Antenna via Sicilia, c’è via libera dell’Arpat. Lucherini: “Fatto di tutto per scongiurare l’ipotesi”
“Parto da una considerazione – ha sottolineato l’assessore – ovvero che fin da subito abbiamo perseguito con forza ogni strada utile a contemperare gli interessi di una collettività che ha a cuore il proprio quartiere e quelli imprenditoriali, rispettando al contempo una normativa nazionale e regionale che lascia poco spazio all’azione delle comunità locali. Inoltre, di fronte alla presenza di un comitato che riunisce cittadini organizzati e a una raccolta che ha prodotto 1.800 firme, abbiamo sentito maggiormente il dovere di procedere in tale direzione, cercando una soluzione il più possibile condivisa e proponendo alla società un’alternativa articolata in due fasi temporali: la prima, provvisoria, di breve-medio periodo, rappresentata dal co-siting, ovvero la possibilità di installare gli impianti ripetitori su stazioni radio base già esistenti e collocate su suolo pubblico. Al riguardo, durante la riunione, è stata illustrata la planimetria dell’area che evidenziava la localizzazione delle antenne nella zona d’interesse. Purtroppo, queste postazioni sono state giudicate tecnicamente non idonee per vari motivi: per le loro dimensioni o perché non incrementabili o perché non funzionali ai gestori di telefonia.
La seconda e definitiva fase sarebbe stata rappresentata dall’individuazione di una postazione compatibile con i progetti della società, da inserire nel nuovo Piano per la telefonia in corso di stesura e i cui contenuti saranno resi noti in Consiglio Comunale. Da parte dell’ente locale non è invece percorribile la ricerca e l’acquisto di una nuova area privata diversa da quella individuata.
La situazione a oggi – riassume Francesca Lucherini – è dunque che la società ha ottenuto da Arpat l’autorizzazione a realizzare un impianto in un determinato sito privato, per il quale ha assunto precisi impegni contrattuali, effettuato investimenti e iniziato i lavori, come noto poi bloccati dall’amministrazione. Il via libera dell’Arpat è arrivato in virtù del fatto che l’agenzia è l’unico soggetto che può esprimersi sulla quantità e qualità delle emissioni elettromagnetiche e sulla tutela della salute e, dando il suo placet, ha evidentemente ritenuto che non sussistono rischi per i cittadini, considerando anche che antenne di questo genere sono oramai diffuse nei territori, anche in quello aretino, compresi ospedali e centri commerciali e gli stessi interlocutori hanno ricordato come l’antenna da loro concepita preveda uno sviluppo in altezza di 36 metri proprio per limitare ulteriormente il campo elettromagnetico ed essere meno impattante a livello visivo. In conclusione, nonostante i nostri sforzi e i nostri atti formali, la rinuncia al nuovo impianto non è ritenuta attuabile dalla società. Certamente ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso e una proposta di utilizzo di un’area privata alternativa ma se la società andrà avanti nei lavori di installazione, come i suoi rappresentanti ci hanno ribadito a conclusione dell’incontro, sarà nella totale legittimità di farlo e il Comune non avrà alcuno strumento normativo per bloccare tale operazione”.