In Italia per la raccolta delle mele, Emil Ciurar “ubriaco di stanchezza”. Le immagini del dramma in A1 Ar24Tv

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I Ciurar,  famiglia che fa parte della comunità rom della località di Reteag, nel comune di Petru Rareș di Bistrița-Nsăud, nella regione rumena della Transilvania, avevano intrapreso il viaggio in Italia per un lavoro stagionale: sarebbero stati impiegati nella raccolta delle mele nel napoletano, dove erano diretti. All’altezza di Badia al Pino, lungo il tratto aretino della A1 in direzione sud al km 360, tra i caselli di Arezzo e Monte San Savino, Emil Ciurar, romeno di 30 anni, alla guida di una Volkswagen Sharan, ha iniziato, stando alle testimonianze raccolte dai poliziotti, a procedere a zig zag, fino a schiantarsi su un camion fermo in sosta, in modo regolare, dentro una piazzola di emergenza, per poi colpire una prima auto in transito e una seconda. Bilancio catastrofico: morti i figli di 8 mesi e 10 anni e i genitori, Ludovica di 48 anni e  Emil di 50 anni, ferita gravemente la moglie, trasportata alle Scotte di Siena. Fuori pericolo di vita gli altri due altri figli di Emil Ciurar, di 8 mesi (la gemella della bimba deceduta) e di 14 anni: dal Meyer di Firenze fanno sapere che le loro condizioni sono in miglioramento. Feriti leggermente gli passeggeri delle altre due auto coinvolte, colpite dalla carambola del minivan fuori controllo. Sono tutti ricoverati ad Arezzo in buone condizioni. In un altro minivan viaggiavano altri amici partiti con la famiglia dalla Romania, non coinvolti nello scontro. Lunedì l’uomo, che si trova recluso con l’accusa di omicidio stradale plurimo nel carcere San Benedetto di Arezzo come disposto dal pm Roberto Rossi, affronterà l’udienza di convalida dell’arresto con l’interrogatorio davanti al gip. Rischia fino a 21 anni di carcere. Subito dopo l’incidente, sconvolto, avrebbe detto ai poliziotti che cercavano di calmarlo: “Ho cercato di portare i corpi dei miei figli fuori dalla macchina per salvarli“. Poi era stato accompagnato in ospedale e sottoposto ad alcoltest, risultato negativo. Pare, però, che avesse guidato fin dalla Romania: all’origine della tragedia dunque ci sarebbe la stanchezza, ma potrà spiegarlo meglio lui stesso al gip e alla procura nell’udienza di domani. In carcere, in queste ore, alterna momenti di lucidità ad altri di disperazione, urla di essersi addormentato al volante per la stanchezza. Ora è chiamato a raccontare quel viaggio dalla Transilvania all’Italia e gli ultimi istanti in particolare. Ha guidato per oltre 1.600 chilometri e dopo una sosta per un caffè nell’area di servizio Chianti, è ripartito fino a scontrarsi contro il tir sulla cui fiancata, per una tragica ironia della sorte, c’era scritto “Andrà tutto bene“. Sempre domani, nell’ambito dell’inchiesta, le quattro salme delle vittime dell’incidente saranno sottoposte a ricognizione cadaverica, non è prevista autopsia.

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