Addio a Paolo Rossi, eroe del Mundial ’82: trascinò l’Italia al trionfo, fece piangere il Brasile. Aretino d’adozione

Siamo di nuovo di fronte ad un triste evento: nella tarda serata di ieri è morto all’età di 64 anni, per un male incurabile, il “Mundial” Paolo Rossi. Era valdarnese di adozione: risiedeva e gestiva, da anni, assieme ad un socio, “Poggio Cennina”, un resort di lusso nel comune di Bucine. L’eroe dell’Italia campione del mondo del 1982, quella che battè il Brasile di Zico, l’Argentina di Maradona, la Polonia di Boniek e in finale la Germania di Rummenigge. Il protagonista principale fu proprio lui. Veniva da una squalifica per calcio scommesse e, partita dopo partita, conquistò, con i gol e le prestazioni, la fiducia di tutti, fino al trionfo con i tedeschi in una serata epica. Sempre sorridente, cordiale col prossimo, la classica persona umile che non ha mai fatto “pesare” il suo passato da calciatore in massima serie con le maglie di Juventus, Milan, Verona ed anche nel Lanerossi Vicenza dove, inizialmente, è esploso. Lascia la moglie Federica con la quale si era sposato in seconde nozze nel 2010, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.

Nel volume autobiografico intitolato “Ho fatto piangere il Brasile”, scritto con il giornalista Antonio Finco, edito da Limina ed uscito nel 2002, Paolo Rossi raccontava “che uno qualsiasi, uno normale, può farcela. Non ero un fenomeno atletico, non ero neanche un fuoriclasse, ma ero uno che ha messo le sue qualità al servizio della volontà. Mi pare un buon messaggio, non solo nello sport”.

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