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martedì | 28-01-2025

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Fermati con iPhone falsi nelle borse, denunciati un uomo e una donna

Nel venerdì, il personale del 113 della Questura, durante il servizio di controllo del territorio in zona Giotto, notava un uomo e una donna che alla vista della macchina della Polizia affrettavano il loro passo in direzione opposta a quella della Volante. Il comportamento sospetto induceva i poliziotti a invertire il senso di marcia e a raggiungere i due giovani che da subito mostravano intolleranza e nervosismo rispetto al controllo di polizia.

Dall’interrogazione alla Banca Dati delle Forze di Polizia emergevano subito informazioni pregiudizievoli nei confronti dei due malcapitati che, visti i precedenti, venivano così sottoposti ad un controllo più accurato.

Dal marsupio dell’uomo spuntava fuori uno smartphone ancora impacchettato e incelophanato e dalla borsa della ragazza altri tre telefoni cellulari anche essi nuovi e ancora sigillati.

I quattro telefonini della nota marca di Cupertino avevano tutti gli stessi numeri identificativi (IMEI e seriale) per cui, da subito, i poliziotti hanno dubitato della originalità dei prodotti.

Per ottenere conferma sulla genuinità o meno degli smartphone recuperati si decideva di interpellare l’addetto alle vendite e responsabile del negozio APPLE di Arezzo che si portava in Questura per eseguire la perizia richiesta.

L’occhio esperto del commerciante confermava i sospetti dei poliziotti ma lo stesso dichiarava che solo una attenta comparazione con il prodotto originale avrebbe potuto smascherare la contraffazione pressoché perfetta dei prodotti sequestrati: in pratica, i dispositivi recuperati dalla polizia avrebbero sicuramente ingannato anche un attento cliente, per la perizia con la quale erano stati assemblati.

L’ignaro acquirente avrebbe così speso oltre 1500 euro per ritrovarsi tra le mani una “patacca” mal funzionante.

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