che aumentano tutti, sono aumentati anche per altre cose legate alla scuola. E quindi A GRANDE RICHIESTA, ripetiamo volentieri gli effetti ad Arezzo sugli aumenti dei libri. E quindi, ad esempio, è emerso che il libro di matematica costa una cifra; il libro di lingua estera, letto il prezzo la lingua te la fa mordere; il libro di religione appena lo paghi son madonne; il libro di storia è il più caro degli ultimi 2 secoli e il libro di geografia caro così non si trova neanche a girare il mondo.
La divina commedia, appena sai il prezzo, a Dante invece che in paradiso, in purgatorio o all’inferno, lo manderesti in culo.
Se compri il vocabolario, quando senti il prezzo rimani senza parole e per il prezzo del libro di grammatica gli aggettivi non bastano; per il libro di Latino il conto corrente va in De Profundis. Per non parlare del libro di chimica, che dopo che lo hai pagato, rimani acido tutto il giorno. A chi serve l’Eneide, l’Iliade o l’Odissea, spera che Troia sia il nome della mamma di chi ha deciso il prezzo e non il luogo narrato in quei poemi e chi deve prendere i Promessi Sposi, dopo aver letto il prezzo, desidera che la peste li faccia fuori tutti. Oltretutto è aumentato di prezzo anche altro materiale scolastico: i quaderni oltre che a righe o quadretti si possono comprare a rate, le righe costano meno se uno se la fa di cocaina che se compra quella di plastica per geometria e le gomme da cancellare ormai ci sono invernali o quattro stagioni. Per fortuna c’è una novità sui diari scolastici, creati in esclusiva per Arezzo. Eccone alcuni: il Diario Lucertola, che se ci scrivi di domenica ci trovi scritto “Oggi non c’è scuola, tacchinooo!” Il Diario Monopattino che dopo pochi giorni non ti ricordi dove lo hai lasciato; il Diario Ghinelli, dove però diversi giorni dell’anno mancano; il Diario Tanti, esaurito in pochi minuti come  voucher Tempo Bello; il Diario PD che non sai dove comincia e dove finisce e poi non ci sono pagine a sinistra e se ci scrivi con la penna rossa non funziona; il Diario Andrea Scanzi, che se è peso come lui, pesa più di un vocabolario; il Diario Bertelli che dato che compra tutto, dopo due mesi che ce l’hai, lui te lo ricompra; il Diario Puzzo, che quando lo apri arriva una vampata come dalla zona San Zeno San Giuliano; e per ultimo il Diario Lavori pubblici: lo compri per pochi mesi, ma a volte ti dura qualche anno.
Buona scuola a tutti!
E per finire l’oroscopo (e un consiglio): se vi siete appena confessati, non andate a mettere la benzina.

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