Helenia Rapini, caso riaperto

. Inserito in Cronaca

L'automobilista coinvolto fu inizialmente assolto per "colpo di sonno" patologico, disturbo che in termini scientifici è detto Osas. Tuttavia, la famiglia di Helenia, assistita dall'avvocato Francesco Valli, ha spinto per riaprire il processo e ieri la Corte d'Appello di Firenze ha disposto una nuova perizia per chiarire ulteriormente le circostanze dell'incidente.

Helenia Rapini, 29 anni, volontaria dell'Enpa, perse tragicamente la vita in un incidente stradale a Ristradella, all'altezza di Madonna di Mezzastrada, nel comune di Arezzo, il 6 novembre 2019. Helenia era alla guida della sua Hyundai Atos, quando si scontrò frontalmente con una Nissan Qashqai guidata da un uomo di 46 anni, che riportò ferite gravi e fu trasportato all'ospedale di Careggi in codice rosso. Lo schianto avvenne sulla strada parallela alla regionale 71, una via stretta e piena di avvallamenti. Anche il cucciolo che Helenia stava trasportando purtroppo morì nell'incidente​.

Assolto dal reato di omicidio stradale in rito abbreviato dal gup Giulia Soldini lo scorso 11 gennaio perché il "fatto non costituisce reato", Marco Caneschi, alla guida del SUV, vede dunque rimessa in discussione la propria posizione dai giudici fiorentini della Corte d'Appello che hanno deciso per la riapertura del caso e il prossimo 6 dicembre sarà conferito l'incarico ad uno specialista che dovrà effettuare una nuova perizia medica su Caneschi, difeso dagli avvocati David Scarabicchi e Giulia Brogi.

In base alle motivazioni della sentenza di assoluzione"nel momento del sinistro l’imputato con molta probabilità non era perfettamente cosciente, in quanto preda di colpo di sonno. Quindi, poiché il fatto non costituisce reato, non essendo stato commesso con coscienza, non vi può essere responsabilità penale". La sindrome delle apnee notturne era stata diagnosticata sul conducente della Nissan Qashqai dal perito di parte prof. Pasquale Giuseppe Macrì e successivamente confermata dal perito nominato dal giudice. Dalle analisi effettuate su Caneschi all'ospedale fiorentino di Careggi dove fu trasportato con l'elisoccorso Pegaso dopo il drammatico impatto con la Hyundai Athos di Helenia, emerse come l'uomo fosse sotto effetto di un sonnifero assunto in dosi terapeutiche. Fu il procuratore capo Roberto Rossi a chiedere la ripetizione del processo e a ricorrere in appello, partendo da una nuova perizia, per verificare proprio le conseguenze dell'assunzione di quel sonnifero. 

In quel drammatico pomeriggio, alle 14.40 del 6 novembre 2019, in via di Ristradella, periferia di Arezzo, alla guida di una Nissan Qashqai, Marco Caneschi perse il controllo del mezzo, andando a scontrarsi frontalmente con la Hyundai Atos a bordo della quale viaggiava Helenia Rapini, volontaria Enpa di 29 anni di Arezzo, insieme al cane che aveva in cura. Violentissimo l'impatto, tanto che l'auto della ragazza uscì di strada, piegata di un fianco. Purtroppo per Helenia e per il cane che viaggiava con lei, non ci fu niente da fare. 

Tags: Helenia Rapini