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mercoledì | 05-02-2025

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Ortofrutta in ginocchio, dopo il virus sono arrivate 7 gelate in un mese. Raccolte decimate in Valdichiana

Dopo le pesanti perdite già accumulate per il blocco di molte attività legato al contrasto dell’epidemia di coronavirus, è arrivato il gelo sulle produzioni ortofrutticole toscane: le gelate hanno portato le temperature a scendere fino ad oltre 5 gradi sotto lo zero sia nell’interno della regione che sulla costa. “Nell’interno è andato perso circa il 30% del prossimo raccolto di albicocche, susine e di alcune varietà di pesche – dice Antonio Tonioni, presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana -. Qui le aziende si sono in qualche modo difese perché molte sono dotate di impianti antigelo. Sulla costa, invece, l’impatto del gelo è stato devastante perché paradossalmente proprio in questa zona le temperature sono scese più che altrove: è perso fra il 70% e il 100% del raccolto di albicocche e di susine, le pesche nettarine sono perse al 70%. Questa è la stima dei danni della prima gelata. I danni della seconda gelata, quella di mercoledì, li dobbiamo ancora contare”.

Un disastro per un comparto che contava sulla nuova stagione per provare a rimettersi in piedi dopo la batosta subita a causa della chiusura di tutte le mense dovuta ai provvedimenti restrittivi adottati dal Governo per contenere i contagi: “Per molte aziende il fatturato si è azzerato in 24 ore. Tutto il prodotto che era destinato alle mense adesso verrà avviato alla trasformazione che lo paga 5 centesimi al chilo a fronte di costi di produzione fino a 10 volte superiori – aggiunge Tonioni -. Ora ci prepariamo ad affrontare una stagione di raccolte decimata dal gelo. E non dimentichiamo che veniamo da un 2019 dove la tempesta di vento e grandine aveva già lasciato molti produttori in ginocchio. Questa epidemia ci sta facendo capire quanto sia importante il cibo e la sua distribuzione: serve immediatamente un’iniezione di liquidità, una politica forte che sostenga l’accesso al credito per tante imprese che altrimenti non si rialzeranno più”.

“Una situazione drammatica, è il terzo anno consecutivo che registriamo danni ingenti, ma questo 2021 è peggio degli altri”, continua Tonioni. Meno 5,3 gradi registrati in Valdichiana, dove si concentra la maggiore produzione ortofrutticola toscana, e  fino a meno 3 sulla costa, tra Livorno, Grosseto e Pisa. Ora l’attenzione è sul melo e il pero in piena fioritura: “Un’altra gelata sarebbe disastrosa”, continua Tonioni.

Stimare i danni è comunque prematuro. “Possiamo però  dire già che sono superiori a quelli del 2020. Le gelate di quest’anno hanno trovato la campagna già pronta e in fioritura a causa di un febbraio caldo. Dobbiamo aspettare maggio per vedere le perdite effettive, quando capiremo se i frutti rimasti sugli alberi sono buoni o cadranno perché irrimediabilmente danneggiati”.

Le gelate di quest’ultimo mese si sono rivelate molto aggressive. “Quest’ultima, ad esempio, non è stata una gelata stratificata, ma una corrente di aria fredda dal nord e non si è salvato nessuno: ha colpito sia i fondi valle che le zone collinari. Tutte le aziende agricole sono coinvolte”. Tonioni continua chiedendo “un’attenzione e una sensibilità maggiore verso questo settore che da tre anni conta solo danni: nel 2019 erano le grandinate, il 2020 e il 2021 le gelate. Non solo operiamo in un contesto difficile a causa della pandemia, ma abbiamo sulle spalle tre anni consecutivi con il segno meno e anche le aziende più performanti sono in difficoltà”. Il lavoro della campagna, nonostante tutto, non può fermarsi: “Continuiamo a lavorare e a investire per prepararci alla produzione del 2022. I costi restano sempre gli stessi, ma i guadagni sono sempre più risicati. Se continua così è a rischio anche l’occupazione degli stagionali”.

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