Natale di passione per 176 famiglie: Bekaert manda tutti a casa
Per la multinazionale belga Bekaert, azienda fondata nel 1880 che si occupa della produzione, lavorazione, trasformazione e rivestimento di fili e cavi d’acciaio e che impiega 29.000 dipendenti in 45 paesi, genera un fatturato complessivo di 5,1 miliardi di euro nel 2018, l’unica soluzione è licenziare:
“In ragione della prossima conclusione del periodo di cassa integrazione e non potendosi ancora prevedere soluzioni certe per tutti i lavoratori – si legge in una nota dell’azienda – , la società si trova nella necessità di avviare la procedura di licenziamento collettivo. Da oltre due anni, col supporto di un advisor specializzato e in stretta collaborazione con istituzioni e sindacati, Bekaert sta ponendo in essere tutte le azioni e gli interventi indicati nell’accordo siglato il 2 ottobre 2018 presso il Ministero dello sviluppo economico, finalizzati a dare continuità occupazionale ai lavoratori dopo la cessazione delle attività produttive avvenuta il primo gennaio 2019. Sono stati raggiunti risultati positivi in termini di ricollocamenti, ma l’intensa attività di promozione e ricerca di possibili investitori finalizzata alla reindustrializzazione del sito, portata avanti anche nel 2020, pure con tutte le difficoltà, rallentamenti e limitazioni date dall’emergenza epidemiologica, non hanno ancora portato alla sottoscrizione di alcun accordo vincolante in grado di assicurare l’occupazione dei 176 lavoratori rimanenti. Non essendo allo stato disponibili ulteriori ammortizzatori sociali ed essendo prevedibile che il sito di Figline si troverà ancora in una situazione di eccedenza occupazionale al 9 marzo 2021, Bekaert ha avviato oggi, come già previsto nei precedenti accordi e cioè in tempo utile rispetto alla scadenza del trattamento di integrazione salariale, la nuova procedura di licenziamento collettivo per il personale che sarà ancora in forze a tale data. In ogni caso, anche durante il periodo di durata della procedura, la società continuerà a porre in essere tutte le azioni e gli interventi precedentemente concordati con i sindacati e le istituzioni, finalizzati alla reindustrializzazione del sito ed al ricollocamento dei lavoratori. Nella prossima riunione di aggiornamento presso il ministero verrà condiviso lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e delle opportunità emerse, con l’auspicio che si possa arrivare in tempi stretti ad una chiara dichiarazione di impegno da parte dei potenziali investitori”.
“Una decisione inopportuna, gravissima e intempestiva”. Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, interviene sul ‘caso’ Bekaert. “Capiamo la logica procedurale dei 75 giorni dal termine degli ammortizzatori sociali – commenta il presidente -; ma serve anche un clima giusto per trovare la soluzione finale a cui stiamo già lavorando”. Giani ricorda che “da anni si attendono decisioni per la reindustrializzazione del sito”, mentre è chiaro che “la proroga degli ammortizzatori resta essenziale per evitare una decisione che condanna il presente e il futuro di così tante famiglie”. Il consigliere delegato al lavoro, Valerio Fabiani esprime “formale richiesta al Governo di dare seguito all’impegno assunto giorni fa di convocare rapidamente il tavolo nazionale per Bekaert”. Un impegno che lo stesso Fabiani aveva ricevuto direttamente dal Mise e di cui aveva dato notizia pubblica. Sul punto il consigliere di Giani non risparmia osservazioni anche all’azienda: “Per quanto sia nota la tempistica della scadenza della cosiddetta ‘cassa Covid’ – dice – ci saremmo aspettati cautela e correttezza prima di riavviare la procedura per i licenziamenti collettivi, visto l’annuncio dell’imminente convocazione del tavolo”. Infine Fabiani rivela: “Bekaert sa che c’è un lavoro in corso per dare certezze ai lavoratori e una nuova prospettiva industriale al sito. Fare precipitare la situazione è un errore”.
In una nota congiunta il sindaco di Firenze Dario Nardella e i parlamentari del Partito Democratico eletti in Toscana, Dario Parrini, Luca Lotti, Caterina Bini, Laura Cantini e Filippo Sensi dichiarano: “La decisione della Bekaert di licenziare a Natale 176 lavoratori è uno schiaffo inaccettabile alle famiglie dei dipendenti, al territorio toscano, alle sue istituzioni e all’impegno del governo. Una decisione irresponsabile su cui chiediamo all’esecutivo di mettere in campo subito ogni sforzo per scongiurare un esito drammatico che impoverisce la capacità di impresa in Toscana e mette in ginocchio centinaia e centinaia di persone. Non se ne esce abbandonando, scappando, ma facendosi carico, oggi, come nelle settimane che verranno, della vita e del lavoro delle persone: l’azienda ritiri immediatamente la procedura di licenziamento“.
Il Sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi: “La decisione della multinazionale belga segna una ferita profonda nel mondo del lavoro valdarnese e non solo. Ancora una volta la scelta di licenziare arriva senza preavviso, come due anni fa. La proprietà compie un gesto grave nei confronti dei 176 lavoratori e delle loro famiglie, che in questi anni hanno portato avanti una battaglia di dignità importante a difesa della produttività del Valdarno. A tutti i lavoratori coinvolti voglio esprimere piena vicinanza e solidarietà. Due anni fa un territorio intero si mobilitò a sostegno dei lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno: oggi come allora c’è bisogno dell’impegno delle istituzioni, a tutti i livelli, affinché si trovi una soluzione che faccia ripartire il processo di reindustrializzazione del sito, la proprietà ritiri i licenziamenti e si possa dare seguito agli ammortizzatori sociali. Mi unisco all’appello dei Sindaci del nostro territorio: Governo e Regione si attivino, ancora una volta, fin da subito per salvaguardare lo stabilimento valdarnese e i suoi lavoratori che in questi anni, con impegno e sacrifici, hanno portato avanti una dura battaglia per difendere la capacità produttività di un intero territorio”. E’ quanto dichiara il Sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi, a seguito dell’annuncio della Bekaert dell’avvio del procedimento collettivo di licenziamenti nei confronti dei 176 lavoratori.