Delitto di Arezzo, sulle tracce dell’assassino: la soluzione dal dna e dai tabulati telefonici
Presto potrebbe avere un nome e un cognome l’omicida della donna di origini brasiliane di 60 anni, Maria Venancio De Sousa, brutalmente assassinata nell’appartamento di via Della Robbia ad Arezzo.
Avrebbe lasciato tracce importanti, attraverso le quali gli uomini della Polizia guidati dal dottor Morselli, coordinati dal pm Chiara Pistolesi, potrebbero risalire all’identità della mano omicida.
L’ex marito era preoccupato
Emerge intanto che sarebbe stato l’ex marito della donna, Antonio, 59 anni, di origini partenopee, residente ad Arezzo in via Fiorentina, a dare l’allarme perchè Maria non rispondeva al telefono da molte, troppe ore. Ha chiamato i vicini, che hanno allertato i Vigili del Fuoco per forzare la porta dell’appartamento, visto che dall’interno nessuno rispondeva agli appelli. Poi la scoperta del corpo senza vita della brasiliana, ritrovato in camera da letto alle 18:30 di lunedì 26 agosto.
Gran via vai in via Della Robbia
In quell’appartamento al civico 39 di via Della Robbia, Maria Aparecida Venancio de Sousa, nata nello stato di Bahia, in Brasile, madre di due figli e nonna di tre nipoti residenti a San Paolo, accoglieva clienti. Lo sapeva l’ex marito, lo sapevano i vicini di casa, testimoni di un gran via vai in zona. Ed è proprio tra gli uomini che era consueta ricevere, che gli inquirenti puntano per la soluzione del caso.
Il telefono e le tracce lasciate dall’assassino
Nel telefono, che è stato ritrovato sulla scena del delitto, ci sono senz’altro o i messaggi o la chiamata della persona con cui Maria Aparecida ha preso l’appuntamento. Da qui l’importanza dei tabulati telefonici, che potrebbero rivelare molto, se non tutto. Quel che è certo, è che la donna ha aperto la porta al suo assassino. Non ci sono infatti segni di effrazione. Evidentemente lo conosceva, oppure si fidava. Poi i due potrebbero aver consumato un rapporto sessuale. La polizia scientifica ha lavorato a lungo in camera da letto e in tutto l’appartamento per raccogliere ogni elemento utile, in particolare tracce ematiche ed impronte che potrebbero fornire il DNA e l’identità dell’assassino. Poi e qui scattano le ipotesi, potrebbe esserci stata una lite all’origine della violenta reazione di chi l’ha colpita alla testa, strangolata e legata al letto. Si tende ad escludere l’esito drammatico di un gioco erotico finito male. In ogni caso, l’autore dell’efferato omicidio, ha lasciato troppi segni sulla scena del delitto, talmente tanti, che potrebbe avere le ore contate.
L’autopsia
Intanto, nel pomeriggio, il dottor Mario Gabbrielli dell’università di Siena effettuerà l’autopsia sul corpo di Maria. Il pm Pistolesi aspetta dall’esame autoptico altre risposte, in particolare se sia stato fatale il colpo alla testa con un oggetto non ancora ritrovato, oppure lo strangolamento.