Bimba ferita al volto da pallini da caccia. Animalisti all'attacco, parte un esposto

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Domenica mattina una bambina di tre anni stava giocando nel giardino di casa a Patrignone, nel comune di Arezzo, quando stata raggiunta e ferita superficialmente ad una guancia da pallini sparati da un cacciatore che si trovava a circa 200 metri dall'abitazione.

Da quanto emerso, la bimba ieri stava giocando in giardino, quando ha iniziato a piangere improvvisamente. I familiari sono accorsi subito e si sono resi conto che la bambina aveva un forte bruciore ad una guancia. Subito soccorsa, la piccola è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo per le medicazioni del caso. Sul posto è arrivata la Polizia che sta cercando di far chiarezza sull'accaduto. Le condizioni della bambina non sono gravi, i pallini l'avrebbero raggiunta superficialmente.

L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha deciso di depositare un esposto alla Procura di Arezzo "per chiedere che si individui il cacciatore responsabile del ferimento ma soprattutto affinché venga ricostruita la precisa dinamica dei fatti proprio per accertare le responsabilità."

Sulla vicenda interviene anche la LAV: "Questo è il futuro che ci aspetta dopo che il Governo, con il sostegno dell'opposizione, ha approvato il famigerato emendamento di caccia-selvaggia".

“Quanto accaduto ieri ad Arezzo con il ferimento al volto di una bambina a causa di pallini da caccia, è il prodotto di un clima costruito consapevolmente da maggioranza e opposizione parlamentare unite per dare sempre più spazio alla sanguinaria passione dei cacciatori” – ha affermato Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici.
Lo avevamo presagito già a gennaio scorso che il nostro Paese non sarebbe più stato lo stesso dopo che il Parlamento aveva approvato le modifiche apportate alla Legge sulla
caccia dal famigerato emendamento “caccia selvaggia”, inserito surrettiziamente nella Legge finanziaria dall’onorevole Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. Tale emendamento, infatti, disponeva esplicitamente che da quel momento i cacciatori sarebbero
potuti entrare in città e parchi per svolgere le loro attività.
La bimba vittima della follia venatoria è stata colpita al volto da un numero imprecisato di pallini da caccia mentre era nel suo giardino di casa, un’area che ogni genitore
ritiene sicura da qualsiasi pericolo, ma che evidentemente non garantisce di tenere alla larga l’invasività dei cacciatori.
I fucili da caccia possono ferire se si trovano ad una distanza non superiore ai 30-40 metri; quindi, se la bambina è stata colpita al volto è evidente che il cacciatore
che ha sparato stava ampiamente violando la distanza minima imposta dalla legge che nel caso di specie prevede almeno 150 metri quando si spara in direzione di case o strade.
Proprio sabato scorso la LAV, assieme a migliaia di cittadini e tante altre associazioni, ha manifestato a Trento contro
“caccia selvaggia” per la tutela di animali e persone messe sempre più a rischio da una politica scellerata, totalmente accondiscendente alla lobby venatoria alla quale concede ogni richiesta. Come sta accadendo
proprio in questi giorni al Parlamento, dove maggioranza e opposizione stanno scrivendo, sotto dettatura delle associazioni venatorie, nuove disposizioni che andranno a portare ulteriori modifiche alla Legge nazionale sulla caccia in termini filo venatori.
“Fino a quando sono i cacciatori a ferirsi o uccidersi tra loro, magari scambiandosi per cinghiali come accaduto
qualche giorno fa, non c’è motivo di preoccuparsi: sono perfettamente consapevoli dei rischi che corrono mentre vanno in giro imbracciando i fucili per ammazzare animali indifesi. Ma nel caso della bambina di Arezzo chiediamo una pena esemplare che serva da esempio non solo ai cacciatori ma anche ad una politica che per qualche consenso elettorale in più è disposta a mettere a rischio la vita dei cittadini", conclude la LAV.

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