Il mondiale perde i pezzi come l’Arezzo – Arezzo – Mosca A/R di Francesco Caremani
Nei gruppi ci hanno lasciato le penne Serbia e, soprattutto, Germania, campione del mondo in carica.
Eliminati, quindi, pure i vice campioni e quelli d’Europa, resta in corsa la Francia che quella finale l’ha persa in casa e che è ancora più giovane e spavalda di due anni fa. Molti (troppi) hanno parlato di caduta degli dei, se il calcio è l’Olimpo di questa società e i calciatori gli eroi moderni che tutti sognano di emulare, più fuori che dentro il campo. Molto più semplicemente, nel calcio si pagano sempre presunzione e idee cervellotiche, che spesso imbrigliano il talento, soprattutto quando fine a se stesso e non dedicato alla causa comune.
Di fatto è un ricambio generazionale e lo dimostra il lato ‘debole’ del tabellone, dal quale uscirà fuori una finalista, come minimo, inattesa. Ne sapremo di più e meglio nei prossimi giorni.
Anche l’Arezzo perde i pezzi e non dipende dal Mondiale. Dopo Sabatino e Muscat è stata la volta di Davide Moscardelli.
Arrivato in città come personaggio, ricordando le sue battaglie mai banali sui diritti civili, ha conquistato tifosi e fascia da capitano, dimostrandosi all’altezza proprio nella stagione appena trascorsa, dove il suo carisma è stato il faro per un gruppo di ragazzi sapientemente, intelligentemente e umanamente guidati da mister Pavanel; guai a dimenticarlo.
Sui social si sprecano i commenti del tipo «… la maglia resta, i giocatori vanno», ma nessuno riesce in realtà a mitigare il dispiacere per questo divorzio.
Adesso c’è una società nuova, con nuove teste e nuovi obiettivi, anche tecnici, una società fatta di uomini che stanno mantenendo le promesse, poche e ben ponderate, cercando di costruire una squadra realistica per possibilità e categoria.
Lo si è evinto subito dalla scelta dell’allenatore, che insieme ad alcuni nomi che girano, pare avere inaugurato una nuova stagione amaranto, dalle pieghe bianconere.
Non si registra in merito alcuna alzata di scudi, quindi «vadi Capovaro, vadi».
La verità, nuda e cruda, è che nel calcio le favole non esistono e se qualcuno volesse obiettare che quella della salvezza dell’Arezzo, contro tutto e tutti, lo è stata si sbaglia di grosso, facendo un torto a tutti i protagonisti di una reale impresa, sportiva e umana; altro che favole.
Lo ha dimostrato anche Kasper Schmeichel, il portiere della Danimarca e del Leicester City, il quale ha parato il rigore di Modric che avrebbe deciso la partita ai supplementari, poi altri due nella sfida finale, ma Danijel Subašić, numero uno croato del Monaco, ne ha intercettati tre, regalando alla sua Nazionale i quarti di finale.
Ricordate la storiella del dito e della Luna? Eccola qua, un’altra volta ancora.
Subašić non ha novelle da raccontare, non ha un padre ingombrante e pochi ricordano il rigore parato a Sergio Ramos a Euro 2016. Davide Moscardelli i rigori non li para, nel caso li segna, e può continuare a giocare dove vuole, ma quello che è stato ad Arezzo non lo è stato mai prima e non lo sarà mai più.
Se lo ricordi e, soprattutto, ricordiamocelo noi quando lo ritroveremo da avversario, altrimenti più che fare un torto a lui lo faremo alla storia amaranto.
Da Arezzo è tutto, linea a Mosca.
- continua