Addio a Ilaria Occhini, volto dolce del cinema. Arezzo sua seconda casa

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È scomparsa ieri a Firenze, all'età di 85 anni, una delle più note e versatili attrici italiane del cinema e del teatro, vincitrice del David di Donatello nel 2010 come migliore attrice non protagonista in “Mine vaganti” di Özpetek e di molti altri riconoscimenti. Il suo legame con Arezzo

Arezzo è una seconda casa per la famiglia Occhini: qui il Conte Pier Ludovico (1874-1941) si occupò per primo di restaurare la cinquecentesca “Villa La Striscia”, ancora di proprietà e oggi trasformata in una struttura di accoglienza turistica. Ilaria Occhini si è dedicata con la figlia Alexandra e i nipoti Bernardo e Caterina Occhini, figli del fratello Simone, a reimpiantare i 14 ettari di vigneti della proprietà dando vita a due etichette: un IGT Sangiovese in purezza “Occhini” e un Chianti DOCG “Bernardino”. Lo spazio denominato “Alexandra Loft”, creato dalla figlia per promuovere iniziative culturali, musicali e culinarie, aveva ospitato sabato 4 maggio scorso una serata di gala e la proiezione del documentario celebrativo a lei dedicato “L’intelligenza del cuore”, a cura di Mauro Conciatori. A fare gli onori di casa furono la figlia della Occhini, Alexandra La Capria e gli amici e colleghi Simona Izzo e Ricky Tognazzi che intervistarono il regista Conciatori. La serata fu organizzata in occasione dei 65 anni di carriera di Ilaria Occhini, anni vissuti intensamente.  Scoperta da Luchino Visconti in teatro quando aveva poco più di 20 anni, da allora non si è mai fermata, lavorando con passione e tenacia a testi diversi con autori diversi, ma sempre con grande rigore professionale. Il docufilm fotografa perfettamente il personaggio: ne esce un ritratto intenso e intimo della grande attrice italiana, una lunga intervista nella quale la Occhini si racconta tra aneddoti della sua carriera e ricordi personali.

Una sintesi perfetta di una donna con grazia incantevole, dall’espressione da bimba e da donna al contempo. Un'attrice unica: raramente coesistono in un attore bellezza fulminante, capacità interpretative e acuta intelligenza. Ilaria Occhini ha questi tre requisiti essenziali ed esiziali per regalare qualcosa in più all'interpretazione. Mai banale, mai di maniera, col plus di calore umano semplice di cui un personaggio ha bisogno” sono le parole di Conciatori.

Il racconto è inframmezzato dalla voce di Agnese Nano che interpreta il testo “La mia Ilaria” di Giovanni Papini suo nonno. Il titolo del documentario riprende una frase del marito, lo scrittore Raffaele La Capria, da cinquant’anni appassionato compagno di vita: “L’intelligenza del cuore è rara, ma lei ce l’ha”. Grazie alla regia, delicata e poetica, di Conciatori il documentario ripercorre la storia di Ilaria Occhini tra vita privata e il suo amore per la recitazione. Un modo affettuoso e poetico per ripercorrere la carriera di questa grande attrice.

A soli diciannove anni Ilaria Occhini debuttò nel cinema nel film Terza liceo con lo pseudonimo di Isabella Redi, diretta da Luciano Emmer per poi diplomarsi all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" a Roma. Il grande successo popolare arriva con Jane Eyre, sceneggiato televisivo diretto dal regista Giulio Majano che la afferma icona di bellezza italiana. Il successo di Jane Eyre le permette di essere notata da uno dei più grandi registi del teatro e cinema italiano, Luchino Visconti, che la farà debuttare in teatro nel 1957 in L’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni e a seguire in Uno Sguardo Dal ponte a fianco di Paolo Stoppa e Rina Morelli. Grande maestro di Ilaria è Orazio Costa suo insegnante all’Accademia che con lo sceneggiato “Graziella” la conferma al grande pubblico. Da questo momento la carriera dell’attrice è in salire e la vede a fianco di attori come Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Alain Delon, Jean Gabin e molti altri. Si conferma nel teatro diretta da Peppino Patroni Griffi, Luca Ronconi, Mario Missiroli, Luigi Squarzina. In televisione ancora con gli sceneggiati “Puccini” del 1973 e L'Andreana del 1982. Ilaria Occhini abbandona il cinema per il teatro per un periodo molto lungo, ma il cinema non abbandona lei. Sarà Alessandro Benvenuti a rilanciarla nel cinema nella commedia “Benvenuti in casa Gori” nel 1992, che le è valso il Nastro d'Argento alla migliore attrice non protagonista. Nel 2005 ha riconquistato l'attenzione del pubblico televisivo con il ruolo della madre nelle quattro stagioni della popolare fiction di Rai 1 “Provaci ancora prof!” con la regia di Rossella Izzo. Nel 2008 è stata la protagonista di Mar Nero, film di Federico Bondi che le è valso vari riconoscimenti, come la candidatura ai David di Donatello e la vittoria del Pardo d'Oro alla miglior attrice al Festival internazionale del film di Locarno. Nel 2010 ha vinto il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista con Mine vaganti di Ferzan Özpetek e ha ottenuto il Nastro d'Argento alla carriera. Sempre per Mine vaganti ha vinto il premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista al Bif&st 2011.

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Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione