Arezzo: l’arte di Massimo Uberti illumina la Fortezza Medicea
“Abitare la Luce” di Massimo Uberti è stata inaugurata ieri, in concomitanza con la partenza delle iniziative di Arezzo Città del Natale e resterà visitabile fino al 6 gennaio 2025. Migliorati: “Un lavoro d’ambiente, poeticamente tecnico, rigoroso, pulito, sempre denso di rimandi stimolanti e d’incursioni placide, vibranti ma levigate“.
La Fortezza Medicea di Arezzo si trasforma in un luogo di meraviglia e luce con la mostra “Abitare la luce”, dedicata all’arte di Massimo Uberti. Curata da Fabio Migliorati e inserita nel programma Fortezza delle Meraviglie, la rassegna è uno degli eventi di punta di “Arezzo, Città del Natale”, offrendo uno spazio dove tradizione e arte contemporanea si incontrano in un dialogo suggestivo.
L’omaggio a un maestro della luce
La mostra celebra l’opera di Massimo Uberti, artista geniale e sensibile, noto per le sue installazioni ambientali di grande impatto visivo ed emotivo. La sua arte, definita “poeticamente tecnica”, si distingue per rigore, purezza e un’intensità capace di coniugare emozione e riflessione. In “Abitare la luce”, l’artista ci conduce in un viaggio tra simboli e visioni, dove la semplicità luminosa si trasforma in un’esperienza magica e senza tempo.
Un dialogo tra passato e presente
L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’Archivio Massimo Uberti di Brescia, comprende un’installazione ambientale, libri luminosi e opere che fondono l’eleganza del neon con l’austerità delle mura medievali della Fortezza. Tra le sue creazioni, spiccano “tracce di silente sentimento” che evocano il dialogo tra la cultura medievale e l’arte contemporanea, in una sintesi che rende omaggio alla memoria e al futuro dell’estetica italiana.
Un’eredità luminosa
Massimo Uberti, scomparso di recente, lascia un’eredità che non accetta compromessi: la sua luce, una delle più originali e pure dell’arte italiana, è paragonabile a un fuoco sacro da custodire con cura. Come ha sottolineato il curatore Fabio Migliorati, “questa mostra è insieme un ricordo e un presagio, un invito a riconoscere il valore universale dell’arte e della sensibilità“.
All’arte di Massimo Uberti non è mai stato concesso di scendere a compromessi; è stata figlia indifesa e madre affettuosa di se stessa, nel mondo. La sua luce, una delle più originali e purissime dell’intera nostra estetica italiana negli ultimi decenni, dovrà essere custodita come il fuoco di Zoroastro: ammirato e venerato ma minacciato da mille basse eresie, invincibile ma fragile quanto il diamante o l’amore. Da Arezzo, quindi, s’incammina un omaggio che è insieme ricordo e presagio: il ricorso alla memoria, sì, soprattutto a quella del tempo di tutti, perché l’arte e la sensibilità sono come il futuro giusto – pagano sempre, basta saperle spendere!
Documentazione e catalogo
“Abitare la luce” sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Maretti Editore, con contributi del curatore e di storici dell’arte italiani, per documentare un evento che unisce estetica e spiritualità.
Per Arezzo, questa esposizione rappresenta non solo un’occasione per celebrare uno dei maestri della luce contemporanea, ma anche un modo per guardare al futuro con consapevolezza e speranza.