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lunedì | 30-12-2024

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Soci, lavori agli antichi lavatoi e via XX Settembre Ar24Tv

https://www.youtube.com/watch?v=NKC1klG8Kmw

L’Amministrazione Comunale di Bibbiena ha deciso di intervenire, con un ampio programma di riqualificazione e valorizzazione degli spazi pubblici, della viabilità e del patrimonio storico del paese di Soci.

I principali obbiettivi sono di favorire l’incontro e l’aggregazione delle persone, migliorare la fruizione degli edifici pubblici e, per quanto possibile, recuperane il ruolo sociale. Inoltre si prevede anche il miglioramento della qualità della vita nei centri storici, riqualificando i contesti e aumentare il decoro urbano e la sicurezza dei cittadini.

Il progetto dei lavatoi prevede i seguenti interventi: demolizione degli intonaci cementizi interni e il loro rifacimento; ripristino dell’intonaco delle dodici vasche e impermeabilizzazione interna delle stesse, compresa la

messa a norma dell’impianto di riempimento dell’acqua con revisione ed eventuale adeguamento dell’impianto esistente; montaggio di lastre di vetro stratificato di sicurezza sull’interno dell’apertura, smontaggio dell’attuale impianto elettrico e di illuminazione e realizzazione di un nuovo impianto interno, montaggio di un pannello informativo-divulgativo; realizzazione di una pedana amovibile, in legno trattato e verniciato naturale, da posizionare nella parte centrale dei tre camminamenti, raccordando esattamente i vari dislivelli per rendere perfettamente complanare la superficie per il passaggio anche di persone con disabilità.

Accanto a questo intervento verrà attivato anche quello a un pezzo di via XX settembre con il recupero dell’antico lastricato.

L’investimento complessivo è di 215 mila euro, 150 mila dei quali intercettati grazie a un Bando del Gal Appennino Aretino.

Il Vice Sindaco e Assessore ai Lavori Pubblici Matteo Caporali commenta: “Un momento importante per il paese di Soci. Al termine di questi lavori avremo il complesso ex lavatoi completamente fruibile per cittadini, ma anche per turisti.

Saranno infatti riqualificate le 12 vasche, il tutto fruibile anche per persone con disabilità. Questo è un luogo del cuore, un luogo indispensabile per il bucato quando nelle case non c’era ancora l’acqua, ma anche per la socialità. Recuperarlo, così come recuperare il vecchio lastricato significa dare una nuova bellezza e nuova dignità a questo piccolo centro storico in cui le vestigia antiche possono ancora parlare alla gente”.

Le origini di Soci sembrano risalire agli Etruschi sia per il nome, sia per alcuni reperti rinvenuti e catalogati nell’Archivio del Gruppo Archeologico Casentinese. I primi cenni storici del paese si ritrovano negli Annali Camaldolesi.

Il nucleo originario del paese, di impianto medioevale, era costituito da un castello e da abitazioni che si affacciavano su strette vie. Il castello era circondato da un canale artificiale, che oltre alla difesa, serviva anche per alimentare molini e gualchiere, come riportato in un documento, “Regesto di Camaldoli”, del 1020. Ancora esistente è il “berignale” che attraversa via XX Settembre.

Nell’anno 1440 il paese fu quasi abbattuto, messo a ferro e fuoco dalle Armate Sforzesche, dando inizio ad un periodo di declino che durò molti anni. Nella piazzetta centrale è rimasta soltanto un’antica torre ed un pozzo; nelle immediate vicinanze vi è tutt’ora la vecchia Chiesa, oggi non più consacrata e rimessa a disposizione della comunità grazie all’interessamento della Pro Loco.

L’attività laniera fu sempre il principale mezzo di sostentamento per la popolazione e dal 1848 in poi, con la costruzione del Lanificio da parte di un commerciante, Giuseppe Bocci, iniziò un florido periodo per tutto il paese. 

Caporali conclude: “In questo ultimo decennio queste emergenze storiche come la torre, il pozzo sono stati recuperati grazie alla volontà dell’amministrazione di cui con orgoglio faccio parte. Questo percorso di recupero e riqualificazione continua anche oggi per restituire al paese un pezzo di storia, ma anche per migliorare la vivibilità di questi luoghi”.

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