La chiatta Aisland di Samuele Landi a picco: due morti, un disperso, due sopravvissuti

Una settimana fa, venerdì 2 febbraio dopo le 13, a causa di una tempesta in mare con onde alte fino a quattro metri, la chiatta Aisland, ancorata da tempo al largo della costa degli Emirati Arabi Uniti, in acque internazionali, si è spezzata letteralmente in due. In mare sono finiti Samuele Landi e i quattro componenti l’equipaggio. Il mayday, l’allarme di chi si trova in difficoltà in mare, è scattato praticamente in tempo reale, lanciato dallo stesso Landi non appena resosi conto che la struttura galleggiante, descritta non in perfette condizioni, stava imbarcando acqua. La macchina dei soccorsi della Guardia Costiera e del dipartimento dell’Aeronautica del Ministero degli Interni del paese arabo, con l’ausilio di imbarcazioni ed elicotteri, si è attivata intorno alle 16. Le ricerche dei dispersi sono andate avanti per giorni, tanto che si è riaccesa la speranza a 48 ore circa dal naufragio, domenica 4 febbraio, quando due marinai sono stati ritrovati in vita e tratti in salvo. Tra di loro non c’è Samuele Landi, il cui corpo potrebbe essere tra quelli delle vittime accertate. Mentre vi stiamo scrivendo il bilancio è di due vittime recuperate in mare, una persona risulta ancora dispersa e due sono i naufraghi sopravvissuti. Si attende ora l’esame del Dna sui corpi recuperati in mare dalla Guardia Costiera e dal dipartimento dell’Aeronautica del Ministero degli Interni del paese arabo per stabilire se Samuele Landi, 58 anni, fondatore di Eutelia, sia tra le vittime del naufragio. 

Aisland, l’ultima frontiera. Entro il mese era previsto lo spostamento della struttura galleggiante

Landi era al lavoro per il progetto Aisland, un’idea di comunità galleggiante in grado di “ospitare fino a 5mila persone, con abitazioni, negozi e laboratori tecnologici disposti su venti piattaforme galleggianti in acque internazionali. Una superficie di 180mila metri quadrati per coloro che vogliono vivere al largo per una migliore qualità della vita e lontano dall’inquinamento delle città metropolitane“. Aisland, ancorata in acque internazionali al largo delle coste della penisola arabica, è stata colpita venerdì scorso 2 febbraio da una violenta mareggiata che ha spezzato la struttura, provocando vittime e dispersi. Ironia della sorte: Landi aveva programmato per il mese di febbraio, dopo un viaggio di oltre 1.000 miglia in oceano aperto, lo spostamento della chiatta Aisland, benché non in perfette condizioni se non fatiscente, verso Saya de Malha Bank, sempre in acque internazionali, a nordest del Madagascar, a sudest delle Seychelles, e a nord del banco nazareno, delle Cargados Carajos e dell’arcipelago di Mauritius, nell’Oceano Indiano.

La parabola di Samuele Landi

Nel 2010 Samuele Landi, aretino classe 1965, ricevette un ordine di custodia cautelare in quanto presidente del Cda di Agile e amministratore di Eutelia ad Arezzo: un gruppo operante nel campo delle telecomunicazioni che finì in bancarotta. Dopo il crack Eutelia e la condanna a 8 anni, Landi si è stabilito con la famiglia a Dubai, ricostruendosi una nuova vita: è diventato console onorario della Liberia e consulente di un’azienda a Dubai con interessi milionari in Africa. 

Nella foto: la chiatta e un’imbarcazione del progetto Aisland

 

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