4 luglio: 80 anni fa le avanguardie alleate entrarono a Castiglion Fiorentino

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Quest’anno si celebrano gli ottanta anni dalla liberazione di Castiglion Fiorentino. Le avanguardie alleate entrarono infatti in paese il 4 luglio del 1944, dai diari dei castiglionesi si ricava un misto di felicità, incredulità e incertezza.

Anche perché quel giorno non finì la guerra. Il fronte rimase fermo per più di dieci giorni dalle nostre parti, le truppe tedesche, attestate sulla Arezzo Line, non intendevano mollare le nostre colline.
Ci volle un bombardamento che durò una notte intera e l’intervento degli specialisti dello Squadrone “F” (“F” recce Squadron), paracadutisti italiani aggregati alla VIII armata e delle truppe neozelandesi e indiane, esperte nella guerra in montagna, per sloggiare i tedeschi dalle cime.
Dopo la metà di luglio il fronte si spostò e finalmente arrivò un po’ di tranquillità, ma la pace, quella vera, era ancora lontana da venire.
La guerra si lasciava dietro immani distruzioni e tanti morti. Quelli uccisi dalle bombe americane, dalle granate tedesche, dalle mine, i fucilati dai tedeschi e i tanti soldati che non sarebbero mai tornati dal fronte. C’era un paese da ricostruire a partire dalla zona di Porta Romana, una economia da far ripartire, una popolazione strema da risollevare.
Tra le tante storie di quei giorni ne ho scoperta una che presto andrò a raccontare: riguarda un giovane di nome John. Una vicenda che merita di essere raccontata, perché John rappresenta tutti quei giovani soldati che da ogni parte del mondo, Inghilterra, Scozia, Sudafrica, India e Nuova Zelanda vennero a combattere e morire per la nostra libertà.
Oggi però non è tempo di storie, è tempo di celebrare, come avvenne 80 anni fa, la ritrovata libertà. Lo dobbiamo a coloro che sacrificarono la vita e a quelli che patirono il carcere e l’esilio.
Oggi la libertà sembra un diritto acquisto per sempre, non è così: la liberta si conquista ogni giorno, si difende ogni giorno.

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Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.