Scuola, Bigiarini: “Anno difficile. Ripartenza a gennaio? Non siamo pronti” Ar24Tv
Un anno difficile per la scuola italiana, caratterizzato dalle tante complicazioni legate all’emergenza sanitaria. Valeria Bigiarini, segretario generale territoriale Arezzo-Siena Uil Scuola, ha tracciato un primo bilancio della situazione scolastica. Non mancano i timori per il rientro a scuola a gennaio.
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“Il bilancio dell’anno 2020 per la scuola non è sicuramente il massimo che ci potevamo aspettare.
L’anno è iniziato in modo estremamente difficoltoso, con una pandemia che non ha solamente messo in ginocchio l’Italia, la società intera ma anche la scuola. Era del tutto impreparata.
Ci aspettavamo, come Uil scuola, come sindacati che l’amministrazione centrale prendesse delle misure consone per l’inizio del nuovo anno scolastico ma questo non è successo.
Durante la pandemia abbiamo dovuto affrontare tante situazioni e tante procedure burocratiche: dai trasferimenti, alle immissioni in ruolo per poi arrivare a settembre agli incarichi.
Situazione davvero complessa: pensiamo solo che ad oggi non abbiamo ancora tutti gli insegnanti in cattedra. Gli insegnanti di sostegno dovrebbero essere i primi ad entrare in classe: ancora non sono terminate le convocazioni.
Un contesto affrontato senza un’idea, senza una prospettiva. Si è trattato di affrontare una situazione di emergenza giorno per giorno senza creare un qualcosa che potesse andare oltre.
Questo non ha fatto bene alla scuola, agli studenti, ai docenti, a tutto il personale. Ricordiamoci che quando si parla di scuola parliamo anche di istituzioni scolastiche. Se funzionano è grazie a tutto il personale che gravita attorno ad esse. Loro hanno permesso, quanto meno dal punto di vista della sicurezza e dal punto di vista organizzativo, di poter riaprire la scuola a settembre.
Il mondo scuola implica tantissime cose: non solo il suono della campanella di entrata e quello di uscita”.
Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi, la denuncia di Uil Scuola
“Il concorso dei Dsga, bandito nel 2017, arriva oggi alla sua conclusione creando non pochi problemi. In Toscana in particolar modo perché le prove del concorso si sono concluse il 28 novembre e i neo Dsga che verranno immessi in ruolo dovranno assumere servizio il 18 dicembre. Entrano in un momento in cui tante complicazioni sono all’interno della scuola. Non solo, dal punto di vista amministrativo siamo anche in fase di approvazione di un programma annuale.
Non me ne voglia chi assumerà servizio, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono persone che non hanno mai avuto nulla a che fare con la scuola. Non conoscono i meccanismi, le procedure, tutti i sistemi, anche molto complessi, che sono nelle varie piattaforme ministeriali.
Questo ovviamente va a danno di quella che è stata la situazione fino ad oggi: in moltissime scuole sia della provincia che della Toscana sono stati gli assistenti amministrativi a fare la funzione dei Dsga. Per anni, qualcuno anche per decenni, hanno portato avanti la scuola. A un contratto sottoscritto da parte dell’amministrazione fino al 31 agosto 2021 non si può rispondere con ‘grazie ma ora abbiamo le persone idonee. Ritornate a fare quello che facevate prima’.
In uno stato di diritto quale pensiamo sia l’Italia è inammissibile che un’amministrazione si possa arrogare il diritto di stracciare un contratto. Ritengo che questa sia la cosa peggiore. Come Uil Scuola tuteleremo gli interessi dei nostri associati, di chi vorrà associarsi, di tutti quegli assistenti amministrativi che si trovano in queste condizioni”.
Rientro a scuola a gennaio
La lenta decrescita dei contagi e la possibilità di una terza ondata non fa ben sperare per una riapertura delle scuole per il 7 gennaio. In particolare a gennaio dovrebbero rientrare anche gli studenti delle superiori, in presenza al 75%.
“Secondo me non siamo pronti per la ripartenza a gennaio. Per la scuola, purtroppo, per come è stato affrontato tutto fino ad oggi, non ho buone speranze per il futuro. Vorrei essere ottimista, sperare che in ogni caso si possa quanto meno, se non il 7 di gennaio, il prima possibile, poter rientrare in classe. Lo dobbiamo ai nostri ragazzi, a tutte le persone che in questi in questi mesi hanno contribuito a far funzionare la scuola. E sicuramente ciò non è avvenuto grazie alle circolari del ministero ma grazie alla professionalità, alle competenze e al saper lavorare di tante persone che lavorano all’interno della scuola”