Luca Orlandi è precipitato per 100 metri: dai video della diga di Ridracoli la verità sulla fine del giovane casentinese
Luca Orlandi: Suicidio o incidente?
Nulla sarebbe escluso, anche se i carabinieri propendono per l’ipotesi di suicidio, anche se ci sono particolari che non tornano e che potrebbero far pensare a una disgrazia. Il ragazzo, che fa parte di un gruppo scout (quel giorno in escursione a Bologna) aveva deciso di andare insieme a tre amici, anche loro casentinesi, a fare una passeggiata nei boschi del parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, nel cui territorio insiste la Diga di Ridracoli. Già questo mal si concilierebbe con la volontà di uccidersi. La caduta è avvenuta intorno alle 16,45 di sabato 4 maggio, quando i ragazzi si stavano incamminando sulla via del ritorno. Sono stati proprio gli amici a raccontare ai carabinieri di Meldola cosa sarebbe accaduto: Luca, in coda al gruppo, si è allontanato da loro, ha preso la rincorsa e si è arrampicato sulle barriere di sicurezza del coronamento della diga alte 1 metro e 80, ha scavalcato la ringhiera del camminamento, per poi precipitare nella parte esterna dell’invaso, quella senza acqua. Gli amici hanno sentito l’urlo di Luca mentre stava precipitando nel vuoto. Un volo di oltre cento metri che non ha lasciato scampo al giovane. Immediato l’allarme: gli amici, impotenti, hanno iniziato a urlare, richiamando l’attenzione dei presenti. Subito allertato il 118, ma per il ragazzo non c’era alcuna speranza, dopo un volo di 100 metri. Alla diga, oltre ai carabinieri che indagano sulla vicenda, sono intervenuti anche gli uomini del Soccorso Alpino per recuperare il corpo dalla piattaforma di cemento armato dell’invaso. Le operazioni sono state particolarmente lunghe e complesse. I ragazzi, sotto choc, sono stati interrogati sia sul posto che in caserma dai carabinieri di Meldola.
Le indagini
Sulla morte di Luca Orlandi è stata aperta un’inchiesta coordinata dalla Dott.ssa Laura Brunelli della Procura di Forlì Cesena: si dovrà capire se Luca si sia gettato volontariamente, oppure se la sua sia stata una fatale imprudenza. Le prime risposte arrivano dagli amici, i quali sostengono che Luca Orlandi non avesse alcuna ragione per un gesto suicida. La Procura ha già richiesto alla società che gestisce l’invaso, Romagna Acque, rappresentata dall’amministratore Tonino Bernabei, di poter visionare le immagini delle telecamere che monitorano l’intero perimetro della diga. Da quelle immagini, potrebbero arrivare risposte. Così come dall’autopsia disposta sul corpo del ragazzo.
Il cordoglio del Casentino
Intanto Pratovecchio Stia e tutta la comunità casentinese si stringono intorno alla famiglia: il padre, che gestisce una macelleria, la madre, titolare di un agriturismo e i due fratelli di Luca. Il sindaco di Pratovecchio Stia Niccolò Caleri esprime il cordoglio e la vicinanza di tutta la cittadina alla famiglia Orlandi, colpita da un lutto che al momento non trova spiegazioni logiche.
Photo Credits: ridracoli.it
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La Diga di Ridracoli
La diga di Ridracoli è una diga ad arco-gravità che sbarra il corso del fiume Bidente nei pressi dell’abitato di Ridracoli, formando l’omonimo lago artificiale.
La diga per ottenere resistenza sfrutta un sistema ibrido tra quello delle dighe ad arco (che scaricano il peso sulla parete rocciosa grazie alla forma) e quello delle dighe a gravità, più tozze e massicce. È alta 103 metri e mezzo, con una larghezza massima di 36 metri alla base; sul camminamento superiore la larghezza è di soli 10 metri. La lunghezza dell’arco è di 432 metri, per un totale di 600.000 metri cubi di calcestruzzo. La struttura si sviluppa in larghezza su 27 conci, posati su un pulvino che segue il profilo della diga, a spessore variabile.
Nella spalla destra della diga si trovano gli impianti per la presa dell’acqua, che viene poi inviata all’acquedotto che alimenta le coste romagnole. La presa avviene da due imbocchi distanti tra loro 50 metri in verticale, per ottimizzare le condizioni di temperatura e torbidità dell’acqua. L’acquedotto della Romagna ha una condotta principale di 33 chilometri, capace di 3000 litri al secondo. È gestito da Romagna Acque S.p.A. e raggiunge cinquanta comuni tra le province di Ravenna, Forlì Cesena, Rimini e la Repubblica di San Marino. In tutto, fornisce acqua a circa un milione di persone.