Rovinosa uscita di strada provocò morte di un giovane, condannato a 11 mesi
Ieri, martedì 4 aprile 2023, in Tribunale a Perugia, avanti il Gup dott.ssa Natalia Giubilei, ha patteggiato la pena di undici mesi, con la sospensione condizionale, D. A. S. R., il ventiquattrenne di Castiglione del Lago accusato e ora anche condannato per il reato di omicidio stradale per aver causato, con una rovinosa uscita di strada con l’auto che guidava, il tragico incidente costato la vita, a soli 23 anni, all’incolpevole Luka Cifci, anche lui di Castiglione del Lago, trasportato in quella vettura.
La mamma e la nonna della vittima, assistite da Studio3A-Valore S.p.A. e dall’avv. penalista Cristian Rosa, del Foro di Arezzo, hanno ottenuto il riconoscimento della piena ed esclusiva responsabilità penale dell’imputato nella tragedia e anche un po’ di giustizia per Luka, ma la lieve entità della condanna non può non lasciare loro molta amarezza, tanto più a fronte del fatto che non sono state ancora risarcite dalla compagnia di assicurazione del veicolo.
Il terribile incidente è successo all’alba del 14 ottobre 2022 lungo la Strada Regionale “Pievaiola”, nel territorio comunale di Corciano. Cifci (nella foto), che era seduto sul sedile posteriore, e altri tre giovani stavano rientrando da una serata passata in discoteca a Perugia sull’Alfa Romeo 147 guidata da D. A. S. R., che procedeva in direzione Perugia-Città della Pieve. Il conducente però, giunto in corrispondenza della rotonda nella quale si immette sulla Pievaiola via Tritoni del comune di Corciano, “mantenendo una condotta di guida non adeguata alle condizioni di tempo (orario notturno) e di luogo (presenza di una rotatoria e del cordolo che la delimitava), perdeva il controllo del veicolo che, con la fiancata destra, impattava contro il guardrail che si trovava sul margine destro della carreggiata, non riuscendo a porre in essere le manovre richieste dalla circolazione e di conservare il controllo del veicolo” per citare la richiesta di rinvio a giudizio formulata nei suoi confronti, a conclusione delle indagini preliminari, dal Pubblico Ministero della Procura di Perugia, dott. Gennaro Iannarone, titolare del relativo procedimento penale, che ha iscritto fin da subito il ventiquattrenne nel registro degli indagati, imputandogli di aver causato il decesso di Cifci “per colpa consistente in imprudenza e negligenza nonché per violazione dell’articolo 141 commi 2 e 11 del Codice della Strada”.
A causa del tremendo urto Luka ha sbattuto violentemente il capo riportando un gravissimo trauma cranio-encefalico che non gli ha lasciato scampo, come confermato dall’esame autoptico disposto sulla salma dal Pm ed eseguito dal medico legale dott. Massimo Lancia. Alle operazioni peritali ha partecipato anche il dott. Sergio Scalise quale medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono rivolti i congiunti di Luka per fare piena luce sui fatti, attraverso il consulente legale Matteo Cesarini e con la collaborazione dell’avv Rosa. Studio3A assiste peraltro anche un altro dei giovani passeggeri della vettura che si è miracolosamente salvato, riportando però seri traumi psico-fisici.
All’epoca la tragedia aveva destato profonda commozione e non soltanto a Castiglione del Lago, dove Cifci era cresciuto ed era conosciutissimo, ma anche in provincia di Arezzo, in particolare a Cortona, dove aveva frequentato l’istituto superiore Angelo Vegni delle Capezzine, mettendo poi a frutto i suoi studi e intraprendendo con successo, da più di due anni, l’attività di chef presso il ristorante Squad Garden, nel centro storico della sua cittadina. Il giovane ha lasciato in un dolore senza fine la mamma Marsela, che con lui ha perduto l’unico figlio, e la nonna Aferdita che vive in Albania, il Paese di origine del ragazzo, nato in Grecia ma stabilitosi in Italia fin da quando aveva 12 anni. Nessuna pena sarebbe mai stata commisurata a ripagare la loro perdita, ma certo le due donne si aspettavano una risposta diversa dalla giustizia: è dura da accettare che chi ha ucciso il proprio caro, e nel fiore degli anni, possa essersela cavata con neanche un anno, e senza nemmeno aver quanto meno addotto di aver risarcito il danno.