Uccise col narghilè, oggi l’udienza preliminare

. Inserito in Cronaca

Si terrà oggi al tribunale di Arezzo l’udienza preliminare che vede imputato il dominicano Braulio Pavel Martinez, accusato dell’omicidio del connazionale Joel Ramirez Sepio residente a Montevarchi avvenuto lo scorso 1 di ottobre in un locale di Terranuova in via di Poggilupi.

Il Martinez, 33 anni, si presenterà davanti al giudice Giulia Soldini direttamente dal carcere di Perugia, dove è rinchiuso ormai da oltre 9 mesi, con l’accusa di omicidio volontario per aver scagliato nel volto del Ramirez, nel bel mezzo di una rissa accesasi per futili motivi sempre all’interno della discoteca, un narghilè che lo colpì in pieno alla vena giugulare, provocando una grossa fuoriuscita di sangue fino a causarne la morte. Non prestò nemmeno il minimo soccorso, ma scappò per tornare a Perugia dove viveva con la moglie e tre figli per poi essere arrestato pochi giorni dopo dalle forze dell’ordine che ne disposero l’immediato trasferimento dietro le sbarre. Era noto alle cronache giudiziarie per altri piccoli reati, il dipendente di una ditta del ramo alimentare ha sempre affermato che non era sua intenzione ferire a morte il connazionale, ma che si sarebbe semplicemente difeso, afferrando il primo oggetto che gli era capitato per le mani giusto per fermare le ire del rivale. Ma qualcosa è andato storto, il tragico epilogo di una serata che sembrava come tante altre e ora l’accusa di omicidio volontario da parte del pubblico ministero Francesca Eva, che coordina l’inchiesta e che potrebbe costargli una pena che va da un minimo di 21 anni fino all’ergastolo. L’obiettivo dell’imputato, così come quello dell’avvocato Francesco Areni, è quello di alleggerire il capo d’imputazione a omicidio preterintenzionale, che comporta sempre molti anni di carcere - dai 10 fino ai 18 - ma che almeno eviterebbe il rischio di passare il resto della vita in galera. Occorrerà, poi, decidere se affrontare il processo vero e proprio davanti a giudici o testimoni o chiedere direttamente il rito abbreviato, che comporta la riduzione di un terzo della pena qualora fosse definitivamente ritenuto colpevole dell’omicidio. A fare da ago della bilancia al tutto, la ricostruzione del fatto, ovvero il lancio del narghilè che comportò la morte di Joel, che a Montevarchi era conosciuto e benvoluto da tutti, non soltanto dalla vasta comunità dominicana presente all’interno del territorio comunale. Era giunto in Valdarno con la madre fin da piccolo, col tempo s’è costruito un futuro ed era diventato da alcuni anni anche padre di una bimba dagli occhi azzurro mare, proprio come lo sfortunato 38enne.

Nella foto: la vittima, Joel Ramirez Sepio

Ucciso col narghilè, arrestato in Umbria il responsabile della morte di Joel Ramirez Seipio

Ucciso col narghilè, c'è un nome. I familiari di Joel: "Nessuna manifestazione il giorno dei funerali"

Joel Ramirez, conferme da autopsia: ucciso col narghilè. Si stringe il cerchio attorno all’omicida

Omicidio di Terranuova, oggi l’autopsia sul corpo di Joel Ramirez. E’ caccia aperta all’autore del delitto

Domenica di sangue: uomo di 38 anni ucciso durante una rissa

 

Tags: Terranuova Bracciolini Omicidio narghilè

Massimo Bagiardi

Massimo Bagiardi

Giornalista pubblicista da 20 anni ho da sempre curato la passione per lo sport e in particolare per la Sangiovannese calcio che seguo con passione ogni Domenica e in tutte le occasioni dal lontano 1989.

Amo la musica anni 80, ho creato e gestisco forzasangio.it sito che parla del magnifico mondo azzurro