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sabato | 28-12-2024

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Terremoto Coingas, il Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli verso l’iscrizione nel registro degli indagati

Lo riferiscono fonti Rai: “dalle carte depositate per il ricorso al riesame presentato da alcuni indagati, emergerebbe che il politico intercettato durante una telefonata sarebbe il primo cittadino di Arezzo. Alessandro Ghinelli non era sotto intercettazione, lo era invece il suo interlocutore. Oggetto della telefonata, proprio le consulenze esterne sotto la lente d’ingrandimento della magistratura aretina. Ghinelli verrà sentito dai magistrati ed è presumibile che la Procura possa aver deciso di iscriverlo nel registro degli indagati”.

Convocata la commissione di controllo e garanzia

Intanto il sindaco Alessandro Ghinelli è stato invitato a prendere parte alla riunione della Commissione controllo e garanzia del Comune di Arezzo convocata per giovedì 18 luglio. La convocazione è partita dal presidente Francesco Romizi e ha un unico punto all’ordine del giorno: la richiesta di chiarimenti in merito alla vicenda della partecipata Coingas. Dieci i membri che compongono l’organismo, tra maggioranza e opposizione, oltre al primo cittadino. La seduta sarà aperta al pubblico e si annuncia affollatissima, vista la delicatezza del momento.

La ricostruzione della vicenda Coingas

Prudenza ed equilibrio. Attenzione ad ogni dettaglio. Così si sta muovendo la Procura della Repubblica di Arezzo. È quanto occorre in un caso complesso, che coinvolge personalità di primo piano della vita pubblica ed istituzionale della città. Soprattutto, minuziosa verifica delle carte (che sono fatti) e a quanto raccolto dagli investigatori in termini di documenti ed intercettazioni. La ricostruzione della vicenda Coingas, sulla quale, premettiamo, la parola fine è ben lungi dall’essere scritta.

Gli incarichi 

Le indagini partono quattro mesi fa, portate avanti dal pm Andrea Claudiani, autorizzate dal Procuratore della Repubblica Roberto Rossi. Prendono il via dopo una segnalazione alla Digos partita da dentro la stessa azienda pubblica: qualcuno che ritiene alcune consulenze non necessarie e “gonfiate”: parcelle troppo alte rispetto al lavoro effettivamente svolto da commercialisti e avvocati. Gli incarichi affidati a professionisti oggetto di indagine risalgono all’ultimo periodo della gestione dell’ex amministratore unico Sergio Staderini, che, ricordiamo, si dimetterà per incompatibilità con la sua professione di bancario presso Intesa San Paolo il 25 gennaio. Il 31 gennaio i soci Coingas indicheranno in Franco Scortecci il nuovo amministratore. A quel punto gli incarichi oggetto dell’inchiesta sono stati già affidati, risalgono infatti al periodo tra il 2018 e 2019, è già partita la denuncia da una fonte interna a Coingas (i due revisori dei conti Minetti e Polverini) e le indagini sono già in corso. Incarichi al commercialista Marco Cocci per 144 mila euro e ad uno studio legale fiorentino, Olivetti Rason e Associati, che conta oltre 20 professionisti, attivo nel campo del diritto civile, commerciale, societario, industriale, bancario e finanziario. In questo caso la consulenza è di 304 mila euro. Per fare cosa: Staderini assolda lo studio fiorentino Olivetti Rason e associati nel 2017 per l’esame e lo studio dei patti parasociali e i soci della controllata Estra, assistenza e e consulenza sulla riorganizzazione e rilancio Coingas, due diligence, consulenza su finanziamenti. Cocci viene ingaggiato a giugno 2018 per assistenza contabile, organizzativa, amministrativa, finanziaria. Arrivano le parcelle, 304 mila e 144 mila. Ai revisori dei conti della partecipata Minetti e Polverini sembrano non commisurate all’effettiva attività svolta. Parte un esposto alla procura della Repubblica. Claudiani chiede di attivare le indagini, Rossi dà il via libera.

I blitz

Il resto è cronaca di questi giorni: il 2 luglio all’alba perquisizioni nella sede Coingas di via Igino Cocchi, in Comune, negli uffici dell’assessorato al bilancio, nell’ufficio partecipate del Comune, presso le residenze dell’assessore al bilancio con delega alle partecipate Alberto Merelli, dell’attuale amministratore Coingas, Franco Scortecci, del suo predecessore Sergio Staderini, di una dipendente della società, Mara Cacioli e del commercialista Marco Cocci. Le accuse sono di peculato per Merelli, Staderini e Cocci, favoreggiamento personale e abuso d’ufficio per Scortecci e Cacioli. Il peculato è il reato previsto dall’art. 314 del codice penale. Si tratta di un’appropriazione indebita, o distrazione a profitto proprio o altrui, di denaro o altro bene mobile appartenente ad altri, commessa da un pubblico ufficiale che ne abbia il possesso in ragione del suo ufficio. L’impianto accusatorio di Claudiani si fonda in particolare su documenti e intercettazioni telefoniche ed ambientali: assegnazioni dirette, importi troppo alti rispetto al reale lavoro svolto, consapevolezza degli indagati, affannose pressioni sui revisori dei conti perchè avallino le spese. 

Le intercettazioni

Dalle intercettazioni ambientali emerge come i protagonisti della vicenda fossero ben consapevoli che assegnazioni dirette di tali importi sono come minimo improprie e dell’incongruità delle somme degli stessi incarichi affidati. Tra le frasi intercettate più significative in tal senso, quelle che la Cacioli pronuncia al telefono con Staderini: “Coingas è una società che non fa una sega, 280 mila euro a questo signore per far che. Lui ha preso degli incarichi senza le offerte, senza il preventivo, senza un cazzo di niente, ha superato il tetto previsto dall’Anac, dunque te sei inadempiente e te non giustifichi questa cosa. Però va trovata una formula giusta per fare delle cose, perchè certe cose Sergio non si potevano fare, perchè siamo un’azienda pubblica, però, ha detto, si sta lavorando perchè non succeda niente. Dunque stai tranquillo». 

Le pressioni dell’esponente comunale 

In sostanza: Staderini, nella sua qualità di amministratore unico, pare (ancora, il condizionale e la cautela sono d’obbligo) aver avallato incarichi a professionisti che al presidente del collegio dei revisori Coingas, Giovanni Minetti (insieme a Faralli e Polverini) non sono parsi congrui per il lavoro effettivamente svolto. Così come emerge dall’intercettazione del 4 giugno scorso: un “esponente comunale” (il sindaco Alessandro Ghinelli) chiede all’assessore al bilancio del Comune di Arezzo Alberto Merelli di attivarsi verso Minetti affinchè avalli gli incarichi: “Devi essere molto chiaro e diretto, se questa persona non intende fare questa cosa e dal momento che ce lo abbiamo messo noi, ci si mette un altro. Non è accettabile che uno messo lì da noi non ci stia a sentire“.

I pareri di congruità, la politica e la Procura

Se il via libera di Minetti tarda, Coingas si attiva per ottenere altri pareri “benigni” sulla congruità degli importi degli affidamenti che tanto preoccupano. Quindi viene chiesta ad uno studio legale aretino “una relazione liberatoria”, che effettivamente arriva il 10 giugno, ma l’avvocato in un’altra intercettazione dice a Cocci: “Io scrivo che gli asini volano e in 30 anni di carriera unn’ho mai visto cifre del genere“. Però alla fine certifica  che “le prestazioni effettuate dai due studi professionali sono state esaminate in modo approfondito anche in contraddittorio con i professionisti incaricati. Effettuate simulazioni di ricostruzione dei compensi in base ai tariffari professionali. Da tale analisi è emersa la congruità dei compensi erogati da Coingas per le relative prestazioni effettuate“. Nel frattempo arriva anche la certificazione della società di revisione Ernst & Young, network mondiale di servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità e transaction. EY conta 250.000 dipendenti in tutto il mondo. Il network è presente con più di 700 uffici in 150 Paesi. Insomma, tutto regolare.

Anche per il Comune di Arezzo, con il sindaco Ghinelli che conferma la fiducia a Merelli nel corso di una conferenza stampa e confida che tutto possa essere chiarito. Con Castiglion Fiorentino, unico tra i soci Coingas oltre al capoluogo, il 4 luglio, vota parere favorevole all’approvazione del bilancio. La Procura la pensa diversamente e nonostante l’avallo del revisore e dello studio legale aretino, disegna il teorema: assegnazioni senza gara, dritto per dritto, parcelle generose, dietro c’è dell’altro e ritiene l’Ente Comune di Arezzo, quale socio Coingas, “parte lesa della malversazione di denaro sottratto agli utili”. 

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