Sparò al ladro, fissata l’udienza per l’archiviazione di Fredy Pacini

Nella notte del 28 novembre 2018, in via della Costituzione, nella zona industriale di Monte San Savino, Fredy Pacini, 58 anni, che da tempo dormiva nel suo capannone poiché esasperato dai furti, utilizzò una pistola regolarmente detenuta per fermare i malviventi che, a colpi di mazza, avevano sfondato la vetrina della sua azienda di gommista e vendita biciclette, già oggetto in passato di altre scorrerie. Svegliato dai rumori, dal soppalco dove aveva ricavato la camera, esplose cinque colpi, come ricostruito dalla perizia disposta dal pm Andrea Claudiani.  Per gli esperti l’uomo non avrebbe infatti sparato per uccidere, ma, trovandosi in situazione di pericolo, per intimorire il malvivente che aveva effettuato l’effrazione con un piccone. In fuga ed in caduta, Mircea Vitalie fu raggiunto all’arteria femorale da uno dei cinque colpi esplosi dall’alto verso il basso da Pacini con la pistola Glock. Vitalie Mircea Tonjoc, 29 anni, moldavo con numerosi precedenti, morì sul piazzale dell’azienda, mentre i complici scapparono. L’allerta ai carabinieri da parte di Pacini arrivò alle 3.47, poco dopo, alle 3.52, quella al 118.

A sostegno di Fredy Pacini, immediata fu la mobilitazione popolare, con una partecipatissima fiaccolata per le vie di Monte San Savino e una raccolta fondi per sostenere le spese processuali (nella foto: un momento della manifestazione).

Dopo aver indagato Fredy Pacini per eccesso di legittima difesa, passò quindi la linea della legittima difesa putativa, di cui all’art. 59 co. 4 c.p.: ”se l’agente ritiene per errore che esistano circostanze di esclusione della pena, queste sono sempre valutate a favore di lui”. Per Andrea Claudiani, il Pacini “riteneva di essere in una situazione di effettivo pericolo, tale da doverla affrontare anche sparando”, una situazione obiettiva di pericolo che ne ha determinato l’errore.

Così il 13 maggio 2019 il pm Andrea Claudiani aveva chiesto l’archiviazione per Pacini, ma la sorella del moldavo ha nel frattempo presentato una memoria con richiesta di ulteriori valutazioni sul caso.  Il giudice Fabio Lombardo ha fissato l’udienza per venerdì 19 giugno: sarà ascoltato il difensore di Pacini, l’Avv. Alessandra Cheli e della parte offesa e quindi arriverà la decisione. Tre le ipotesi in campo: archiviazione della vicenda, come chiesto dalla procura e dalla difesa, ma il giudice potrebbe disporre che il pm rinvii a giudizio il gommista, o, ancora, disporre ulteriori indagini.

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