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venerdì | 18-04-2025

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Rave party all’Alpe di Poti, in centinaia da tutta Italia. Bloccate le strade di accesso, scatta l’identificazione

Discoteche chiuse, feste e veglioni in piazza cancellati? Così, centinaia di giovani provenienti da tutta Italia, hanno progettato l’alternativa. Via social si sono dati appuntamento in un vecchio casolare all’Alpe di Poti per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Problema: è vietato. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza di Arezzo in azione anche nella notte dell’ultimo dell’anno per sgomberare un casolare in località Molinelli, zona ex Fontemura all’Alpe di Poti, dove circa 500 giovani provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento per festeggiamenti vietati. Un rave party abusivo bello e buono sulla montagna aretina, la cui organizzazione è partita via chat e social. Quando è parso anomalo l’andirivieni e lo sciamare verso l’Alpe di Poti e sono partite le prime segnalazioni dei residenti, gli uomini di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri sono immediatamente intervenuti, bloccando le strade di accesso e impedendo che altri potessero raggiungere il luogo del maxi assembramento. Intanto, però, a decine avevano già raggiunto la località della festa abusiva, in barba a tutti i divieti e tutte le precauzioni per impedire il diffondersi del contagio. Proprio la celerità con cui gli uomini delle forze dell’ordine sono intervenuti, ha impedito l’ingrossarsi a dismisura del maxi assembramento, col rischio di una replica del maxi rave party organizzato la scorsa estate nelle campagne del viterbese e che coinvolse anche alcuni comuni toscani. La situazione è attualmente sotto costante monitoraggio da parte del Prefetto di Arezzo Maddalena de Luca, in contatto con i vertici delle forze dell’ordine che stanno provvedendo “all’identificazione dei giovani e allo sgombero dell’area interessata“. In centinaia sono ancora letteralmente barricati nel perimetro e all’interno del casolare, impedendo l’accesso alle forze dell’ordine.

In aggiornamento

 

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