"Non è stata legittima difesa". Il Giudice ordina di riformulare l'accusa verso Sandro Mugnai

. Inserito in Cronaca

Questa mattina, il giudice ha deciso di restituire gli atti al Pubblico Ministero per una riformulazione del capo di imputazione verso Alessandro Mugnai, che sparò a Gezim Dodoli, il vicino di casa di origini albanesi che con la ruspa gli stava demolendo casa, accogliendo in parte le istanze della parte civile e respingendo la tesi della legittima difesa.

Non è stata considerata legittima difesa: il procedimento giudiziario torna nelle mani del pm Laura Taddei per la riformulazione del capo di imputazione. Mugnai rischia la pesante accusa di omicidio volontario.

Questa è la decisione presa stamani presso il Tribunale di Arezzo sul caso di Sandro Mugnai, il 54enne che il 5 gennaio 2023 ha sparato e ucciso il vicino di casa Gezim Dodoli, 59 anni, mentre quest’ultimo stava demolendo la sua abitazione con una ruspa.

L'omicidio volontario, disciplinato dall'art. 575 del Codice Penale, è la forma più grave di omicidio, in quanto prevede la volontà consapevole di togliere la vita ad un'altra persona.

Mugnai, difeso dagli avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini, inizialmente accusato di eccesso colposo di legittima difesa, verrà dunque nuovamente giudicato per un reato diverso, su richiesta del giudice Claudio Lara. L’uomo sarà processato con rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna. La moglie di Dodoli e i due figli si sono costituiti parte civile nel procedimento. Durante la prima udienza del 17 settembre scorso, la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi di carcere, mentre la parte civile aveva richiesto la riqualificazione del reato in omicidio volontario.

L’episodio di cronaca si è consumato il 5 gennaio 2023 a San Polo di Arezzo, quando Dodoli, al culmine di una lite, salì su una ruspa e iniziò a distruggere la casa di Mugnai, dove quest'ultimo si trovava a cena con la famiglia. Mugnai, vedendo il pericolo per sé e i suoi cari, impugnò una carabina da caccia e sparò otto colpi, colpendo mortalmente Dodoli. Il contesto della lite tra i due vicini era caratterizzato da dissapori legati a questioni di vicinato e rapporti burrascosi.

Durante il processo, la difesa ha sostenuto che Mugnai abbia agito per proteggere la propria incolumità e quella dei familiari, mentre l’accusa, rappresentata dalla pm Laura Taddei, ha definito la sua reazione “precipitosa e avventata”. La parte civile, costituita dalla famiglia della vittima, aveva chiesto la riqualificazione del reato come omicidio volontario. Il giudice Claudio Lara non ha tuttavia riconosciuto la legittima difesa, aggravando la posizione di Mugnai rispetto a quanto richiesto dalla difesa.

Nelle foto: gli avvocati all'uscita dell'udienza di stamani

Tags: Alessandro Mugnai processo Gezim Dodoli