Gara Tpl, Rossi indagato: “Accuse infamanti e ridicole, pronto a querelare” Video
Insieme a Rossi, sotto inchiesta due dirigenti regionali dell’area trasporti e dell’ufficio gare, Riccardo Buffoni e Ivana Malvaso, l’intera commissione che aggiudicò il bando di gara, cioè il professor Mario Sebastiani, la dirigente Irpet Patrizia Lattarulo, l’ingegnera Gabriella Rolandelli e il professor Stefano Pozzoli. Per loro l’ipotesi di reato è quella di turbativa d’asta. Conviene qui precisare che nessun politico faceva parte della commissione aggiudicatrice.
Da quando venne ufficializzato l’esito della gara, con le scelte della Regione confermate dal Consiglio di Stato, Mobit ha ingaggiato una durissima battaglia legale per ribaltarlo e l’ultimo capitolo è stato un esposto presentato in procura da Giuseppe Gori, presidente Cap (Consorzio autolinee pratesi, facente parte di Mobit), che ha dato il via a un’inchiesta giudiziaria su presunte irregolarità nell’aggiudicazione. A questo si aggiunge un contenzioso amministrativo, aperto sempre dal consorzio sconfitto Mobit contro la stessa Autolinee Toscane spa, società che fa parte del gruppo francese Ratp che già gestisce la tramvia a Firenze. Risalgono allo scorso 29 maggio le perquisizioni presso uffici della Regione e nella sede della società aggiudicatrice del bando, Autolinee Toscana, con sede a Villa Costanza a Scandicci. Obiettivo della Procura: capire se il percorso che ha portato all’aggiudicazione del bando sia stato aderente ai criteri di legge o se, come segnalato da un esposto di Mobit, vi siano state storture o forzature. Al centro degli accertamenti, l’iter che ha portato il consorzio a superare “Mobit Scarl”, il raggruppamento dei gestori attuali composto da 14 consorzi e 26 imprese toscane, da Cap ad Ataf a Linea, capeggiato da Busitalia ferrovie. L’appalto, che avrebbe dovuto diventare operativo il 1 giugno, data slittata di un mese a causa dell’emergenza Coronavirus, riguarda tutto il servizio di trasporto pubblico locale su gomma della Toscana, assegnato dalla Regione per la durata di 11 anni (1 giugno 2020-31 maggio 2031) per la cifra record di 4 miliardi di euro. Lunedì scorso i giudici amministrativi del Consiglio di Stato non avevano ritenuto opportuno sospendere in via cautelare fino alla data della sentenza le procedure per portare a conclusione la gara regionale sul Tpl, affidando definitivamente il servizio alla società vincitrice, Autolinee Toscane del gruppo Ratp. Di poche ore fa la nota del consorzio Mobit dopo la decisione del Consiglio di Stato di mancata sospensione dell’assegnazione del servizio Tpl, favorevole ad Autolinee Toscane del gruppo Ratp. La reazione del Presidente Rossi con un lungo post su Facebook:
Gara Tpl, Rossi: “Accuse infamanti e ridicole dalla cordata che ha perso”
“A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti”. Esordisce così un lungo post del presidente Enrico Rossi apparso stamane sulla sua pagina Facebook che in poche ore ha ricevuto tanti commenti di solidarietà e apprezzamento da parte dei cittadini che seguono i social del presidente.
“Mi era già accaduto – continua Rossi – per la realizzazione dei quattro nuovi e moderni ospedali di Massa, Lucca Pistoia e Prato, che hanno contribuito in modo determinante a gestire bene in Toscana la lotta contro il Coronavirus. Ora è capitato nuovamente a causa di un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma”.
«Questa associazione di imprese – sottolinea il presidente – non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”.
“Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni”.
“Per quanto mi riguarda – così continua la lunga dichiarazione di Rossi – l’accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale. In realtà, coloro che hanno presentato l’esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l’avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato”.
Ecco l’intervista cui fa riferimento Enrico Rossi:
“La cosa più vergognosa e triste di questa vicenda – aggiunge il presidente – è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa, e ora persino di quella penale, si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, provocando un danno alle casse regionali di due milioni di euro per ogni mese, e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi”.
Questi i passaggi principali del lungo post pubblicato sulla pagina Facebook di Enrico Rossi.
“Noi – conclude Rossi – siamo sereni e andiamo avanti per la nostra strada con trasparenza e nel rispetto della legge. L’ultima sentenza di questi giorni del Consiglio di Stato conferma che la gara è stata gestita correttamente e ci sollecita infatti a procedere alla conclusione dell’affidamento del servizio con la stipula del contratto con il vincitore, rigettando la richiesta di sospensione degli atti regionali fatta dai perdenti e rinviando la discussione di merito. I cittadini Toscani avranno il nuovo servizio di trasporto pubblico locale. Considero questo uno dei lasciti più importanti del mio impegno come presidente e ringrazio gli uomini e le donne della Regione che hanno lavorato con impegno, competenza e rigore per raggiungere questo obiettivo e che ora si so no visti recapitare come premio gli avvisi di garanzia”.
Segue una nota di chiarimento a cura dell’avvocatura regionale.
“L’intervista rilasciata dal presidente Rossi ad Askanews del 13 novembre 2015 si è tenuta quando l’esame delle offerte con l’attribuzione dei punteggi era stato concluso. Infatti la seduta pubblica di gara nell’ambito della quale è stata data lettura dei punteggi attribuita all’offerta tecnica ed anche economica è del 14 ottobre 2015; in quella seduta è risultata vincitrice Autolinee Toscane. Quindi, da quel momento in poi, era nota a tutti la collocazione di AT al primo posto in graduatoria. L’esame del Piano economico e Finanziario (PEF) è proseguito nei giorni successivi, ma trattandosi di documento a corredo dell’offerta e non oggetto di punteggio, non avrebbe prodotto cambiament o alcuno sul punteggio definitivo assegnato ai due concorrenti nella seduta pubblica del 14 ottobre 2015. Nelle sedute del 17 e 24 novembre 2015, la commissione ha ritenuto nella sua discrezionalità tecnica che i due PEF fossero entrambi corretti. Il giudizio è stato anche motivato nel verbale“.