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sabato | 26-04-2025

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Ponte alla Chiassa, il crossodromo va a bando ma la protesta incalza: 558 firme contro la riapertura

AREZZO – Il futuro del crossodromo di Ponte alla Chiassa torna al centro del dibattito politico cittadino. Il Comune di Arezzo ha deciso di emettere un bando pubblico per la riattivazione dell’impianto, ma la scelta sta incontrando l’opposizione di una parte del Consiglio comunale e di numerosi residenti, che si sono organizzati in un comitato per dire no al progetto. Mentre si avvicina la scadenza del 29 aprile entro la quale associazioni e società sportive senza fini di lucro disposte a riqualificare e gestire il crossodromo comunale di Ponte alla Chiassa che intendono partecipare alla gara, possono ottenere chiarimenti in ordine alla procedura mediante la proposizione di quesiti scritti da inoltrare al responsabile del procedimento, [email protected], l’opposizione si è già espressa in Consiglio comunale contro il bando: “Nel Novembre 2020 la pista era stata chiusa dalla Forestale; tra i reati contestati anche il disturbo della quiete pubblica“.

Nel frattempo i promotori della petizione contro la riapertura del crossodromo – Maria Pancini, Alda Sereni, Mauro Cheli, Stefano Rossi e Daniela Polverini – hanno ufficializzato la propria posizione nella giornata di venerdì 18 aprile 2025, consegnando agli uffici comunali una raccolta firme con 558 sottoscrizioni, raccolte in pochi giorni. Un segnale evidente di malcontento e preoccupazione da parte della cittadinanza.

Nel documento consegnato, oltre alle firme, è stata allegata una proposta alternativa per l’utilizzo dell’area, che punta su una visione sostenibile, rispettosa dell’ambiente e più coerente con la vocazione residenziale e naturale del territorio.

Secondo i promotori, la riattivazione del crossodromo comporterebbe un impatto negativo sulla qualità della vita degli abitanti, per via del rumore, dell’inquinamento e del traffico generato dalle attività motoristiche. Per questo motivo, chiedono all’Amministrazione di rivedere le proprie scelte e aprire un confronto pubblico sulle reali necessità della zona.

 

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