“Tac” alla vegetazione: sui fiumi arriva il Green Doc

Oltre 2.000 piante nate e cresciute lungo i corsi d’acqua aretini sono state sottoposte a visita. Lo screening vegetale di massa è stato organizzato dal Consorzio 2 Alto Valdarno e affidato a un “medico” che, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, ha passato al setaccio oltre 11,5 km di aste fluviali. Obiettivo: verificare lo stato di salute della vegetazione presente che, in qualche caso, potrebbe avere ripercussioni pesanti anche sulla salute dei fiumi.

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Sono stati passati al setaccio gli alberi lungo il Castro, da largo Campioni/via Signorelli verso monte fino a dopo le casse di espansione per 3,4 km; il Bicchieraia, dalla confluenza con il Castro fino alla fine di via Anconetana per 3,2 km; il Vingone, da dopo la Due Mari fino alla località Spoleto per quasi 2,8 km e in alcune zone interne alla strada statale; e il rio di Valtina, dalla confluenza con il Vingone fino a Valtina Bassa per un chilometro e mezzo.

In base alle condizioni di salute, valutate con un’ispezione visiva, il “dottore green” ha emesso il suo verdetto: abbattimento per alcuni esemplari giudicati incurabili, opportunamente evidenziati con una croce fosforescente sul fusto. Per gli altri, la prognosi in prima battuta è rimasta riservata e la terapia da adottare sarà condizionata all’esito degli accertamenti strumentali più sofisticati. Un’indagine approfondita, condotta con l’ausilio di apparecchi all’avanguardia, che ha preso il via oggi e che, in una prima fase, interesserà una quarantina di piante.

Le prime ad essere sottoposte a visita specialistica sono quelle posizionate nelle zone più urbanizzate e di dimensioni importanti: un diametro superiore ai 40 cm a petto d’uomo e un’altezza di 12-15 m. L’esito delle analisi aiuterà l’esperto a stabilire i tempi e i modi di intervento, per mettere progressivamente in sicurezza la vegetazione arborea e, di conseguenza, corsi d’acqua e pubblica incolumità.

La caduta di una pianta verso l’alveo potrebbe determinare un rischio idraulico se, in seguito alla caduta, andasse a ostruire il corso d’acqua, a danneggiare le sponde o le arginature e tutte le opere presenti lungo l’asta“, spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, referente di area del settore difesa idrogeologica del Consorzio 2 Alto Valdarno che insieme alla collega, la geometra Giulia Pierozzi, questa mattina ha partecipato con l’équipe del dottore forestale Massimiliano Hajny al nuovo check up sulle prime piante giudicate a rischio.

“L’apparecchio utilizzato, composto da una serie di sensori collegati elettricamente, misura la velocità con cui il suono si propaga all’interno della pianta e, basandosi sulla densità del legno, permette di fare una scansione della parte interna del fusto. In parole povere sottopone l’alberatura a una sorta di Tac. In base all’esito ottenuto, potremo decidere in modo mirato se, come e quando intervenire”, precisa il dottor Hajny.

“Il nostro obiettivo”, sottolinea l’Ing. Lanusini, “è garantire la sicurezza idrogeologica, rispettando l’habitat fluviale. E quindi la salute delle piante che vivono lungo il fiume, soprattutto quando queste appartengono a specie autoctone e di pregio. Monitorarle con costanza e intervenire tempestivamente consente di mantenerle in forma e di fare una corretta prevenzione, per evitare soluzioni di urgenza, più drastiche e definitive; per salvaguardare il patrimonio verde della città e, nello stesso tempo, per garantire la pubblica incolumità”.

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