Sara e Brunetta, in Duomo l’ultimo saluto. Rito funebre presieduto dal Vescovo, proclamato lutto cittadino
I funerali di Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi presieduti dal Vescovo. Proclamato il lutto cittadino
Alle ore 15 nella Cattedrale di Arezzo, sarà il vescovo mons. Andrea Migliavacca a presiedere il funerale di Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi. Proclamato il lutto cittadino domani, 21 aprile, in occasione dei funerali delle due vittime di femminicidio. Con un’ordinanza firmata dal sindaco Alessandro Ghinelli è stata disposta l’esposizione delle bandiere a mezz’asta negli edifici comunali. Nell’ordinanza si invitano inoltre gli esercizi commerciali a sospendere l’attività e ad abbassare le saracinesche dei negozi durante la celebrazione dell’esequie che si svolgeranno in Cattedrale alle ore 15:00. Un gesto doveroso con il quale l’intera città di Arezzo, rimasta profondamente colpita da quanto successo, partecipa unita al dolore della famiglia.
Arezzo mobilitata
I due figli della coppia si trovano dal nonno, 80 anni, affiancato dai servizi sociali del Comune di Arezzo che si sono subito attivati. Domenica scorsa il figlio maggiore di Sara e Jawad, 16 anni, ha assistito da bordo campo alla partita Arezzo-Pianese (nella foto, ndr) accompagnato dalla zio Roberto Ruschi ed un amico. Martedì era tornato a scuola, al Professionale Margaritone di Arezzo. La tragedia ha profondamente scosso l’intera comunità aretina: mercoledì 19 aprile si è tenuta una fiaccolata organizzata da Pronto Donna e dal Quartiere di Porta del Foro alla quale hanno preso parte almeno 500 persone, mentre oggi, nel giorno dell’ultimo saluto a Sara e Brunetta, è stato proclamato il lutto cittadino.
Un duplice efferato femminicidio
Nella notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 aprile scorsi Jawad Hicham ha scatenato la sua furia omicida prima verso la suocera, Bruna Ridolfi, 76 anni, colpita con tre coltellate mortali, poi ha sferrato almeno venti colpi verso Sara Ridolfi, deceduta poche ore dopo all’ospedale di Arezzo. Il marocchino, dopo la mattanza con un coltello da cucina, è uscito dall’abitazione di via Benedetto Varchi ad Arezzo ed è entrato nella vicina cabina telefonica, macchiata di sangue, per chiamare le forze dell’ordine, mentre il figlio sedicenne ha chiesto l’aiuto dei soccorsi al 118. Emergono intanto dettagli sulla tumultuosa relazione tra Sara Ruschi e Jawad: la donna avrebbe chiesto tramite il legale l’allontanamento del compagno dall’abitazione di via Varchi, dove i due vivevano con i figli di 16 e 2 anni. La madre di lei, Bruna Ridolfi, preoccupata dalla violenza dell’uomo, nella notte maledetta era rimasta a dormire in quella casa. Sara era rientrata dopo il turno di lavoro al Park Hotel di Castiglion Fiorentino quando si è scatenata la furia omicida di Jawad. Il magistrato che indaga, Marco Dioni, ha disposto l’autopsia sui corpi delle due povere donne, eseguita lunedì 17 aprile. In base alle prime indiscrezioni che emergono dall’esame autoptico effettuato dall’équipe medica di medicina legale di Siena diretta dal prof. Mario Gabbrielli, il 38enne marocchino Jawad Hicham avrebbe colpito la compagna 35enne Sara Ruschi con venti coltellate, alcune alle braccia, segno che la donna avrebbe tentato una strenua difesa. La madre di lei, Bruna Ridolfi, sarebbe intervenuta in difesa della figlia, ma ha subito tre colpi con un coltello da cucina che le sono risultati mortali.