Cattivi odori, la proposta: “indagine olfattometrica troppo discrezionale, meglio il naso elettronico”
“Dopo più di due anni continua a non avere soluzione il problema delle emissioni odorigene moleste sollevato dal “Comitato Aretino Stop Puzzo” che interessa alcune località di Arezzo; l’esperienza insegna che c’era da aspettarselo. Era stato dichiarato in più occasioni che il problema era da imputare ai rifiuti organici provenienti da Grosseto trattati dall’impianto AISA di San Zeno ed ora, dopo tutto il tempo trascorso, il Comune ha disposto l’effettuazione di una campagna olfattometrica perché non sarebbe certa l’origine del fenomeno. Per noi del Comitato Depuratore Casolino è un’esperienza già vissuta negativamente, in quanto i risultati emersi dallo studio diffusionale, condotto nell’aprile 2020 senza il nostro coinvolgimento e senza neanche comunicarcelo, dalla stessa società alla quale è stato affidato questo nuovo incarico, avrebbero dimostrato che i valori di concentrazione odorigene, sono accettabili! Ciò a dispetto della realtà vissuta e dimostrata dalle continue segnalazioni provenienti dalle varie località di San Leo, Pratantico, Quarata, Ortali, Palazzetti, Montione, Ortali, I Butteri e Quarata.
Tenuto conto che non esiste una normativa nazionale dedicata agli odori, ma solo delle Linee guida (SNPA 38/2018), l’art. 272 bis del Codice dell’Ambiente nonché gli indirizzi per la sua applicazione emessi nel giugno 2023 che in buona sostanza demandano alle Regioni ed agli Enti Autorizzatori il compito di prevedere misure di prevenzione e limitazione delle emissioni odorigene e che la Regione Toscana non vi ha ancora provveduto, è evidente che i risultati della campagna olfattometrica possono essere oggetto di valutazioni aventi un buon margine di discrezionalità. Per questo motivo sarebbe bene utilizzare, in concomitanza alla campagna con annusatori, anche il naso elettronico, apparecchio affidabile al quale si fa ricorso ormai da alcuni decenni che consentirebbe un confronto dei valori. Per ragioni di trasparenza, infine, sarebbe opportuno che il Comune consentisse ai rappresentanti del Comitato di presenziare ai campionamenti presso i recettori che saranno individuati, senza voler condizionare gli annusatori, che l’ARPAT sia costantemente presente durante tutta la campagna olfattometrica e che al termine della stessa venga reso disponibile al pubblico il documento dello studio effettuato, affinché ognuno possa fare le sue valutazioni”.
Ing. Roberto Barone, Presidente Comitato Depuratore Casolino, ex Consigliere Comunale
Naso elettronico, cos’è
Il naso elettronico, più correttamente denominato IOMS (Intrumental Odour Monitoring System), è un dispositivo per la valutazione in continuo dell’impatto olfattivo che permette di misurare il fastidio arrecato da sorgenti maleodoranti.
Il sistema è dotato di una cella di misura in cui sono alloggiati sensori diversi, i più utilizzati sono i cosiddetti MOS (metal oxide sensor), ma trovano impiego anche sensori elettrochimici (EC), specifici per singoli inquinanti come ammoniaca e acido solfidrico, e a fotoionizzazione (PID), selettivi per composti insaturi (idrocarburi aromatici, olefine, composti carbonilici).
Il naso elettronico richiede una calibrazione iniziale, il cosiddetto addestramento, per il riconoscimento delle diverse sorgenti odorigene presenti sul territorio, e per tararne la risposta in unità olfattometriche.
A questo scopo si prelevano campioni di aria sulle sorgenti di odore in sacche di nalophan mediante pompa per prelievo passivo delle arie, se ne preparano opportune diluizioni calibrate, e se ne esegue la valutazione olfattometrica quantitativa (misurazione della concentrazione di odore) secondo metodologia UNI EN 13725:2004.
Una volta acquisita con il naso elettronico l’impronta olfattiva dei medesimi campioni e delle loro diluizioni calibrate, è possibile la calibrazione del naso stesso al riconoscimento delle diverse sorgenti odorigene con la risposta tarata in concentrazione di odore (ouE/m3).
Il naso elettronico, installato presso un ricettore sensibile, registra in continuo la presenza di odori, ne riconosce la provenienza e ne fornisce l’intensità in unità olfattometriche; in questo modo, dal rapporto tra il numero di eventi odorigeni e il tempo totale, si ricava la frequenza degli episodi di odore, che è in relazione con la valutazione quantitativa della molestia olfattiva e quindi con la normale tollerabilità degli esposti.