Liliana Segre: “Non ho perdonato. Ecco quando sono diventata donna libera e di pace” Ar24Tv/Foto
https://www.youtube.com/watch?v=LamqXQMtgZA
Liliana Segre:
“È vero, ha ragione Vaccari, sono stata io a scegliere Rondine. Grazie a tutti. Da nonna, ringrazio i ragazzi, miei nipoti ideali. Nel mio racconto c’è la pena, l’amore, la pietà, il ricordo struggente di quella che ero io ragazzina. Oggi di quella ragazzina sono io la nonna“.
L’altra
“In un giorno di settembre 1938 è successo qualcosa che mi ha fatto diventare “l’altra”. Da quel momento sono sempre stata “l’altra”. Anche le amiche mi definiscono “la mia amica ebrea”. A 8 anni non sono più potuta andare a scuola. Ero a tavola e mi dissero “non puoi più andare a scuola”. Ero stata espulsa. Mi spiegarono: “perchè sei ebrea”. Lasciai il banco e le compagne. Sono state solo tre a ricordarmi per tutta la vita, le altre non si accorsero che quel banco era vuoto. Subentrò la paura nella mia famiglia, i poliziotti ci trattavano da nemici della Patria. Stavo attaccata alla radio e ascoltavo lo strapotere del regime nazista che stava devastando l’Europa, poi dopo l’8 settembre invase anche l’Italia di cui era stato alleato. Da quel momento iniziò la deportazione, poi la fuga. Quando sono entrata in Senato, il primo giorno raccontai di essere stata clandestina sulle montagne e respinta. Entrammo in Svizzera, dove un ufficiale ci guardò con disprezzo e ci riaccompagnarono al di là del confine. Su quella rete di separazione fummo arrestati dalle camicie nere italiane, erano disperati ma non potevano fare altrimenti, avevano ricevuto ordini precisi. Entrai a 13 anni nel carcere femminile di Varese, trattata come una delinquente comune, poi il carcere di Como e quello di San Vittore a Milano, cella 202 del quinto raggio, che divisi con mio padre per 40 giorni. Abbracciavo mio padre e capii che i genitori non sono sempre fortissimi”.
Madre di mio padre
“Non pensate che i genitori siano sempre fortissimi, sapevo che mio padre era debole ed io ero importantissima per lui. Aveva 43 anni e vedeva la tragedia di un padre che non era riuscito a proteggere il suo tesoro. Dopo l’interrogatorio tornava in cella e diventava mio figlio, non era più mio papà. Un tedesco ci comunicò che dovevamo partire per ignota destinazione. Furono i detenuti di San Vittore che, vedendo una fila di uomini, donne, bambini, di giovani, vecchi di 600 persone, a regalarci mele, sciarpe e a consolarci. Una manna, perchè erano Uomini”.
Uomini
“Ho ritrovato Uomini solo dopo due anni, da quel momento solo mostri. Siamo tornati in 22 dalla deportazione. Attraversammo Milano, una città indifferente. I nazisti erano aiutati da zelanti fascisti, tra cui anche vicini di casa. Fummo sprangati dentro vagoni con la paglia e un secchio. Un vagone senza acqua e luce, solo vicinanza senza parole con quelli che amavi. Il viaggio durò una settimana. Piangevamo. Poi le preghiere. Il pianto si tacque. Poi il silenzio. Solenne. Valeva più di mille parole. Dopo tanti paesaggi diversi, arrivammo nella stazione artificiale in una spianata di neve, era il 6 febbraio 1944. Sassoli, quando mi ha accolto al Parlamento Europeo, mi chiese che effetto mi facesse. Gli risposi che ero emozionata di fronte allo sventolìo delle bandiere di Paesi che provano a stare in pace. Nel ’44 ero una ragazzina sciocca e spaventata, non capivo le lingue, stavo attaccata a mio papà. Non capivo. Divisero gli uomini dalle donne. Si veniva scelti per la vita o per la morte. Ho trovato indifferenza su quei binari. A 13 anni ero una ragazzona, fui scelta con altre 30 ragazze, gli altri andarono al gas. Vidi mio padre, lo salutai e non lo vidi mai più. A piedi con altre 30 donne andammo fino al cancello e lì si entrava nel lager di Birkenau Auschwitz”.
L’inferno
“Era l’inferno. Eravamo delle dannate. Un luogo pensato a tavolino. Avevano organizzato per “l’altro” una realtà che funzionava perfettamente. Dimenticammo il nostro nome e diventammo un numero tatuato, il mio è 75190 ed è ancora visibile. Fummo spogliate, rasate, i soldati sghignazzavano. Ci tolsero tutto. Della nostra vita precedente non rimase nulla, fummo vestite con divise a righe, zoccoli nei piedi e fazzoletto in testa. Abbiamo dovuto riconoscerci. Erano ragazze italiane. In fondo si vedeva un edificio con la ciminiera. Alcune prigionieri francesi ci spiegarono che gli altri erano passati per quel camino, prima nella camera a gas e poi bruciati. Per noi non era credibile. Comincìò la vita della prigioniera schiava. C’era differenza tra prigioniere”.
Janine
“Avevo paura. Di tutto. Diventai operaia schiava nella fabbrica di munizioni, era una grande fortuna, ero con 750 donne, obbligate a cantare canzoni tedesche. Chiesi a un giovane di Firenze dove fosse mio padre. Poi non chiesi più, conoscevo mio padre e sapevo che se fosse stato vivo mi avrebbe cercata. Ci avevano tolto la dignità, insieme alle mutande. Superai per tre volte il giudizio del tribunale. Gioivo. Fui orribile. Una ragazza francese di nome Janine, 10 anni più di me, si tagliò due dita della mano lavorando con una macchina. Fu fermata, non serviva più, andava al gas. E io sono stata orribile, non mi sono voltata a dirle “Janine ti voglio bene”. Non c’è mai stato un tempo in cui non mi sia più ricordata di Janine”.
La marcia della morte
“Sentivamo la forza dei nazisti, si sentivano esseri superiori. Erano tanti. Non ho perdonato, non ho questa forza, non ho questa forza. Si avvicinarono i russi dopo combattimenti all’ultimo sangue. Ci dissero di prepararci alla marcia della morte, centinaia di chilometri per mesi. I russi arrivarono i 27 gennaio, ma la guerra finì ad aprile. Ragazzi, siamo fortissimi. Gli adolescenti sono più forti di tutti, hanno la forza della vita e della natura. Eravamo orribili, eravamo bestie. Ora dico: in un tempo in cui un miliardo e mezzo di persone ha fame e vuole venire nel mondo occidentale, ragazzi, non buttate via la roba da mangiare. Sono 30 anni che parlo, ora ho deciso di smettere di parlare e ieri sera pensavo a un cavallo morto che trovammo: mangiammo la carne cruda. Era orribile. Eravamo bestie, ma volevamo vivere. La marcia della morte ci ha fatto incontrare letamai e cavalli morti, non abbiamo incontrato Uomini, quelli che possono guardarsi allo specchio. Non c’era nessuno.
Pietas
“Cambiai diversi lager, luoghi di tragedia e tristezza. Poi arrivai all’ultimo campo, nel nord della Germania, non si lavorava, non si mangiava. Eravamo deboli, non sentivamo niente. In questo campo successe una cosa straordinaria. Il campo era piccolo e oltre al filo spinato si vedevano alberi e prati. Era primavera. La natura aveva fatto il suo corso e non era stata indifferente. C’era l’erba e c’erano i germogli. Passavano ragazzi francesi, erano diventati contadini nelle fattorie tedesche. Erano i primi Uomini che vedemmo dopo i detenuti di San Vittore. Ebbero pietà. Pietas.
Una donna libera e di pace
“Ci dissero: non morite, i tedeschi stanno perdendo la guerra. Uscimmo. Toccavo gli alberi, le foglie, camminavo per non morire. Di colpo le nostre guardie si mettevano in borghese, liberavano i cani, avevano paura di noi. I civili uscivano dalle case. Il comandante di quel campo distribuiva nerbate, si mise in mutande. Era il primo di maggio. Vuole buttare via la divisa e la pistola. Io mi ero nutrita di odio e vendetta. Ero diventata un’altra, un essere insensibile che sognava odio e vendetta. Pensai di raccogliere la pistola e sparare. Fu un attimo. Decisivo. Capii che mai avrei potuto uccidere qualcuno. Non ero come il mio assassino. In quel momento sono diventata quella donna libera e di pace con cui ho convissuto fino adesso”.
Un lungo applauso di due minuti chiude la struggente testimonianza d Liliana Segre.
https://www.youtube.com/watch?v=jAWvP7FroRo
12.10 – Gli studenti regalano farfalle di carta a Liliana Segre e i ragazzi del Liceo Petrarca intonano un canto ebraico a chiusura della giornata.
12.00 – Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina cita Francesco De Gregori: “La storia siamo noi, nessuno escluso. Guardare oltre le difficoltà, questa lezione l’abbiamo appresa da Liliana, che ci ha insegnato a scegliere la pace, la comprensione, a non voltare le spalle, a non essere indifferenti e non dimenticare. Siamo testimoni di un momento importante, la storia accade sotto i nostri occhi. Abbiamo ascoltato le parole di chi il silenzio l’ha rotto per impedire che quanto subito possa ripetersi. Siamo orgogliosi e riconoscenti. La sua storia è anche la nostra e porteremo al mondo il suo messaggio. Con le scuole, con il concorso ‘Voltati, Janine vive’. Liliana Segre ci ha insegnato a non voltare le spalle, a non stare in silenzio, a non dimenticare. Noi resteremo umani, ci saremo e diffonderemo con le scuole il suo messaggio. A nome di tutta la comunità scolastica non posso che dirti grazie”. E consegna una copia della Costituzione con dedica del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
10.45 – Franco Vaccari, presidente Rondine ricorda di avere incontrato la Segre a Camaldoli 26 anni fa: “La memoria deve trasformarsi in impegno civile. Liliana ha scelto liberamente Rondine. Grazie alle istituzioni, alla Ministra Azzolina e agli amici“
10.40 – Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli elogia Rondine e Vaccari e poi: “Virus antisemitismo ancora presente nella nostra società“. Poi ricorda le parole della Segre: “La forza della vita è straordinaria“
10:36 – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: Sono qui per ascoltare per scacciare l’indifferenza e le ambiguità, assumere posizioni chiare. Offro la garanzia che questa testionianza non finirà oggi
10.35 – Il presidente della Camera Roberto Fico richiama la Costituzione e dice: “Oggi noi qui viviamo il giorno della grande responsabilità della Repubblica di portare avanti i valori della Costituzione, il rispetto per qualsiasi essere umano. Oggi è il giorno della responsabilità. Quando si sceglie si è veramente liberi, come ha scelto nei momenti difficili Liliana Segre. L’Italia c’è, è forte ed è una grande Repubblica“
10:30 – La presidente del Senato, Elisabetta Casellati: “Ci hai insegnato che ricordare l’orrore è necessario. Ci hai fatto vivere insieme a te il senso del disprezzo, del vuoto, della devastazione. Ce l’hai fatto sentire dentro di noi attraverso la tua sofferenza. Oggi non sarà la tua ultima testimonianza. Le tue parole, i tuoi vissuti, le tue sensazioni continueranno a vivere attraverso di noi e attraverso di noi continueranno a trovare voce. Essere vigili significa saper cogliere criticamente i nemici del l’oggi, anche quelli invisibili”
10:15 – Sul palco, introdotti da Ferruccio De Bortoli, il presidente di Rondine Franco Vaccari e la Senatrice Liliana Segre. In corso le testimonianze dei giovani studenti di Rondine. I ragazzi del Liceo Petrarca di Arezzo intonano l’Inno nazionale
10:00 – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è appena giunto a Rondine Cittadella della Pace. Subito dopo il presidente della Cei Gualtiero Bassetti. I saluti del presidente di Rondine Franco Vaccari e il taglio del nastro dell’arena di Janine
09:45 – Il presidente della Camera Roberto Fico è appena giunto a Rondine Cittadella Pace. A ruota la Presidente del Senato Casellati. La Senatrice a vita Liliana Segre subito dopo, per l’inaugurazione dell’arena di Janine
09:30 – A Rondine cittadella della pace i ministri Luigi Di Maio e Lucia Azzolina, seguiti dal Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli accompagnato dalla consorte Marjorie Layden e dalla presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini
“Grazie Liliana! L’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre alle scuole italiane e ai giovani del mondo da Rondine Cittadella della Pace”. Attesi i big del Governo italiano e il presidente della Cei Gualtiero Bassetti
La Senatrice a vita per l’ultima testimonianza pubblica consegna idealmente il testimone della difesa della memoria ai giovani – simbolicamente rappresentati dai ragazzi “nemici”, che a Rondine hanno scelto di convivere e impegnarsi per costruire processi di pace tra i loro popoli e da una delegazione di studentesse e studenti che parteciperà alla giornata, in rappresentanza delle scuole italiane – perché proseguano e diffondano il suo messaggio di pace e superamento dell’odio. Il programma {rwattachments}
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La giornata si aprirà con l’inaugurazione dell’Arena di Janine. Lo spazio, intitolato alla giovane amica che la Segre non salutò prima che venisse condotta nelle camere a gas di Auschwitz, sarà un grande contesto naturale ed eco-sostenibile di aggregazione per i giovani che promuoverà la memoria quale strumento efficace contro l’indifferenza. Questo luogo, concepito innanzitutto come gesto di ringraziamento collettivo per il suo infaticabile impegno e per la sua profonda testimonianza, raccoglierà idealmente l’eredità di Liliana Segre. Un dono che l’associazione intende fare a Liliana Segre coinvolgendo ogni singolo cittadino italiano e del mondo che voglia contribuire anche con un piccolo gesto a questo abbraccio globale che questo luogo rappresenta. Per questo è stata lanciata la campagna di raccolta fondi sulla piattaforma https://www.produzionidalbasso.com/ affinché ognuno possa sentirsi parte di questo dono e promotore del messaggio di speranza della Segre. Il suo senso sarà scolpito sulla soglia di accesso attraverso le parole di Liliana: “Ho scelto la vita e sono diventata libera” Ogni persona che varcherà questa soglia, ricordandosi di Janine, dell’orrore della violenza, del gesto di Liliana di non raccogliere la pistola per farsi giustizia, ricorderà che nella relazione con l’altro esiste sempre la soglia invisibile e radicale del rispetto che, se dimenticato, è inizio di violenza e disumanizzazione. Con il taglio del nastro dell’Arena affidato alla Senatrice Segre sarà lanciato il progetto Cittadella del Terzo Millennio, un piano di ampliamento e trasformazione del borgo affinché diventi un bene comune, modello di sostenibilità ambientale, accessibile a tutti e capace di favorire lo sviluppo della relazione e la convivenza civile, locale e globale.
In questo contesto si inseriscono le inaugurazioni dei due nuovi spazi dedicati all’accoglienza e alla formazione dei futuri leader di pace dell’associazione Rondine Cittadella della Pace: l’avvio del cantiere della nuova Scuola di Rondine, un ambiente dedicato alla formazione degli studenti del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza a Rondine, un progetto di sperimentazione per l’innovazione didattica riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione; e l’apertura della Casa “Il Bastione”, uno spazio dedicato alla convivenza e alla formazione dei giovani internazionali di Rondine, realizzato con il contributo della Conferenza Episcopale Italiana tramite i fondi dell’8xmille all’interno del progetto “Laudato Sii – seconda fase. Un nuovo passo verso la Cittadella del Terzo Millennio”.
L’evento, ideato dal Comitato Promotore dell’evento pubblico per Liliana Segre, di cui Rondine Cittadella della Pace è capofila, assieme al Ministero dell’Istruzione e al partner di progetto Fondazione Cr Firenze, con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana.
Una giornata dedicata ai giovani e alle scuole che vedrà anche un’importante presenza delle Istituzioni per rendere omaggio al trentennale impegno di testimone della Shoah della Senatrice e per garantire l’impegno dello Stato a farsi promotore di questo passaggio del testimone ai giovani.
Impegno che sarà sigillato dalla consegna alla Senatrice della copia anastatica della prima edizione della Costituzione Italiana, inviata in dono dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e contenente il suo messaggio da parte della Ministra Lucia Azzolina, in virtù dell’impegno del Ministero dell’Istruzione di farsi promotore del messaggio della Segre attraverso la scuola. Ad onorare questa ultima memorabile testimonianza anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico che porteranno i loro saluti istituzionali, oltre ad un’ampia rappresentanza del Consiglio dei Ministri e altre Istituzioni. Tra gli altri interventi nel corso della giornata previsti quelli di Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca; Stefania Giannini, Vicedirettrice dell’UNESCO con delega all’educazione; Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione; Luciana Lamorgese, Ministra dell’Interno; il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
L’evento, realizzato con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana e con la media partnership di RAI e di Agenzia Stampa Dire, è condotto da Ferruccio De Bortoli, editorialista del Corriere della Sera e trasmesso in streaming su grazieliliana.rondine.org e in diretta su Rai 3. Tutte le scuole italiane possono partecipare all’evento attraverso la diretta streaming sui canali ufficiali e sui profili social del Ministero dell’Istruzione (a partire dal sito www.miur.gov.it), offrendo così la possibilità agli oltre otto milioni di studentesse e studenti italiani di ascoltare il discorso di Liliana Segre in diretta e riconoscendone l’alto valore educativo e formativo. Gli studenti potranno, inoltre, partecipare attivamente all’evento inviando pensieri e riflessioni sulla preziosa testimonianza della senatrice Liliana Segre che verranno proiettati durante l’incontro perché la voce dei giovani possa essere sempre centrale. I messaggi nascano e completino questa affermazione: “Grazie Liliana perché….” e sono da inviare alla mail comitatosegre@rondine.org con oggetto: Grazie Liliana – Nome della Scuola – Classe – Città.