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lunedì | 30-12-2024

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Coriandoli e maschere aretine. I grandi successi di Baglioni in città

Tra le idee per i vestiti di Carnevale di quest’anno, ad Arezzo va ovviamente per la maggiore quello di vestirsi da Cappuccetto Rosso, in quanto nella fiaba era presente il lupo e qui ormai dove ti giri ne han visto da poco qualcuno… Carino come sempre è anche il costume da postino; il problema è che quando te vedono tutti scappano perché han paura tu porti qualche bolletta del Gas o della TARI da pagare. Molto ricercato e semplice da realizzare, anche il costume da Sindaco Ghinelli. Basta stare a casa e non presentarsi. (A proposito di politici è da sconsigliare a quelli del PD vestirsi da Cappuccetto Rosso: tutto quel rosso addosso gli potrebbe dare irritazione e prurito). Con idea altrettanto originale, altri si sono vestiti come il Boss Matteo Messina Denaro mentre si nasconde al momento dell’arresto. Il consiglio da dare a questi è di non nascondersi tra le macchie ai parcheggi delle vecchie fabbriche Lebole e UnoAerre. Che se lo avesse saputo il vero Messina Denaro, tra quelle spinaie la sua latitanza sarebbe durata altri trent’anni! Ma il costume che molti indossano al Carnevale aretino (senza saperlo) è quello dell’esorcista, date le imprecazioni dette prima, quando c’è da cercare un parcheggio e poi al ritorno quando nella macchina vi scrollano tutti i coriandoli. E i coriandoli in macchina, sono come le buche nelle strade… spuntano fuori dappertutto!
Anche ad Arezzo è stata la settimana di San Valentino e molti sono stati i gesti di affetto degli innamorati aretini, con giusti affari d’oro per fiorai e ristoranti. Al culmine della dolcezza, come suggerito 7 giorni fa da questo Notiziario, ci si è anche dedicati a frasi a effetto a tema aretino da dedicare al/alla proprio/a partner. Eccone alcune a effetto: “Quando ti vedo, mi fai impazzire, come la Rotonda di Ponte a Chiani, per chi viene dal Ponte alla Nave“. Oppure anche: “Quando vedo te il mio cuore fa più chiocchi de una sfurfurina al Campo di Marte!” E ancora: “Con te mi sento 3 metri CUBI sopra il cielo… come il prezzo del gas in provincia di Arezzo!” E: “Ti tengo sempre dentro di me, come uno che gli scappa da cacare in centro e non trova un bagno“. O anche frasi meno sdolcinate ma pur sempre affettive, tipo: “Per me sarai sempre come il monumento alla rotonda del sottopasso Baldaccio… hai voglia che dicano che è un cavallo rampante o altro, per me è sempre una fava!“.
Tutte queste smielature, a volte “straccano” anche, altrimenti non si spiega che il giorno dopo San Valentino, ad Arezzo e solo ad Arezzo si celebra il Conforto. E infatti a migliaia sono stati i fedeli che giustamente sono saliti in Cattedrale con un composto e ben organizzato serpentone, per il doveroso e sentito omaggio alla nostra protettrice, la Madonna del Conforto. Sempre commovente e sentito l’omaggio cittadino senza soste alla Madonna, un vero e proprio miracolo che si ripete tutti gli anni, a cui il nuovo Vescovo Andrea ha assistito per la prima volta con stupore ed entusiasmo. Un vero e proprio “miracolo” è stato anche quello accaduto alle Scale Mobili, che hanno tutte funzionato per tutto il percorso, come non si ricordava da anni! E giustamente di “conforto” sono stati alcuni della Polizia Municipale, sorvolando su alcuni parcheggi fatti alla (poco “confortevole”) “ioboia”. Il tutto si è concluso tornando con gioa a casa, magari comprando brigidini e croccante, perché a Arezzo se la Madonna del Conforto ci riempie l’anima di speranza, è tradizione trovare qualcosa che riempie anche lo stomaco.
Si è svolto in settimana al Teatro Petrarca il tanto atteso concerto di Claudio Baglioni. Numerosi e soprattutto numerose le aretine che hanno affollato il Teatro, ascoltando e in alcuni casi solo guardando il sempre giovane Claudio, mentalmente con la bava alla bocca… e argiocassi così tutto il cacio vinto a San Valentino con mariti e fidanzati. Baglioni è rimasto piacevolmente sorpreso da Arezzo e dagli aretini. Ha conosciuto il Sindaco a cui ha detto: “Abbiamo i capelli dello stesso colore, ma a me stanno meno ritti“. Poi c’è stata una gaffe della Vice Sindaco Tanti che ha chiesto a Baglioni una canzone. Claudio le ha detto: “Tu come stai?” e la Tanti ha risposto: “‘Un c’è male, grazie, ma io volevo una canzone…”. Infine Baglioni ha confessato le origini aretine di alcuni suoi successi. “Avrai” (il cui titolo originale era AVIERAI) era dedicata alla domanda del figlio su quando anche a lui verranno i capelli bianchi). “Strada facendo” è stata scritta quando cominciarono i lavori per terminare il tratto aretino della Strada della due Mari e quindi attualissima, mentre “Sabato pomeriggio” fu scritta per ricordare quando esce il Notiziario Aretino. Ma il successo aretino più famoso di Claudio Baglioni è sicuramente “Io me ne andrei”, che visto il titolo e chi la canta… si doveva chiamare… “Io faccio il Baglioni e me cavo dai coglioni!”.
A richiesta nuove definizioni (con soluzione) del cruciverba aretino. Lo sono le feci dei conigli (Cacarelli); Movimento pittorico molto in auge e imbianchini broccioni (Macchiaioli); Zuffe e risse ripetute (Sfurfurine); A Carnevale li vedi anche se non bufa (Fiocchi).  E per finire l’oroscopo: “A meno che non siate il Falcinelli o Ortiz, cercate di mostrare a tutti ciò che sapete tirare fuori”.

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