Tra le finaliste vince il meticciato, mentre l’escluso Ninja distrugge una Ferrari nuova di zecca ad Arezzo
Russia 2018 sta volgendo al termine, mancano sono le semifinali e le finali, anche se l’unica che conta è quella di domenica 15, quando sarà assegnata la ventunesima Coppa del Mondo
A ben guardare Belgio, Francia e Inghilterra, vince il meticciato, vincono le squadre frutto della mescolanza sociale e culturale, eredità del periodo coloniale, anche drammatico, delle tre rispettive nazioni. Non dimentico certo che la quarta squadra in ballo è la Croazia, la quale fa dell’appartenenza etnica e della bandiera una sua forza. Un Paese piccolo, pochissimi abitanti, capace di esprimersi ai massimi livelli nel calcio, nella pallacanestro e nella pallanuoto. Un talento tramandato di generazione in generazione, soprattutto negli altri due sport, e capace di riempire bacheche e piazze. Sperando che vinca chi merita sul campo, cosa ci dicono questi due aspetti contrapposti? Probabilmente che sulle cose e sulla vita dovremmo avere uno sguardo laico, senza idee precostituite, senza pregiudizi, senza tabù, sia in un senso che nell’altro, peggio, infatti, sarebbe utilizzare una delle due affermazioni per dimostrare idee posticce.
In questi giorni, a sua insaputa, Arezzo è stata crocevia del Mondiale, per fortuna senza conseguenze. Sto parlando dell’incidente che ha coinvolto Radja Nainggolan, centrocampista belga acquistato dall’Inter, sul tratto aretino dell’A1. Fatto che merita due precisazioni, in tempi di fake news e menti lucidate alla socialsolitudine: 1. non guidava lui; 2. il guidatore e il calciatore sono usciti illesi, ribadisco, per fortuna. Radja Nainggolan non è stato convocato dal Ct spagnolo del Belgio, Martinez, che gli ha preferito Marouane Fellaini nel ruolo di dodicesimo, anche se parliamo di due centrocampisti dalle caratteristiche tecniche e tattiche differenti. Martinez ha detto di avere parlato con Nainggolan e di non avergli potuto garantire il ruolo che ha ricoperto nella Roma, questo però non ha impedito ai media di massacrare l’allenatore del Belgio per questa esclusione, considerata eccellente. Vista dal campo, eccellente, invece, ci è parsa la scelta di Fellaini, non un carattere facile, non una panchina semplice, ma quando è entrato ha fatto la differenza e ha spaccato la partita, con il suo fisico, i suoi colpi di testa e il suo modo di giocare, dando ragione a Martinez e torto a chi l’aveva criticato per l’esclusione dell’allora romanista.
La storia dei Mondiali e delle nazionali è piena di episodi e di casi come questo. Uno su tutti: Bearzot che preferì il redivivo Paolo Rossi al posto di Roberto Pruzzo, fresco bomber della serie A, andando a vincere il Mondiale con 6 gol di Pablito, poi Pallone d’Oro. Facile giudicare col senno di poi, però nel calcio il vero giudice resta il campo, che zittisce i complottisti (sempre esistiti) e rimette le cose al giusto posto e i valori, umani e sportivi, nella giusta scala. Il Belgio è a un passo da un traguardo storico, l’ostacolo che lo separa dalla sua prima finale iridata è la fortissima Francia, due Paesi divisi da varie rivalità e barzellette. Due nazionali unite da quel meticciato di cui sopra che cercheranno di superarsi con buona pace di Radja Nainggolan, i cui eccessi (altri giocatori, per molto meno, sono stati mandati via da altri club) dovrebbero fare preoccupare l’Inter, visto che Martinez ha deciso in tempo di lasciarli a casa col suo protagonista. Da Arezzo è tutto, linea a Mosca.
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