Il rischio alluvioni si combatte unendo le forze Ar24Tv

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Dal terzo Forum di Legambiente tenutosi alla Borsa Merci di Arezzo sono emerse proposte di lavoro per il futuro. Per difendere il territorio e per gestire la risorsa idrica le parole d'ordine sono prevenzione e collaborazione

“Per la terza volta consecutiva Legambiente Toscana ha fatto di Arezzo la “capitale” dell’acqua scegliendola come cornice per il forum annuale dedicato alla risorsa che, quest’anno, e dopo i drammatici fatti che hanno colpito il territorio regionale non poteva essere diversamente, è stato dedicato al pericolo alluvioni, allagamenti e frane, amplificato dai cambiamenti climatici”, spiega Serena Stefani, Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e vice Presidente di ANBI Toscana, intervenendo alla tavola rotonda conclusiva, insieme a Gaia Checcucci, Segretaria generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Settentrionale, e l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni.

“E’ stata l’occasione per verificare i cambiamenti in atto e valutare nuove strategie comuni per affrontare situazioni meteorologiche sempre più complesse, che investono territori sempre più difficili da gestire. E’ emersa più forte rispetto al passato la necessità di lavorare sul fronte della prevenzione, che significa giocare di anticipo sui fenomeni avversi. La legge regionale 79 ha prevenuto i tempi: dieci anni fa introducendo il contributo di bonifica ha permesso di eseguire una manutenzione ordinaria su tutto il reticolo di gestione. In questi ultimi dieci anni è cambiato lo scenario. Oggi, si rende necessaria l’adozione di una strategia condivisa, con l’Autorità di Bacino Distrettuale e con la Regione per nuove opere strategiche e ripensare un nuovo modo di intervenire nei territori in ottica più attenta all’ambiente. In questo senso, una mano importante arriva dai contratti di fiume che riescono a mettere “attorno al fiume” tutti i soggetti e ci consentono di far sintesi e puntare a una gestione del territorio moderna ed efficace”.

“I cambiamenti climatici con cui siamo costretti a fare i conti continuamente ci dicono che dobbiamo valutare con attenzione le opere che servono realmente. Questo significa avere a disposizione mappature del rischio costantemente aggiornate, per una pianificazione sempre attuale. Nonostante la legge preveda la modifica di questi strumenti con cadenza seennale, l’Autorità ha previsto un monitoraggio in continuum. Se in passato sei anni non venivano considerati un arco di tempo significativo, oggi, la frequenza e la forma degli eventi che colpiscono il territorio ci obbliga a stare al passo e ad avere una fotografica scattata sempre in tempo reale. Una scelta che ha fatto della nostra Autorità un esempio di buone pratiche. Un’altra grande sfida che abbiamo di fronte è non ingessare i territori e conciliarne la fruizione con interventi importanti che devono essere fatti dove servono, per poter gestire solo rischio residuale. In poche parole se non si trattiene l’acqua a monte di Firenze, Firenze continuerà ad essere un problema. Infine altro aspetto strategico è coordinare l’attività di tutti i soggetti, tenendo presente i ruoli precisi che ciascuno deve svolgere”, commenta la dottoressa Gaia Checcucci, Segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Settentrionale, riconoscendo il compito prezioso svolto dai Consorzi di Bonifica che sono il braccio operativo per attuare le strategie a livello territoriale.

“Remare tutti nella stessa direzione è la soluzione ideale per salvaguardare il territorio dal rischio alluvioni, allagamenti e frane”, ha specificato Fausto Ferruzza, sottolineando la necessità di rimodulare anche tutto il sistema della protezione civile in caso di emergenza.

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